domenica 8 agosto 2010

cuba, l'altro mondo possibile

Scrivere di Cuba non è mai cosa facile soprattutto in occidente. Non ho la presunzione di affermare che il mio scritto sia la verità assoluta e nemmeno un’oggettività indiscutibile; è semplicemente ciò che ho visto, ascoltato, provato. Credo che per onestà intellettuale sia doveroso fare questa precisazione e non comportarsi come i molti pennivendoli della stampa italiana che denigrano l’isola riportando per filo e per segno la propaganda controrivoluzionaria, scrivendo spesso da miami o madrid e senza aver mai visitato il paese.
Ho trascorso circa un mese viaggiando da occidente a oriente, osservando, parlando e stando il più possibile a contatto con la gente del posto e quello che è emerso rivela che Cuba è un’isola felice, un ottimo luogo dove vivere, non solo nel contesto latinoamericano ma anche in quello mondiale.....
Le categorie con cui sono abituati a ragionare gli occidentali non vanno bene qui. Noi viviamo in società basate sul capitalismo e sul consumismo sfrenato. Tutto è in funzione del consumo, l’importante è produrre il più possibile e poi consumare sempre più. Siamo spinti a sprecare e consumare merci inutili, che abbondano in negozi e centri commerciali ma che fondamentalmente non ci servono.
Cuba è esattamente l’opposto, l’invito è a consumare sono quello che è necessario. Lo spreco è accuratamente evitato e la produzione è in funzione delle necessità della popolazione e non il contrario. Un esempio che spiega bene il concetto è l’inesistenza della pubblicità. Non un cartello, un manifesto, uno spot televisivo che reclamizzi la marca di un prodotto piuttosto che un’altra. Che liberazione!
L’istruzione è sicuramente un vanto per l’isola. L’analfabetismo praticamente non esiste, perché dove c’è anche un solo bambino deve esserci una scuola. Dalle primarie all’università tutto è completamente gratuito ed obbligatorio fino a circa sedici anni. I libri di testo vengono consegnati all’inizio dell’anno scolastico e restituiti alla fine in modo che possano essere dati ad altri alunni.
L’importanza di un così notevole sistema di istruzione è fondamentale non solo perché capace di formare cittadini con un’ampia cultura, tecnici e personale specializzato ma soprattutto perché è il miglior modo per impedire il degrado sociale. In un attimo vi renderete conto di ciò e non vedrete mai, come in buona parte del mondo, un bambino abbandonato per strada o che chiede l’elemosina o che si droga o sfruttato o vittima della delinquenza.  Qui è impossibile e inconcepibile.
Terminati gli studi, tutti ve lo confermeranno, si entra automaticamente nel mondo del lavoro svolgendo una mansione attinente al percorso intrapreso. Insomma si fa il lavoro per cui si studia e a cui si aspira. La disoccupazione è una parola priva di significato. Un po’ come da noi, dove masse di laureati lavorano nei call center, sono operai precari oppure in cerca perenne di occupazione.
La formazione ludico-culturale dei cittadini occupa un ruolo principale. Nelle città abbondano centri culturali, biblioteche, teatri, cinema, musica, circoli ricreativi per lavoratori e per bambini, luoghi per lo sport. I cubani usufruiscono in massa di queste possibilità che vengono offerte a tutti a costi irrisori.
E poi come non parlare dell’efficienza sanitaria con presidi medici sparsi in tutto il territorio nazionale e anche nelle zone più piccole e remote con un personale altamente qualificato che presta spesso la sua opera in tutto il mondo.
Sono stato molto colpito dalla dignità e fierezza di questo popolo, un popolo che da cinquant’anni si difende dai tentavi di aggressione americani e da un blocco economico che lo costringe a sforzi incredibili. Uomini e donne che hanno una coscienza collettiva e solidaristica immensa, che conoscono bene le difficoltà da superare per mantenere l’indipendenza e la libertà conquistate con la revolucion, che sanno di essere un faro per tutto il latinoamerica.
Ho pertanto notato che nel complesso la qualità della vita è veramente alta. Oltre a tutto quello fin ora detto va infatti aggiunto un ambiente naturale fantastico, una socialità diffusa e l’assenza di violenza. E si questo è un altro aspetto che va ricordato. Cuba è probabilmente uno dei luoghi più tranquilli al mondo dove la criminalità è pressoché inesistente. Ma non solo.
Mentre nel florido occidente i livelli di violenza aumentano di giorno in giorno con omicidi, accoltellamenti e risse per futili e banali motivi come liti condominiali, stradali, per uno sguardo di troppo o per un approccio ad una ragazza; con il fenomeno del bullismo che dilaga nei giovani, la diffusione del razzismo, xenofobia e dell’odio verso il diverso che porta spesso ad aggressioni; cioè con una società imperniata sempre più sulla sopraffazione del più forte verso i più deboli e ormai prossima alla barbarie.
Lì non sentirete nulla del genere, questi fatti semplicemente non accadono. Sono altri i valori e i comportamenti che permeano la popolazioni come rispetto, condivisione, solidarietà, altruismo, senso civico e bene comune.
Alla fine sono arrivato alla conclusione che uno dei principali problemi dell’isola, è la sua principale risorsa. E si, il turismo o meglio i turisti. Se da una parte portano moneta preziosa per l’economia del paese dall’altra trasmettono anche una serie di atteggiamenti e modi di fare altamente negativi. Così le classi sociali abolite con il trionfo rivoluzionario si stanno, soltanto dal punto di vista economico, leggermente ricostituendo. Infatti chi lavora con il turismo o ne è a contatto, ha spesso la possibilità di guadagnare maggiormente rispetto agli altri lavoratori.
Spesso in Europa si  accusa il governo cubano di non rispettare i diritti umani. Ma come alcuni mi hanno fatto notare, non sono diritti umani avere garantiti casa, istruzione, lavoro, alimentazione, avere la più bassa mortalità infantile dell’intero continente americano, la più alta media di vita di tutto il Sudamerica, un sistema sanitario esemplare e perfino la più efficiente e attenta protezione civile di quella parte di mondo? Come non essere concordi e notare che invece ciò non avviene in molti altri paesi compresi Stati Uniti ed Italia.
Naturalmente Cuba non è perfetta, ci mancherebbe altro, ha i suoi gravi problemi soprattutto economici e le sue forti contraddizioni. Sarebbe miope e da stupidi affermare che si è raggiunti la migliore società realizzabile e la perfezione assoluta. E’ molta la strada ancora da fare.
Il popolo cubano però, non è disposto a rinunciare a tutto quello che ha conquistato ma giustamente aspira a vivere meglio, a livellare sempre più in alto le proprie condizioni di vita, a condurre un’esistenza eccezionale. Quale miglior esempio di socialismo!
Come disse Ernesto Guevara “abbiamo vinto la guerra ora bisogna vincere la rivoluzione”. Sono cinquant’anni che lo stanno facendo, anche abbastanza bene, ma è un processo lungo, quotidiano e impegnativo.

1 commento:

  1. Agli occhi di un visitatore occidentale sembra tutto surreale, quasi un set cinetografico, un Truman Show. Ci vuole un po' di tempo per comprendere, che la gente è in carne e ossa, e che non sono comparse di Cinecittà. Certo sarà difficile resistere alle sirene della degenerazione umana che è oltre il mare perchè è sempre più facile distruggere tutto che costruire un minimo, e i vetrini colorati del Cristobal Colon di turno sono sempre là, pronti ad ingannare chi della semplicità ne ha fatto una ragione di vita.

    Hasta Cuba!

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