tag:blogger.com,1999:blog-25342459718290620352024-03-13T00:32:05.456+01:00storie e racconti di un viaggiatorecilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.comBlogger48125tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-12699974917832907962016-05-29T19:35:00.002+02:002016-05-29T19:35:40.905+02:00A PIEDI SULLA STRADA FERRATA<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJObteEvIH3g9s9VNZjhdvnqASPa-glL7gCbqAER93N34ubrvedXSUdwrr8BWaatVZMgHp5KK7dFVcQTy5GzUJge2prNR8qGiMNYasG6h_NwzreqQjEwACNuOj0ZyNrQcTutRsN6MGSOqY/s1600/scriptavolant.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJObteEvIH3g9s9VNZjhdvnqASPa-glL7gCbqAER93N34ubrvedXSUdwrr8BWaatVZMgHp5KK7dFVcQTy5GzUJge2prNR8qGiMNYasG6h_NwzreqQjEwACNuOj0ZyNrQcTutRsN6MGSOqY/s320/scriptavolant.jpg" width="240" /></a>Racconto selezionato al concorso letterario "Scripta VOLant" organizzato dall'associazione V.O.L.O.e pubblicato della EDARC Edizioni<br />
<br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]-->
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 22.0pt; mso-line-height-rule: exactly; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Book Antiqua"; mso-bidi-font-family: "Book Antiqua";">Prendere
il ritmo delle traversine non è cosa facile. I sessanta centimetri che le
distanziano sono troppo corti per un passo regolare, eppure dobbiamo iniziare a
prenderne l’andatura. Friuli, zona pedemontana, una linea ferroviaria che nella
sua parte più antica ha compiuto da poco i 100 anni. I treni dal luglio del
2012 non passano più, la circolazione è ufficialmente interrotta a causa di uno
smottamento che ha provocato lo svio del treno, da allora servizio sostituito
con bus. Siamo venuti da Roma appositamente per percorrere a piedi i 75 km che
separano Sacile da Gemona e per dare, se possibile, un contributo alla sua
riapertura.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Viaggiare con lentezza,
un’andatura di pochi chilometri che ti permette di entrare in contatto con lo
spazio ed il tempo, che ti offre la possibilità di raccogliere storie e che ti
consente di apprezzare la fatica e di amare le piccole gioie. E’ così ci siamo
ritrovati sotto un caldo cocente ed un clima inatteso a seguire per cinque
giorni, come fossimo una locomotiva, i binari di una ferrovia che va verso
l’abbandono ma che può vantare un ricco patrimonio di idee ed uomini. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Book Antiqua"; mso-bidi-font-family: "Book Antiqua";">Stazione
di Sacile, linea in esercizio. Usciamo </span><span style="font-family: "Book Antiqua";">dall'edifico
e percorriamo qualche centinaio di metri sulla stradina che costeggia la tipica
recinzione in cemento delle FS. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La
nostra tratta si allontana dolcemente dalla direttrice principale, è il punto
buono per iniziare a calpestare le traversine. </span><span style="font-family: "Book Antiqua"; mso-bidi-font-family: "Book Antiqua";">I primi passi sulla
massicciata rappresentano il momento del non ritorno, quel breve istante in cui
ti rendi conto che il filo si spezza e che le ultime indecisioni,
preoccupazioni e timori cadono, dopo di che tutto diventa leggero e l’avventura
ha inizio. San Liberale è la fermata degli studenti, suona la campanella è te
li ritrovi seduti vicino come se fossero in attesa di un treno che non passerà.
Fa un certo effetto vederli animare un luogo che ormai è privato della sua
funzione originale. Poi d’improvviso scappano tutti a prendere i pulman che li
riportano a casa, ormai non hanno alternative e non possono perdere quel mezzo
che già li costringe ad itinerari e tempi maggiori. </span><span style="font-family: "Book Antiqua";">Numerosi gli incroci con strade e stradine,
le sbarre dei passaggi a livello sono state rimosse e le auto hanno ormai la
precedenza indisturbate. Per qualche chilometro continuiamo a costeggiare
abitazioni, l’erba ai lati del binario è tagliata. Nulla fa pensare che sia una
ferrovia senza traffico. U</span><span style="font-family: "Book Antiqua"; mso-bidi-font-family: "Book Antiqua";">n raccordo industriale connette con una
grande fabbrica fumante. I suoi prodotti in acciaio da tempo hanno preso un’altra
direzione, il trasporto ormai è tutto su gomma. Più inquinamento, più rischi,
più sfruttamento, in questa nostra nazione sembra che il traffico delle merci
su ferro debba restare relegato a poche tonnellate. </span><span style="font-family: "Book Antiqua";">Il segnale di protezione ci fa comprendere
di essere giunti finalmente alla stazione di Budoia-Polcenigo. </span><span style="font-family: "Book Antiqua"; mso-bidi-font-family: "Book Antiqua";">Siamo
stanchi ma entusiasti, le temperature elevate ci hanno messo in dura difficoltà
ma la prima tappa è con piacere al termine.</span><span style="font-family: "Book Antiqua";"> Il luogo sembra essere rimasto immobile nel tempo, il fabbricato
viaggiatori è in buona condizioni, il giardino è curato e manutenuto, la
fontanella sgorga acqua fresca e l’ufficio movimento appare ordinato e pronto a
dirigere la circolazione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Book Antiqua";">Stefano 23 anni di Tarvisio dopo aver
scoperto del nostro progetto ha deciso di unirsi e di percorrere con noi i
restanti chilometri. Poche falcate sulla massicciata è scopriamo che la sua
compagnia sarà molto piacevole. Macchinista ed appassionato di ferrovia condivide
questa passione insieme ad altri volontari che si adoperano per la salvaguardia
del raccordo ferroviario Carnia – Tolmezzo al fine di un futuro utilizzo con locomotori
storici</span>. <span style="font-family: "Book Antiqua";">Prima di rimetterci in
marcia ci capita di essere riconosciuti da un signore pugliese che lavora per
un ditta che costruisce distributori di benzina. Ha letto di noi sul giornale e
si schiera da subito con questo piccolo gesto di solidarietà ben consapevole di
cosa significa essere privati di un trasporto pubblico su ferro. La stazione di
Aviano nella mia mente si associa inequivocabilmente alla base aeronautica
della NATO ed alle mie esperienze personali. E’ da qui che partirono i cacciano
che bombardarono la Serbia
nel 1999 e i cui effetti collaterali ho potuto vedere qualche anno fa nella mia
visita di Belgrado. O ancora la tragedia della funivia di Cavalese quando un
caccia impiegato in wargames tranciò i cavi provocando una strage. La fermata
di Marsure non veniva effettuata già in precedenza, il vecchio edificio è in
stato di abbandono e con la porta aperta. Impossibile resistere alla curiosità.
Spazzatura sparsa, qualche scritta sui muri, vetri rotti, divani e poltrone.
Sembra che sia stata il riparo di qualcuno o il luogo in cui passare delle ore
per qualche ragazzo. Un libro aperto e buttato in un angolo colpisce la mia
attenzione, è la guida alle osterie d’Italia del 1996.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Come sempre è nel momento del bisogno che si
aprono le vie ad incontri eccezionali. E’ bastata la necessità di un po’ di
acqua fredda per farci bussare alla porta di Giuliano ed entrare così in
contatto con un mondo che non esiste più. Un uomo incredibile da un cuore d’oro
e una gentilezza infinita. La sua esistenza è tutta contraddistinta dallo
scandire dei convogli ferroviari. Nipote di quella che per tutta la vita fu la
titolare del casello è nato e vissuto sempre qui. Grande appassionato e
profondo conoscitore di ferrovie ne è anche un accanito collezionista. La sua
casa è a tutti gli effetti un piccolo museo che varrebbe la pena di visitare.
Si da un gran da fare per mantenere in efficienza e pulita la piccola tratta di
binario dove vive ed il suo rammarico per la chiusura è così forte che solo la
passione e la speranza per veder tornare a circolare la littorina riescono a
compensare. Ha decine di aneddoti da raccontarci come quella volta che il
convoglio internazionale Vienna – Roma fu deviato proprio qui o ancora che fino
al 1980 vivevano senza elettricità e che tutto era regolato in funzione degli
orari dei treni. Il tempo in sua compagnia scorre veloce ma i numerosi orologi
che scandiscono il batter delle ore ce lo ricordano di continuo. Saremo suoi
ospiti per la notte e ritorneremo qui solo dopo l’incontro nella stazione di
Montereale Valcellina con un gruppo di giovani architetti che ci illustreranno
la loro interessante proposta di salvaguardia e recupero di quel prezioso
patrimonio che è la ferrovia Pedemontana.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "Book Antiqua"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span>cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-79056642181878819402015-12-03T23:10:00.001+01:002015-12-03T23:31:50.234+01:00MAROCCO, alcune informazioni<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="//img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" />
<style>
st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbVa6uYegE19z-uO7Jaqd7R_zLeGIQnpDI-Xo6xxdfCIG4Q-9CrpJQc5v2LnPuQgla8I4ttNtiIP9IgOz6MmsXxsijmheXhjQgzXzTRjXb-wzz7USgnOLrCU25uCb8PiVvBeRsZGvrzFF3/s1600/DSC_0019.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbVa6uYegE19z-uO7Jaqd7R_zLeGIQnpDI-Xo6xxdfCIG4Q-9CrpJQc5v2LnPuQgla8I4ttNtiIP9IgOz6MmsXxsijmheXhjQgzXzTRjXb-wzz7USgnOLrCU25uCb8PiVvBeRsZGvrzFF3/s320/DSC_0019.JPG" width="320" /></a><span style="mso-bidi-font-family: Mangal;">Di recente ho visitato il Marocco, splendido paese del Maghreb, girandolo solo per una piccola parte. Ho potuto però apprezzare le bellezze di questa terra. Di seguito alcune informazioni pratiche per chi volesse fare un giro.</span><br />
<br />
<span style="mso-bidi-font-family: Mangal;">Il volo fatto con la compagnia low-cost Ryanair che effettua collegamenti da Roma per Marrakech, Rabat e Fes. </span><br />
Per entrare nel paese serve il passaporto ma non è necessario nessun visto, dovrete solamente compilare un piccolo modulo sia all'arrivo che alla ripartenza<b> </b>da consegnare ai controlli della dogana in aeroporto.<b><span style="mso-bidi-font-family: Mangal;"><br /></span></b><br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<b><span style="mso-bidi-font-family: Mangal;">Marrakech:</span></b></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Il bus n 19 porta da aeroporto al centro con partenza
circa ogni 20 minuti, ferma vicinissimo Jeema El Fna costo 30 DH (50 DH a/r).
Numerossissimi i riad o gli alberghetti economici per dormire. io ho
soggiornato all' Hotel Aday, Derb Sidi Bouloukat, abbastanza facile da trovare,
vicino hotell essaouria, dalla piazza prendete Riad Zitoun Lakdim (è l'ultima
via a sudest) e poi praticamente la prima via a destra dopo circa 100/150
metri. costo per una camera doppia senza bagno 150 dh.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Per mangiare tantissime le possibilità che evito di dirvi
nulla, ve però partite o arrivate verso ora di pranzo dalla stazione dei bus
CTM, li di fronte ci sono due tre ottimi chioschetti che fatto carne alla
griglia con cipolline e popodorini veramente buoni, un piatto con il pane costa
20dh.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Da vedere oltre la medina con i vari i souq, palazzo
bahia, (10 dh), le tombe saadiane (10 dh) e i giardini Majorelle (70dh) prezzo
eccessivo per quello che ce da vedere, onestamente nulla di eccezionale.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
i Bus cittadini della ALSA costano 4 dh a corsa , potete
prenderlo per raggiungere la stazione dei treni o quelle di CTM o Supratours
(verificate ma dovrebbero essere i n. 10,8,14), ma volendo sono raggiungibili
anche a piedi con una camminata di circa 20-30 minuti.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Da Marrakech parte sia un bus CTM (ore 8.00) che uno
Supratours (ore 8.30) in direzione est</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Marrakech - Tinghir con Supatours 135 dh + 5 dh per
bagaglio a persona, 8 h circa</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<b><span style="mso-bidi-font-family: Mangal;">Gole di
Todra</span></b></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Da Tinghir o Tinerhir (la città è chiamata in entrambi i
modi) per raggiungere le gole di todra potrete prendere o un gran taxi (taxi
collettivo) o un minubus. Rispetto alla fermata dei bus supratours/ctm il
parcheggio dei minibus si trova nel piazzale li vicino a dove siete scesi,
vedetre anche i gran taxi ma quelli non vanno verso Todra; mentre i gran taxi
per le gole si trovano in una piccola piazza a circa 200/300 metri ad est
rispetto al vostro arrivo (proseguite sulla strada nella stessa direzione da
come arrivavate e li trovate sulla vostra sinistra grosso modo di fronte la Posta). La strada che porta
alle gole è piena di posti da dormire, personalmente vi suggerisco di
alloggiare proprio nel centro delle gole (il punto paesaggisticamente più bello
e dove le alte pareti chiudono la strada in una strettissima gola) se siete con
i mezzi pubblici ovviamente. Ci sono alcuni alloggi in quel punto, in
particolare il Auberge De La
Vallée e l' Etoli du Gorges dove ho dormito, posto molto
carino e tipico, una camera doppia con colazione 200 dh, ovviamente visto che
nei dintorni non vi è nulla è possibile mangiare negli alloggi, il costo non è
bassissimo un tajne o un cous cous, molto buoni, circa 60 dh.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Consiglio di fare una bella passeggiata all'alba nelle
gole.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Tinghir - Gorges du Todra e viceversa con gran taxi o
minibus 7 dh a persona</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<b><span style="mso-bidi-font-family: Mangal;">Deserto
Merzouga </span></b></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Da Tinghir il viaggio è abbastanza lungo e spezzettato,
ovviamente dipende a che ora si vuole farlo. La soluzione migliore è prendere
il bus Supratours che parte da Marrakech ed arriva diretto a Merzouga in serata
verso le 21. Dovendo invece essere a Merzouga per le 15/16, le escursioni con i
dromedari nel deserto partano tutte verso le 16.30, fatto il viaggio
di mattina. Da Tinghir vi è un bus locale che parte verso le 8.30 e che arriva
ad Erfoud, avendolo perso ho preso un altro bus locale (ore 9.30) fino a
Tinejdad, da li o minibus (ma il primo partiva alle 13) o cercate un gran taxi partano
entrambi dalla gare de routiere. Questa è la tratta più impegnativa per
riempire un gran taxi, siamo stati fortunati ed in pochi minuti si è ripartiti.
Da Erfoud, se arrivate in gran taxi, siete già nella stazione prendente un
altro per Rissani. una volta arrivati là dovrete spostarvi percorrendo la via
principale, ci sono anche alcuni posti dove mangiare, per arrivare all'altro
capolinea dei gran taxi per Merzouga, le due stazioni distano meno di 1 km.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Per fare l'escursione con i dromedari mi sono affidato a
Moha Tours ( http://www.mohatours.com ) Moha ed il fratello gestiscono
questa agenzia ed un ottimo ed economico servizio per fare l'escursione nel
deserto. Mettetevi d'accordo con Moha per incontrarvi a Rissani o per farvi
aspettare lungo la strada per Merzouga, in quanto la loro base di appoggio, un
piccolo e spartano riad in cui lascierete i vostri bagagli e in cui la mattina
successiva farete colazione e la doccia, non si trova proprio vicino al centro
della cittadina.Moha si offrirà anche di prendervi o portarvi da Rissani ma il
costo, a meno che non siate 4, è superiore a quello del gran taxi. Bevendo un
the alla menta Moha vi spiegherà dell'escursione ed in attesa della partenza
potete riposarvi nel suo riad. Il costo per l'escursione con i dromedari, la
cena e l'alloggio nella tenda berbera, la colazione e doccia nel riad è di 30€
cioè 325 DH a persona. Da evidenziare che l'accampamento di cui dispone Moha è
indipendente e non si trova in comune con altri, anche se non lontanissimo,
quindi potete godervi in tutta pace e tranquillità la notte sotte le magnifiche
stelle e la luna. All'alba arrampicatevi su una duna ed ammirate il sorgere del
sole</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Tinghir-Tinejdad bus locale 15 dh + 5 per bagaglio (forse
contrattabile a meno) circa 1h</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Tinejdad - Erfoud gran taxi 35 Dh circa 1 h e 30'</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Erfoud - Rissani gran taxi 8 DH circa 30'</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Rissani-Merzouga gran taxi 15 DH circa 1 h</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<b><span style="mso-bidi-font-family: Mangal;">Gole du
Dades</span></b>:</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Per ritornare indietro vale lo stesso discorso fatto in
precedenza. O prendete i vari gran taxi oppure vi è un bus locale da Erfoud con
partenza alle ore 15. Optato per la prima soluzione per poter arrivare prima
nelle gole. Da tinghir partono minibus diretti alle gorges du dades in
alternativa arrivate a Boumalne du Dades e da li cercate gran taxi o minibus.
Circa 30 km
da Boumalne fino al punto più spettacolare delle gole, dove le pareti di roccia
si ristringono fino a toccare quasi la strada, anche se a differenza di quelle
del Todra, lungo tutti i 30 km
di strada potrete ammirare dei panorami fantastici ed indimenticabili. Per
l'alloggio vi sono una vasta gamma di opzioni, il consiglio se siete con mezzi
pubblici e di fermarvi in uno fra il villaggio di Ait Oudinar (ci sono 3
sistemazioni) e il punto panoramico delle gole (lungo questa strada ci sono diversi
posti per dormire, molti dei quali vicini, raccolti in gruppi di tre o
quattro). Comunque da Ait Oudinar fino il punto più stretto delle gole sono circa 3 km e potete percorrerli
tranquillamente a piedi. Resterete sorpresi dalla bellezza del panorama anche
nel tratto che vi ricondurrà verso Boumalne, per tornare indietro anche qui
minibus o gran taxi oppure autostop. Potrete sempre incamminarvi per godere del
panorama e fermare il primo mezzo utile quando vi siete stufati. attenzione che
potrebbero non essere molti i mezzi per ritornare a Boumalne.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Alloggiato nel Auberge de Gorges de Dades o anche Auberge
Ait Oudinar, chiederanno cifra esagerata, contrattate il prezzo. una camera
doppia con colazione e cena per due 350 DH, ma forse si ottiene anche a meno.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Merzouga-Rissani gran taxi 15 DH circa 1 h</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Rissani-Erfoud gran taxi 8 DH circa 30'</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Erfoud- Tinejdad gran taxi 35 Dh circa 1 h e 30'
(partiti con solo 3 passeggeri a 50 dh a testa dopo attesa di 30 minuti,
l'autista ci ha fatto la proposta)</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Tinejdad - Tinghir gran taxi 20 Dh circa 1h</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Tinghir - Gorges du Dades minibus 30 Dh circa 1 h e 30' </div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Gorges du Dades - Boumalne minibus 5 dh (salito però a
metà strada)</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<b><span style="mso-bidi-font-family: Mangal;">Ourzazate:</span></b></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Prima di giungere nella cittadina di Ourzazate, sosta
nell'oasi di Skoura per ammirare la fantastica Kasbah di Amerhidil, ne vale
assolutamente la pena. Da non perdere. La kasbah è raggiungibile dalla strada
principale con una brevissima camminata nel palmeto o lungo la stradina
sterrata che vi ci conduce. il gran taxi si è fermato proprio li davanti e un
ragazzo ci ha accompagnato facendo da guida anche alla visita della kasbah, ne
avrei fatto a meno ma non era facile liberarsi in quella situazionee e
sicuramente non avrei trovato la scorciatoia che attraversa il palmeto e
conduce all'entrata. Cmq si accontentato di una piccola mancia. La
kasbah, nelle quale è possibile anche dormire e mangiare è divisa in due
proprietà ed è possibile visitare entrambe le parti, facendo un giro completo
sia dell'interno che dell'esterno per 10 dh a persona per ognuna delle due
parti. Potete anche visitare una sola della due, in effetti le cose diverse da
vedere non sono moltissime. I propeterari delle kasbah sono due fratelli,
qualcuno parla anche italiano, e possono fare lo stessi da guida, non so a
quale costo. </div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Una volta tornati sulla strada principale fermate un gran
taxi o bus e proseguite per Ourzazate. Potrete fermarmi in questa tranquilla
cittadina, poco da vedere ma molto tranquilla e con pochi turisti, la maggior
parte sono di passaggio. Date un occhiata alla Kasbah di Taourirt, alla piazza
centrale affollata di gente, nulla a che vedere però con Djema di Marrakech e
se siete appassionati di film agli studios cinematografici che si trovano in
città.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Per dormire un'ottima soluzione, economica, pulita e ben
tenuta è l'Hotel Royal camere doppie spaziose con bagno in camera a solo 150
dh. Per mangiare nelle stradine adiacente e sulla principale alcuni piccoli
ristorantini.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Gorges du Dades - Boumalne minibus 5 dh (salito però a
metà strada)</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Boumalne- Skoura gran taxi 30 Dh circa 1 h</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Skoura-Ourzazate gran taxi 25 Dh (ma credo potete
contrattare a meno) 30' circa</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<b><span style="mso-bidi-font-family: Mangal;">Rabat:</span></b></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Da Ourzazate si ritorna a Marrakech, numerosi i bus, e da
li con un treno a Rabat. La stazione di Rabat Ville, non sbagliate perchè c'è
anche Rabat agdal, si trova proprio in centro, a meno di un km a sud della
medina. La città, che per fortuna non è ancora così turistica, è molto
graziosa. Girare per la sua medina è molto più tranquillo e rilassato rispetto
a Marrakech ed inoltre potrete fare buoni acquisti. Anche qui cibo per tutti i
gusti, ottima la pasticceria nella piazza della medina, come i vari negozietti
con panini che trovate lungo Ave mohammed V sempre nella medina, o nei dintorni
della stazione. Da vedere assolutamente la Kasbah azzura di Oudaias, potete anche visitare
la torre di hassan e la tomba di mohammed V oltre che la Chella (dove vi sono i
resti della città romana e di quella araba dei merinidi). La possibilità di
alloggiare sono invece molto inferiori, vi sono però alcuni alberghetti
economici, fra questi ho dormito all'Hotel Doghmi, situato sulla piazza
all'inizio della medina. Camera doppia con bagni in comune a 140 Dh, doccia
calda 10 DH.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Per raggiungere l'aeroporto di Rabat-Salè potete prende il
bus shuttle che parte di fronte la stazione circa 2 h prima della partenza dei
voli mentre per il percorso inverso la partenza è prevista un'ora dopo arrivo
dei voli. costo 20 dh, gestito dalla compagnia Stareo</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Marrakech-Rabat treno 120 dh diverse partenze al giorno
circa 4h 30'</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Gare Rabat Ville- Aeroporto Rabat-Salè bus Stareo 20 Dh
circa 30' (orari in base ai voli)</div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-82472633310060316392015-12-03T22:42:00.001+01:002015-12-03T23:12:16.777+01:00CON L'ECO DEI TRENI. A piedi sulla strada ferrata<h1 style="text-align: center;">
L’arrivo a Gemona, la fine del viaggio</h1>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3k9f17-ncnnZYg-VcIRJN6TEQ7R8R2ZY-WAbLfMy6nf_jAlsI-h97S7Z31CIccAdg1B2Db4uPliZz8VzMIF5ucdov1yPPnsLXgdfJRdUPr3GM6xpsUsU2ZFdmSNbx0F0gkc_L8B4Y1UzV/s1600/treno+gemona.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3k9f17-ncnnZYg-VcIRJN6TEQ7R8R2ZY-WAbLfMy6nf_jAlsI-h97S7Z31CIccAdg1B2Db4uPliZz8VzMIF5ucdov1yPPnsLXgdfJRdUPr3GM6xpsUsU2ZFdmSNbx0F0gkc_L8B4Y1UzV/s320/treno+gemona.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">foto di Giuliano Guida</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-weight: normal;"><b>Ultima tappa del reportage di viaggio
che ci ha condotto a piedi lungo i binari più remoti del Paese, sulle
strade ferrate inoperanti a causa della lenta (e insensata) dismissione a
favore del trasporto su gomma . Gemona, la fine del viaggio, e sempre
la stessa certezza: “ La Pedemontana del Friuli è amata dalle persone
del posto”.</b></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small; font-weight: normal;"><i>pubblicato il 25 settembre 2015 su "<a href="http://www.lacittafutura.it/dibattito/e-una-battaglia-di-civilta-mantenere-il-treno.html" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></h2>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-weight: normal;"><b></b></span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Viviana, oltre ad essere la mamma di
Davide, è stata anche sindaco di Osoppo nei primi anni del 2000; la
incontriamo per caso appena arrivati in città ed approfittiamo per farci
due chiacchiere. “Purtroppo non esiste una politica dei trasporti che
incentivi l’uso della ferrovia, provincia e regione preferiscono la
gomma anche perché l’azienda di trasporto pubblico ha fra i soci i
comuni, che possono così spartirsi i dividendi. Pensate, qui a Rivoli
sorge una zona industriale con oltre 2000 lavoratori, eppure non c’è un
treno che possa portarli al lavoro, ma neanche prima quando circolavano,
infatti il servizio fra Gemona e Pinzano veniva effettuato solo la
domenica”. Storicamente il treno veniva molto utilizzato, questa fu una
zona di emigranti per tutti gli anni ‘50-’60 e “nell’immaginario
collettivo rappresenta ancora la miseria, la povertà. Nei ricordi vi è
l’immagine del migrante con la valigia che lascia la sua terra”. Anche
lei è convinta che la frana sia stata un pretesto, quell’occasione tanto
aspettata da alcuni, e crede che il vero motivo sia l’ignavia. “Si la
linea può riaprire ma deve esserci la volontà di farlo, si deve
potenziare l’offerta adeguandola alle esigenze dei viaggiatori e
soprattutto fornire un servizio efficiente che sia connesso anche ad uno
sviluppo turistico”. Come molte altre persone incontrare ha un legame
affettivo con la littorina, un mix di memoria personali ed esperienze,
cita i viaggi da adolescente a Pinzano o Sacile ed i felici momenti
dell’infanzia con i campi scout nei dintorni di Cavasso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Siamo sul marciapiede del primo binario,
vicino a noi la sala del Dirigente Movimento, la stazione è attiva e
presenziata, il capostazione regola il traffico dei treni merci fra qui
ed Osoppo. Difficile e vietato proseguire a piedi lungo la ferrovia,
anche se non si potrebbe potremmo utilizzare lo stradello o le stradine
che costeggiano la via ferrata. Discutiamo, le nostre posizioni sono
contrastanti. Un signore ci chiede chi siamo e cosa facciamo e dopo
avergli parlato del nostro viaggio ci informa di essere un ferroviere in
pensione, un ex capostazione proprio di questa linea. “Sapete le linee
erano due una volta, quella Gemona-Pinzano-Sacile e poi Pinzano-Casarsa
,ma quest’ultima venne chiusa già alla fine degli anni sessanta
costringendo molti dalla zona di Spilimbergo a recarsi a Pinzano per
prendere il treno. Così quello era diventato il principale punto di
viaggiatori”. Poi ci fa un po’ di storia, “linea a singolo binario non
elettrificata, prima sotto dirigenza unica collocata a Spilimbergo e
successivamente a Pinzano, anche dopo il passaggio alla dirigenza
centrale. Dalla fine degli anni novanta in questa stazione i treni
circolavano solo nel fine settimana e dalla metà dei duemila più
nessuno. Di fatto in quella data la linea era già stata chiusa al
trasporto passeggeri. C’è stata una volontà chiara e precisa in questo,
una strategia che si ripete simile in tutta Italia. Corse messe in orari
inservibili, disservizi continui, sostituzione dei treni con i bus ed
infine chiusura della linea. Dal nord al sud è uno stillicidio
continuo”. Ci salutiamo con una sua valutazione, “sono sicurissimo che
la Pedemontana possa avere una grande utilità al servizio degli abitanti
di questa regione ma anche per uno sviluppo turistico dell’area e per
il trasporto delle merci delle innumerevoli fabbriche. Beh eventi
particolari potrebbero richiamare una grande attenzione, penso in
particolare ai treni storici a vapore”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ed incredibilmente fra una chiacchiera e
l’altra anche il nostro problema si risolve in una maniera imprevista
ma ben accetta. Rimediano un passaggio a bordo di un treno in partenza,
montiamo sul locomotore con i due macchinisti e percorriamo così in
senso figurato anche questi ultimi 4 km di traversine. Gemona, fine del
viaggio ma inizio di nuove avventure, ad accoglierci trionfalmente
troviamo Enrico, ormai una garanzia ed un punto fermo per noi ed Andrea,
quarantenne di Gemona e principale animatore del Comitato Sacile-Gemona
nonché componente del Comitato Pendolari Alto Friuli e, soprattutto,
colui che ci ha fornito preziosi contatti per i nostri incontri
trasformando questo viaggio in un’avventura indimenticabile. La sua
disponibilità e gentilezza è impagabile e lo appureremo ulteriormente
nei giorni successivi in cui ci farà da guida per la natia cittadina.
Saluti abbracci e ringraziamenti reciproci. La stazione è invasa da un
gruppo di circa 20 ciclisti, “vedete”, ci dice, “vengono dall’Austria,
hanno percorso la ciclabile dell’Alpe Adria costruita sul tracciato
ferroviario della vecchia Pontebbana ed ora stanno aspettando il
Micotra, il treno che effettuata il servizio biciclette con apposita
carrozza e che collega il Friuli alla Carinzia. Il servizio è affidato
alla società ferroviaria regionale Fuc tramite materiale OBB (ferrovie
austriache), purtroppo Trenitalia dal 2009 ha tagliato i collegamenti
transfrontalieri e di trasportare bici neanche a parlarne. Da quando è
partito questo servizio nel 2012 e grazie alla splendida ciclabile, un
flusso continuo e numeroso di cicloturisti raggiunge la nostra
cittadina. Pensate, un analogo servizio sulla Pedemontana sarebbe
perfetto, il collegamento ideale che porterebbe un ulteriore sviluppo
aumentando i visitatori di tutta la zona”. La bellezza e l’incanto di
questo tracciato che passa su ponti e galleria di fine ottocento lo
verificheremo un paio di giorni dopo, quando insieme ad Enrico, Andrea e
Davide, percorrendo in bici i circa 60 km che da Tarvisio portano a
Gemona; come noteremo attentamente che in un giorno infrasettimanale
saranno una decina i ciclisti che alle 7 del mattino monteranno sul
Micotra per raggiungere il confine.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Gemona, cittadina di 11.000 abitanti è
il comune più popoloso a nord di Udine, colpita dal terremoto del 1976
che provocò oltre 400 vittime vanta una gradevole zona storica che porta
ancora indelebili i segni della tragedia. Una mostra fotografica
infatti ripercorre la storia del borgo mentre le colonne del duomo sono
rimaste storte in ricordo di quel tragico momento ed infine un centro
sportivo e ricreativo è stato realizzato su una collinetta creata con le
macerie del sisma. Il centro storico è stato completamente riedificato
come era in origine mentre i lavori di ricostruzione del castello non
sono ancora terminati ma dalla sua sommità si può ammirare uno
sbalorditivo panorama, con le verdi montagne che sovrastano l’abitato.
L’origine medievale, era un comune autonomo già nel 1200-1300, oltre che
dalla undici contrade e dalla porta di Udine, l’ultima rimasta in
piedi, viene ricordata con la festa medievale di agosto e dall’evento
del tallero.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il sindaco ci aspetta in municipio per
un breve incontro.”La linea aveva una ricaduta importante nel tratto
pordenonese, meno nel gemonese ma comunque era significativa per gli
studenti che arrivavano in città. Pertanto bisogno legarla ad uno
sviluppo turistico considerando le numerose bellezze ambientali che ci
sono, mi auguro che nell’immediato futuro tanti turisti possano
percorrere la pedemontana in treno”. Ci parla poi dell’impegno della
comunità montana e della provincia per la realizzazione di una rete di
piste ciclabili in connessione fra loro, un’importante volano turistico
ma anche un’occasione di svago e di mobilità lenta per gli abitanti del
distretto. “Aspettiamo l’esito dello studio di fattibilità, i costi
economici sono ingenti ma se vi è un vantaggio sociale, come ridurre il
numero di automobili, si possono avere anche delle perdite. E poi sono
numerosi gli operai della zona industriale di Osoppo che potrebbero
giungere in fabbrica con il treno, certo vi è la necessità di rimodulare
l’orario dei treni in base ai turni di lavoro e a quelli delle scuole.
E’ il momento di fare scelte importanti e la regione deve metterci i
soldi”. Il sindaco si ricorda di aver viaggiato diverse volte su questa
linea e di essersi preso una forte otite perché passava il tempo fuori
dal finestrino ad ammirare i paesaggi meravigliosi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Arriva per noi il momento di festeggiare
è così si va a cena con alcuni degli amici che abbiamo incontrato e
conosciuto durante il viaggio e qualcuno nuovo. La scelta del posto
ricade sul ristorante Willy dove nel cortile campeggiano una Locomotiva
FS E.626, prima motrice a trazione 3 KV corrente continua costruita fra
gli anni venti e trenta, e la locomotiva a vapore FS 835, costruita fra i
primi del novecento e gli anni 20 e rimasta in servizio fino al 1984
negli scali e sui raccordi di tutta la rete italiana. “Parlavamo di cosa
fare contro la chiusura della linea, non potevamo rimanere inermi, e
così venuta l’idea dello striscione che vedete ed è nato il Comitato
Sacile-Gemona” ci raccontano gli attivisti della ferrovia. “Abbiamo
appeso il nostro striscione al Comune di Gemona e da lì è partita la
staffetta che in 30 giorni ha percorso tutta la tratta, e in questo modo
il nostro vessillo con la scritta <i>Trenitaglia ridacci il nostro treno</i> ha risaltato sui palazzi di tutti gli enti locali per 2-3 giorni cadauno”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Andrea ci conferma che vi è stato un
movimento generale, una partecipazione globale, “che ha visto i
pendolari, la popolazione, gli enti locali, dar vita a staffette,
incontri. E’ una battaglia di civiltà mantenere attivo il treno”. Teme
che il prezioso patrimonio rappresentato dalla Pedemontana e da questa
lotta di civiltà possa disperdersi, a distanza di tre anni non si è
ottenuto ancora niente ed è preoccupato che la ferrovia cada nel
dimenticatoio considerato anche che lo studio di fattibilità doveva
essere depositato a fine maggio ma di cui non si sa ancora nulla. “Ho
paura che la gomma abbia la preferenza invece bisognerebbe ampliare
l’asse del ferro e poi solo dopo integrarlo con la gomma, dobbiamo fare
un salto di qualità e la regione deve impegnarsi in questo. Il Friuli
Venezia Giulia è isolato dal punto di vista ferroviario, l’Italia
dell’alta velocità finisce a Mestre, ma con la Pedemontana gli abitanti
dell’alto Friuli impiegavano un’ora in meno rispetto alla direttissima
Udine-Venezia”. Poi, come sempre, emergono i ricordi personali, “da
ragazzo facevo ciclismo agonistico e prendevo sempre il treno per
raggiungere Sacile dove mi allenavo con la squadra”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sandro fa parte del circolo di
legambiente e collabora da anni con il periodico gemonese Pense e
Maravè, ci vuole intervistare e noi cogliamo l’occasione per parlare un
po’ con lui. “Sono nato a Travesio nel casello prima della stazione, mio
padre era ferroviere. Ho studiato a Padova ma la più grande
soddisfazione era scendere a Sacile e prendere la littorina per tornare a
casa”. La possibilità che ritorni a circolare è fondamentalmente un
aspetto politico, basterebbe quello per riattivare la linea e per questo
crede che vi sia la necessità di mantenere una forte e costante
pressione sulle istituzioni, tenere alta l’attenzione anche perché la
gente sta riscoprendo l’importanza di una mobilità dolce, di trascorrere
il tempo in maniera diversa, di saper godere dei momenti che si hanno.
“Una volta da bimbo mio padre mi portò a caccia con lui, erano le 4 del
mattina ma io rimasi sul treno che ripartì, così per fermarlo pensò bene
di sparare qualche colpo”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Romano Vecchiet ci accoglie nel suo
studio fra vecchi libri ed un’atmosfera di antichità. Oltre ad essere il
direttore della Biblioteca Civica di Udine è un grande appassionato,
conoscitore ed amante di treni e ferrovie; ha scritto alcuni volumi sul
tema affrontando sia il contesto locale che quello internazionale. Nato a
S. Daniele del Friuli, ha trascorso la sua vita proprio a ridosso della
Pedemontana e dopo aver ascoltato con passione e curiosità la nostra
avventura arriva il suo momento di parlare. “Il primo viaggio in treno
da solo l’ho fatto da Cimano, che era la fermata del mio paese natale,
fino a Sacile su una ALn772. Il biglietto era manuale e me lo fece
l’assuntore”. Per anni veniva a lavorare la domenica esclusivamente
perché era l’unica giornata in cui il treno circolava sull’intera tratta
Sacile-Gemona, lui saliva a Pinzano e poi prendeva la coincidenza per
Udine, “erano le tre ore più belle della settimana, le aspettavo con
gioia ed ansia”, tanto impiegava per arrivare a destinazione, dopodichè
qualche oretta di lavoro e poi si ritornava indietro. “Eravamo
spessissimo solamente io ed il macchinista. Purtroppo negli ultimi anni
ho dovuto rinunciare anche a questo piacere, in quanto non avevo più una
coincidenza per il ritorno.” “Il problema principale sta proprio qua,
la volontà di fare orari assurdi, non congeniali, insomma fare di tutto
affinché i viaggiatori siano il meno possibile, un controsenso eppure
sembra essere la logica che guida le FS”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci confida che perfino il ministro Barca
restò sorpreso del forte interesse delle persone del luogo per il
recupero della ferrovia e per le molte proposte avanzate. “Bisogna
scardinare la cultura del trasporto privato, che dà il senso della
libertà ma che in realtà è solamente una prigione e contestualmente
incentivare al massimo il trasporto pubblico in particolare quello
ferroviario. La Sacile-Gemona può avere una grossa utilità, se tutti i
Comuni, anche quelli più lontani, mettono il treno al primo posto come
mezzo di locomozione, usato per raggiungere destinazioni più lontane
mentre l’intermodalità con la gomma deve servire per arrivare nelle
stazioni ferroviarie”. Ci salutiamo con le seguenti parole che non
possiamo non condividere, l’essenza stessa di questo viaggio ne è
fortemente impregnata ed influenzata: “La Pedemontana del Friuli è amata
dalle persone del posto”.<br />
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small; font-weight: normal;"><i>pubblicato il 25 settembre 2015 su "<a href="http://www.lacittafutura.it/dibattito/e-una-battaglia-di-civilta-mantenere-il-treno.html" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></h2>
</div>
<h1>
</h1>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-1737638188931279812015-10-03T12:14:00.003+02:002015-10-03T12:14:35.255+02:00CON L'ECO DEI TRENI. A piedi sulla strada ferrata<h1 style="text-align: center;">
Era bello vivere in stazione</h1>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrvI-JcrRS39QVhovtfyNKkMD1QkP6k4_xrPqdVqDm4zu8x8MCCrelw6k5gasnKNXWWEOCBqw7Ap6O_QjNjSTx4Wh7fBsVzueNtsPAJExBOdITl8ISdQWJDUuX5VOBRYgbPkIjHSbOnNuU/s1600/gemona.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrvI-JcrRS39QVhovtfyNKkMD1QkP6k4_xrPqdVqDm4zu8x8MCCrelw6k5gasnKNXWWEOCBqw7Ap6O_QjNjSTx4Wh7fBsVzueNtsPAJExBOdITl8ISdQWJDUuX5VOBRYgbPkIjHSbOnNuU/s320/gemona.jpg" width="320" /></a><span style="font-size: large;">Sta giungendo quasi alla fine
l’appassionante viaggio attraverso le strade ferrate abbandonate e
vecchie stazioni cadute in disuso per incuria, a volte, per precisa
scelta politica nella stragrande maggioranza dei casi. Voci dalla
Pedemontana Friulana.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small; font-weight: normal;"><i>pubblicato il 23 agosto 2015 su "<a href="http://www.lacittafutura.it/dibattito/era-bello-vivere-in-stazione.html" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></h2>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il sindaco di Vito
d’Asio ci raggiunge per colazione e, prima di raccontarci qualcosa, ci
consegna un cd con alcune fotografie storiche. Il suo è un piccolo
comune di 800 abitanti, composto di 5 frazioni ma con una superficie di
ben 53 kmq. Si lamenta dei numerosi tagli imposti agli enti locali come
quelli alla sanità e ai trasporti. “Ci sono bimbi che devono fare 20 km
per andare a scuola o pensionati che ne fanno 15 per ritirare la
pensione”. Poi cominciamo a parlare della ferrovia. “Fu il conte Ceconi,
partito da qui analfabeta all’età di 18 anni e tornato ricco
impresario, distintosi in diverse costruzioni ferroviarie, a far in modo
che il tracciato della Pedemontana passasse proprio per questi
territori”. La linea non attraversa il territorio comunale ma la fermata
nella zona di Flagogna porta il doppio nome di Forgaria-Bagni Anduins,
quest’ultima frazione di Vito d’Asio e luogo termale conosciuto fin dal
XV secolo. Dai primi del ‘900, realizzato un vero e proprio stabilimento
balneare, un gran numero di persone raggiungeva la zona proprio in
treno: era un lungo torpedone di turisti verso queste fonti solforose
per le cure termali. “Bisogna prevedere lo sviluppo delle aree
ferroviarie come le ex stazioni, ragionare su questo insieme a tutti i
paesi attraversati; ad esempio, si potrebbero creare dei punti di
accoglienza o tanto altro. Credo che vada investito molto sul trasporto
delle merci anche se la volontà delle FS va in senso inverso e le strade
sono piene di TIR. Non possiamo puntare solo sul turismo e diventa
quindi fondamentale garantire collegamenti tra la ferrovia ed i centri
abitati proprio per permettere ed incentivare l’uso del treno”. Si
ragiona che oltre i costi economici ci sono pure quelli sociali e,
quando si parla di sanità o trasporti, i primi diventano secondari
rispetto agli altri. “Era evidente che la linea fosse già depressa ed in
sofferenza prima della frana che ne ha sancito la sospensione ma, come i
treni circolavano vuoti, così oggi lo sono le corriere,
fondamentalmente perché gli orari sono sbagliati”. Un ricordo del
passato ci riporta a quando gli uomini che emigravano alla ricerca di un
lavoro venivano accompagnati dalle mogli alla stazione mentre queste
facevano la maglia o, ancora, quando qualcuno prima di espatriare si
fermava a pregare vicino al ponte sull’Arzino.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ringraziamo e
salutiamo il sindaco che ci presenta Francesco, figlio dell’ultimo
capostazione di Forgaria-Bagni Anduins. Il fabbricato, composto
dall’ufficio movimento e biglietteria, sala d’attesa e due appartamenti
in cui vivevano 10 persone, venne seriamente danneggiato dal terremoto
del ’76 ed abbattuto subito dopo. Vi erano due binari più un tronchino
per i materiali, 14 corse al giorno più i merci e molte tradotte
militari almeno fino alla fine degli anni ’50, essendoci nella valle
diverse caserme. “Mio padre si doveva occupare anche di fare i biglietti
e questa era l’unica abilitata alla vendita di quelli internazionali,
perché da qui partivano migliaia di persone alla ricerca di un futuro
migliore”. Una terra di emigranti, aspetto da non trascurare pensando
all’attualità, e proprio per permetterne il ritorno a casa spesso
venivano fatte delle corse supplementari. Si divertiva da bambino ad
aiutare il papà, chiudendo ed aprendo i segnali, o facendo piccola
manutenzione come oliare ed ingrassare gli ingranaggi. “Era bello vivere
in stazione. Mi ricordo da bambino di un militare di Porto Torres, tale
Pistidda Antonio”- un brivido di emozione lo attraversa - “eravamo
diventati amici, non lo scorderò mai. Questi militari spesso ci
regalavano caramelle e cioccolata e io facevo i salti dalla gioia; poi
ci mostravano le armi che per noi bimbi erano qualcosa di
meravigliosamente affascinante, sai tutti da piccoli abbiamo giocato a
fare la guerra”. E’ scettico sul fatto che la linea possa tornare a
vivere anche se gli piacerebbe molto; purtroppo oggi tutti usano
l’automobile. Torniamo ai ricordi personali: “Essendoci molti emigranti
anche la posta arrivava via treno e l’addetto allo smistamento aveva uno
specifico triciclo con un cassone per consegnarla. Così io usavo quel
triciclo per portare i bagagli di chi ritornava da fuori e loro in
cambio mi facevano dei regalini”. Francesco è visibilmente commosso,
siamo contenti di averlo conosciuto e prima di abbandonarci ci racconta
ancora un paio di aneddoti, quello che questa ferrovia ha rappresentato
per tanti uomini e donne che come lui l’hanno vissuta intensamente. “I
miei nonni vivevano a Maiano ed io ci andavo spesso in bicicletta lungo
lo stradello che costeggia i binari”; e poi, ancora: “Ai tempi della
scuola ho studiato a Gemona ed ovviamente la raggiungevo, insieme a
tantissimi altri ragazzi, in treno, capitava alcune volte che non
riuscivo a prenderlo e così ci voleva molto più tempo perché dovevo
usare la corriera”.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il sole è già alto da
tempo e dobbiamo metterci in marcia, anche se la tappa odierna risulta
abbastanza breve e poi, ad Osoppo, dovremo prendere una decisione
importante. Prima di avviarci, però, salutiamo Toni, il proprietario del
nostro alloggio, uomo di grande esperienza e profonda conoscenza che ci
riempie di perle di saggezza. “Come si dice da queste parti, io ho
fatto la prima comunione tanti anni fa, in queste terre vi era
abbondanza di miseria e così me ne sono andato, ho visitato il mondo,
fatto mille esperienze e sono soddisfatto della mia vita perché so
riconoscere il male ed il bene”. Fra le molte attività che ha svolto vi è
quella di edile, così ci mostra una magnifica cantina, costruita tutta a
mano da lui stesso, che conserva una ricca ed antica collezione di
vini. “Sentite come è fresco? Qua è tutto naturale non servono
condizionatori. Ora andate e ricordate, fate oggi e non rinviate a
domani”.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Nel frattempo un
quarto camminatore si è unito al gruppo ma ci mettiamo in viaggio ed
approfondiremo la conoscenza più tardi. In un attimo ci troviamo così
sul Tagliamento; dopo averlo costeggiato per chilometri finalmente la
ferrovia lo attraversa in un punto particolare. Un primo ponte in
travate di ferro, che mostra evidentemente i segni del tempo, collega la
sponda occidentale con la grande isola che si trova al centro del corso
d’acqua. Per anni l’unico collegamento esistente in questo luogo era
esclusivamente la via ferrata, ora a fianco sorge anche una strada. Il
panorama magnifico attira tutta la nostra curiosità, le azzurre acque ci
invitano ad una nuotata, la vegetazione rigogliosa ad una sosta e le
Alpi sembrano a portata di mano. Attraversiamo il secondo ponte, sempre
in travate, che è stato però sostituito recentemente, e giungiamo sulla
sponda orientale. Questi sono i luoghi della prima guerra mondiale ed il
Tagliamento rappresentava uno dei punti di sbarramento: la ritirata
dell’esercito italiano doveva essere coperta con la distruzione dei due
ponti ferroviari che però avvenne soltanto in parte per difettosa
sistemazione delle mine e per scarsità d'esplosivo, e così gli austriaci
poterono penetrare nelle linee italiane.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Davide è di Osoppo ed
ha 27 anni, anche lui si è mostrato da subito interessato al nostro
piccolo pellegrinare e, da grande amante ed appassionato di treni e
ferrovia, ha deciso di unirsi a questa camminata. Solare, simpatico e
molto allegro, tra una traversa e l’altra ci racconta un po’ di lui. “Ho
studiato a Gemona ma non ci sono mai potuto andare in treno in quanto
già dalla fine degli anni novanta non vi erano corse infrasettimanali
per la parte orientale della pedemontana. Eravamo così costretti a
prendere i bus che erano sempre affollati e spesso capitava di non
riuscire a salire e dover prendere il successivo”. Le scuole superiori
sorgono a circa un chilometro dalla stazione eppure non esistono
collegamenti ferroviari che possano portare i numerosi studenti della
zona. E’ convinto che il problema non sia quello economico ma la
mancanza di fantasia e di idee di chi gestisce; secondo lui bisogna
puntare sul turismo e sullo sviluppo del territorio cercando di attirare
viaggiatori e ci fa l’esempio del Mi.co.tra che, offrendo il servizio
treno+bici con un’intera carrozza dedicata a questo, ha visto affluire
grossi flussi turistici dall’Austria e dintorni sulla direttrice
Tarvisio-Udine. “Una buona parte di questo flusso potrebbe essere
incanalato sulla Gemona-Sacile che offre paesaggi altrettanto
affascinanti e piste ciclabili, se solo vi fosse un treno che riportasse
indietro i ciclisti. Sapete, invece, questa linea, quando ancora
funzionava, in estate veniva chiusa e così anche l’opportunità turistica
o di svago svaniva”.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Della ex fermata di
Cimano ormai non resta più nulla ed infatti non ci accorgiamo neanche di
superarla, lo capiamo solamente quando arriviamo a Maiano, la penultima
stazione del viaggio. Il fabbricato viaggiatori è sigillato ed in
pessimo stato, con le pareti che perdono pezzi di intonaco. In compenso i
tre binari sembrano efficienti ed in parte utilizzati, non presentando
lo strato di ruggine depositato sulle rotaie che ci accompagna
dall’inizio del viaggio. Il piazzale dello scalo merci è ingombro di
materiale ferroviario, traverse rotaie e addirittura le travate di un
ponte, non sappiamo se rimaste qui in giacenza per lavori previsti e non
più effettuati o semplicemente accantonati come se fosse un magazzino.
Tutto lascia pensare, comunque, che ogni tanto qualche convoglio della
manutenzione giunga fino a qui.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
A Rivoli sorge il
consorzio CIPAF, un grosso polo industriale composta da diverse
fabbriche ed aziende che da’ lavoro ad oltre duemila operai. Le merci
vengono trasportate via ferrovia; vi è infatti un raccordo fra la zona
industriale e la stazione. Questo è l’unico tratto ancora in funzione di
tutta la Pedemontana del Friuli. L’area industriale sorge proprio nelle
immediate vicinanze della strada ferrata ma non esiste nè una fermata
nè tanto meno un treno che possa portare i lavoratori nell’impianto.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il segnale di
protezione della stazione di Osoppo è acceso e con luce rossa, un chiaro
messaggio anche per noi: la via è impedita, anche perché da questo
punto la circolazione, pur se solo per i merci, è ancora attiva.
Percorriamo gli ultimi metri con in testa alcune idee e qualche speranza
mentre la discussione fra noi è accesa, ormai è il momento di capire
come coprire gli ultimi quattro chilometri che ci separano dalla nostra
destinazione finale.<br />
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small; font-weight: normal;"><i>pubblicato il 23 agosto 2015 su "<a href="http://www.lacittafutura.it/dibattito/era-bello-vivere-in-stazione.html" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></h2>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"></span></div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-87060780977435306872015-08-20T19:46:00.002+02:002015-08-20T19:55:24.789+02:00CON L'ECO DEI TRENI. A piedi sulla strada ferrata<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTs9LFwSM7BeStMsq72Cd7kuFOGRjyVZl38_AwhPQ17EgZiVkJYuByoeIfFDY77rCvnpGVHPVRusE_IWNa9-L6HvRvMQ9edv-dewVbT7bBNCiPFjty_flV8SKdgxuZesOb1IBTdR0eRoNd/s1600/sacile-gemona.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTs9LFwSM7BeStMsq72Cd7kuFOGRjyVZl38_AwhPQ17EgZiVkJYuByoeIfFDY77rCvnpGVHPVRusE_IWNa9-L6HvRvMQ9edv-dewVbT7bBNCiPFjty_flV8SKdgxuZesOb1IBTdR0eRoNd/s320/sacile-gemona.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">foto di Giuliano Guida</td></tr>
</tbody></table>
<h1 style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">Una linea abbandonata, un bene pubblico inutilizzato</span></h1>
<h1 style="text-align: center;">
</h1>
<h2 style="text-align: justify;">
<b><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: small;"><b>Una linea ferroviaria di grande
bellezza per il territorio che attraversa e di grande importanza sociale
per i collegamenti che consente, da oltre 40 anni resta un bene
pubblico inutilizzato. Le tante richieste di riapertura si scontrano con
l’eccessiva stima dei costi e lo scarso numero dei viaggiatori
quotidiani. Che però sono pochi soltanto perché il trasporto su gomma
viene continuamente incentivato: anche gli studenti devono viaggiare in
pullman</b>.</span></span></b></h2>
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small; font-weight: normal;"><i>pubblicato il 16 luglio 2015 su "<a href="http://www.lacittafutura.it/italia/una-linea-abbandonata-un-bene-pubblico-inutilizzato.html" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></h2>
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><a name='more'></a></span></h2>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">Cristina gestisce insieme a Nicola un
nuovo e amabile affittacamere nel borgo di Toppo. I suoi ospiti sono
spesso viaggiatori in bicicletta, in moto o che vengano a fare
parapendio e reputa che il treno possa essere usato per progetti
turistici. “Traversio è un punto strategico e ci sono molti itinerari
interessanti che si possono fare, magari legati al recupero delle
tradizioni e degli usi locali. La crisi può divenire un’occasione per i
giovani”. Conosce alcuni ragazzi che lavorano a Sacile e che prima si
muovevano con la ferrovia ora invece sono costretti ad andare in auto
perché il bus è inutile. Un sapore romantico ce lo concede la mamma
quando ricorda di aver conosciuto suo marito proprio sul quel treno che
oggi non passa più. Stefano venuto a prenderci ci accompagna in
stazione, un abbraccio, un ringraziamento e un arrivederci ai prossimi
giorni.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Lasciato l’abitato ci rendiamo subito
conto che si sta entrando nella parte più impervia della tratta. Un
bosco rigoglioso ci circonda, poi all’improvviso un branco di 9 caprioli
si affianca a noi, un avvistamento inusuale per dei cittadini che ci
coglie impreparati ma anche divertiti. Attraversiamo il torrente Cosa e
giungiamo in quella che fu la fermata di Castelnuovo, soppressa già dai
primi anni duemila. Del vecchio casello che era presente qui se ne può
solo immaginare la posizione, ricavandola dal tappeto di erba cresciuto
su uno spazio regolare di forma rettangolare. L’immobile, danneggiato
con il terremoto del 1976 che fece ingenti danni e vittime in questa
regione, venne demolito poco dopo. Il luogo appare un angolo isolato
abbandonato dal tempo che sorge fra alcune abitazioni private.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il panorama non si discosta dal
precedente, un ponte di altezza notevole con arcate di pilastri ma di
cui non riusciamo a coglierne l’essenza, vegetazione sempre più
consistente sulle rotaie ed alberi ai bordi che ci concedono un po’ di
meritata ombra. Una tabella della velocità, che indica per i ranghi A e B
il limite di 65 e 75 km/h, diviene l’occasione per confrontarci e
trarre un primo bilancio. Lo stato dell’armamento appare nel complesso
molto buono, le erbacce e gli arbusti coprono solo una piccolissima
porzione, gli scambi sembrano efficienti e per velocità di 60 km/h, il
livello tecnologico evidenzia investimenti effettuati negli ultimi
decenni, tempo di percorrenza dell’intera tratta stimato in circa
un’ora. Nel complesso crediamo che con pochi e semplici lavori di
manutenzione delle squadre di RFI i treni possano tranquillamente e
velocemente tornare a circolare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Tre corte gallerie dalle volte strette
ma ben tenute, in cui ci concediamo delle lunghe e fresche pause,
anticipano il nostro arrivo in quello che era il cervello e centro della
linea. La stazione di Pinzano al Tagliamento lascia subito intendere
che una volta era una località prestigiosa con almeno cinque binari
attivi, uno scalo merci molto grande, un magazzino, un deposito
locomotive con piattaforma girevole e torre dell’acqua. Il bivio per
Casarsa si riesce ancora ad intravedere, affiora solo qualche traversa e
pezzi di rotaia perché la vegetazione ha ripreso il suo corso
riappropriandosi di una ferrovia su cui è stato dismesso il servizio fin
dal lontano 1967. Una linea abbandonata che da oltre 40 anni resta un
bene pubblico inutilizzato, occupata dalla natura e dall’edilizia, su
cui sono stati elaborati diversi progetti ma mai realizzati, un ottimo
esempio in negativo di quello che potrebbe accadere alla Sacile-Gemona
se il treno non ritorna a percorrerla. La stazione conserva tuttora
intatto il suo fascino nonostante i tanti depauperamenti perpetrati,
restano solo due binari di cui uno tronco, il fabbricato viaggiatori e
sede degli apparati tecnologici per il comando centralizzato del
traffico appare invece in ottime condizioni e ben sigillato. Adiacente
un edificio che dovrebbe contenere le cabine elettriche e forse gli
spogliatoi degli operai della manutenzione dell’infrastruttura. Dal lato
stradale qualcuno ha appeso sulla facciata dello stabile due fogli con
delle poesie dedicate alla ferrovia pedemontana, un ultimo grido di
soccorso contro una morte annunciata. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ci accorgiamo che il cippo chilometrico
riporta la cifra di 29, i conti non ci tornano e solo dopo qualche
ragionamento comprendiamo che questa è la progressiva della più antica
Casarsa-Pinzano- Gemona. Il conteggio della distanza quindi ha
continuato a mantenere quello legato a questa linea invece che
proseguire con quello con origine Sacile, un paradosso tutto
ferroviario. La vegetazione sulle rotaie comincia a farsi più
consistente ed alta, è l’unico momento in cui siamo costretti ad
avanzare con qualche difficoltà, poi imbocchiamo l’ultima e la più lunga
delle gallerie. 400 metri di buio, diventano finalmente necessarie le
torce che ci siamo portati, usciti la strada ricomincia ad esser pulita e
di fronte i nostri occhi si manifestano i monti sopra Gemona. Dopo i
ponti ad arcate ed in pietre e mattoni quello sull’Arzino è il primo
fatto di travate in ferro. Un fascino irresistibile unito alla
preoccupazione di poter cadere di sotto. I binari poggiano su traversoni
in legno disposti in senso longitudinale e fissati su lamiere
assicurate alle travi. L’acqua che scorre sotto di noi è di un azzurro
limpido e chiaro ed un bel bagno è il meritato premio ai nostri sforzi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br />
La fermata di Forgaria-Bagni Anduins è costituita solamente da una
piccola pensilina ed un ampio marciapiede ricoperto di erba, su cui una
volta sorgeva lo stabile della stazione che venne distrutto dal
terremoto. Fuori un’area attrezzata con tavoli e panche riporta
l’indicazione di alcuni sentieri escursionistici. La strada ferrata si
ributta in mezzo al bosco per un breve tratto prima di giungere nella
fermata di Cornino nei pressi dell’omonimo lago e della riserva
naturale, alle spalle il monte Prat. Anche questa come la precedente è
essenzialmente composta da un marciapiede su cui si trova un gabbiotto
in plastica con una panchina. A pochi metri il passaggio a livello, ci
incamminiamo sull’asfalto perché siamo giunti a fine tappa. Entrambe le
fermate si trovano nel territorio comunale di Forgaria e precisamente
nelle frazioni di Flagogna e di Cornino, siamo così entrati nella
provincia di Udine. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br />Il comune conta circa 1900 abitanti con
un’estensione in diverse frazioni ed una variazione altimetrica di circa
1000 metri. Oltre alla riserva naturale del lago può vantare grazie al
progetto Grifone la presenza sulle sue alture di questo uccello rapace
divenuto uno dei simboli della zona. Il sindaco ci invita nel suo
ufficio per una chiacchierata. “Riapriamola subito oppure chiudiamola e
facciamoci una pista ciclabile. Bisogna prendere una decisione, non può
fare la fine della Casarsa-Pinzano e divenire una linea morta,
abbandonata” Ci parla del suo impegno in questa battaglia, delle lettere
scritte, della richiesta fatta ad RFI per avere in comodato l’area
dell’ex stazione di Forgaria per farci attività culturali e della
disponibilità dell’amministrazione a tenere pulite le aree ferroviarie
ricadenti nella propria competenza. Diverse le riunioni fra tutti i
sindaci coinvolti ed uniti dal comune obiettivo della sua riapertura
anche al fine della valorizzazione del territorio. Ci racconta di aver
incontrato il presidente dell’associazione ferrovie turistiche italiane
per raccogliere idee e suggerimenti nella speranza almeno di un riuso
della pedemontana con questa finalità. “Anche io sono un camminatore e
nell’ambito della giornata a spasso con il sindaco percorro a piedi un
breve tratto di ferrovia e vederla così mi ferisce il cuore”. E’
pessimista circa la riapertura perchè i costi stimati sono eccessivi, i
viaggiatori quotidiani sono pochi e poi il trasporto su gomma viene
continuamente incentivato, ad esempio gli studenti vanno a Gemona in
pullman. Eppure è convinto che se gli orari fossero adeguati alle
esigenze e grazie anche ai molti festival ed eventi che si tengono ci
sarebbe una possibilità, come ha dimostrato il riscontro positivo di
manifestazioni culturali specifiche o della formula treno + bici. I
progetti ci sono ed è pronto a scommetterci, “se avessi una littorina
per tre domeniche sono sicuro che riuscirei a riempirla” . Poi si lascia
andare a dei ricordi, “in gioventù lo prendevo per andare a Venezia o
Gemona e sembrava di andare chissà dove. Il comune fu completamente
distrutto dal terremoto ed i carri ferroviari vennero utilizzati per
alloggiare i terremotati. Fin da piccolo ho una passione per il treno”.
Scopriamo anche che queste furono terre di emigrazione di massa e che
proprio la stazione di Forgaria-Bagni Anduins rappresentava uno dei
terminali di queste partenze verso un futuro migliore in un paese
estero. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">
Enrico ci ha raggiunto da Pordenone
anche oggi. Ci mostra con un certo orgoglio i box contenenti fotografie,
articoli di giornale e documenti vari che parlano della Pedemontana del
Friuli raccolti nel corso degli anni e che custodisce gelosamente. Una
ricca documentazione di immagini d’epoca e rare, eventi a cui è stato
chiamato ad intervenire, memorie o semplici notizie sulla storia e sul
presente di questi 75 km di ferro che tanta attenzione stanno attirando.
Vorremmo dedicare più premura a questo preziosissimo patrimonio ma la
sua rapida parlantina è così coinvolgente che diviene irresistibile
ascoltarlo. Ci racconta dei vari modelli delle automotrici che hanno
circolato sulla tratta, della locomotiva a vapore 740 che percorse nel
1991 l’intero itinerario, dell’importanza dell’esistenza di una
collegamento ferroviario durante il tragico terremoto che fornì un
prezioso supporto logistico, infine una piccola lezione di storia.
“L’origine di questa ferrovia è tutta militare”. Terminata poco prima
del conflitto mondiale avrebbe dovuto costituire la difesa lungo la riva
destra del Tagliamento in vista della possibile offensiva
austro-ungarica. Durante la seconda guerra transitavano i treni con i
prigionieri e nei pressi della caserma militare dell'Ossario di Pinzano,
dove erano di stanza i nazisti, fu creata un’apposita fermata per il
carico dei catturati ed il rifornimento alle truppe. Dal dopoguerra fino
a pochi anni fa, considerato che in tutto l’arco pedemontano la
presenza di caserme è stata notevole, era usata sia per il trasporto di
attrezzature e materiali bellici che per quello dei militari. Enrico ci
saluta e ci dà appuntamento a domani a Gemona, dove insieme ad Andrea,
ci aspetteranno per darci il benvenuto al capolinea del nostro viaggio.</span><br />
<br />
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small; font-weight: normal;"><i>pubblicato il 16 luglio 2015 su "<a href="http://www.lacittafutura.it/" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></h2>
</div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-12486394558324543992015-07-16T17:12:00.001+02:002015-07-16T17:12:42.986+02:00CON L'ECO DEI TRENI. A piedi sulla strada ferrata<h1>
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--></h1>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5aDMbdE2yUomaiyarwPRWH3U0ZFJXDd4dtbiUSZTZzk8mEPG_rvGrP_fZPUfshSjcyweop9l7roa5Rh-CeioUXKtY_GJeLp8oxM1mySSrh_wqDssUhy3CS4R0gw-X5glsZOknTYaDnAYo/s1600/ponte.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5aDMbdE2yUomaiyarwPRWH3U0ZFJXDd4dtbiUSZTZzk8mEPG_rvGrP_fZPUfshSjcyweop9l7roa5Rh-CeioUXKtY_GJeLp8oxM1mySSrh_wqDssUhy3CS4R0gw-X5glsZOknTYaDnAYo/s320/ponte.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">foto di Giuliano Guida</td></tr>
</tbody></table>
<h1>
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Mangal; mso-bidi-language: HI; mso-fareast-font-family: SimSun; mso-fareast-language: HI; mso-font-kerning: .5pt;">Incontri
indimenticabili sulle rotaie</span></h1>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: small;">Continua il viaggio sui tratti di
ferrovia abbandonata. Tra tante sorprendenti scoperte e la conferma
della mancanza di volontà politica di recupero e valorizzazione della
ferrovia. Anche una frana è solo un’occasione, un pretesto in più per
chiudere una linea. Già da prima era in atto il processo di svuotamento e
dismissione.</span></b></div>
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small; font-weight: normal;"><i>pubblicato il 4 luglio 2015 su "<a href="http://lacittafutura.it/italia/a-piedi-sulla-strada-ferrata.html" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></h2>
<h1>
<span style="font-size: small;"><a name='more'></a></span></h1>
<span style="font-size: small;"> Giuliano ci accompagna
alla stazione di Montereale dopo la notte trascorsa nel suo storico
casello con mille aneddoti riguardanti la ferrovia. Riprendiamo la
marcia. Percepiamo immediatamente l’immensità dell’opera architettonica
davanti ai nostri occhi. L’imponente viadotto sul torrente Cellina è
composto da 12 arcate con alla base colonne di pietre e alla sommità dei
mattoncini rossi. Alla nostra sinistra incombono le Dolomiti friulane e
alla destra un più moderno viadotto stradale permette l’attraversamento
del fiume alle automobili. La nostra presenza è visibile a chilometri
di distanza. Nascosto su una piccola altura, all’altra estremità del
ponte, Stefano scatta con un teleobiettivo qualche fotografia
particolare e suggestiva.</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Più avanti ci
raggiunge per conoscerci. Stefano cinquantenne di Travesio appassionato
di arte fotografica e di ferrovia ci accoglie con un sorriso e un
ringraziamento per quello che stiamo facendo. Una frase che abbiamo già
sentito e continueremo a sentire più volte nel corso di questo viaggio e
che ogni volta ci lascerà sempre orgogliosi ma anche increduli. Saremo
noi invece, come con molti altri, a ringraziarlo per tutto quello che
farà per noi. Sarà la nostra guardia del corpo a distanza, sostenendoci,
trovandoci un alloggio ed infine invitandoci a cena a casa sua. “La
ferrovia negli ultimi anni non funzionava bene, era poco frequentata
perché gli orari non erano comodi. Nessuno però ha mai fatto nulla per
incentivarne l’uso”. La zona ha un grande bacino di utenza, ci sono
ciclisti, si fa parapendio, si tengono eventi sportivi mondiali e
nazionali eppure la possibilità di giungere qui in treno non viene
preventivata né tanto meno impiegata.” Una volta veniva molto utilizzato
da studenti e pendolari, infatti sono proprio questi ultimi ad essere i
più agguerriti per la riapertura. Io stesso lo usavo ai tempi della
scuola, ho fatto incontri indimenticabili, ancora oggi ho amici
conosciuti sulla littorina”. Ci fa intendere che la frana poteva essere
prevista e che il deragliamento è apparso ben più grave di quello che in
realtà è stato, come se qualcuno accogliesse quel tragico evento come
una grazia divina. “Ci sono molte fabbriche e le merci, come indicano le
direttive europee, dovrebbero essere trasportate su ferro”. Crede che
il treno possa avere una funzione se si adotta una strategia integrata e
differenziata, al servizio sia della popolazione locale che dei
turisti, delle merci e per eventi sportivi e culturali. E’ consapevole
che sarà dura raggiungere l’obiettivo perché in ballo ci sono forti
interessi contrari ma tanta gente, comprese le amministrazioni locali,
si stanno impegnando. Il suo è un velato ottimismo, una sana speranza.
“Ogni anno, almeno per una volta, con un gruppo di amici prendiamo il
treno, solo per il piacere di farlo e di ricordare gli anni passati. Ci
fu quella volta che arrivati a Sacile restammo bloccati lì perché il
ritorno fu soppresso e così fummo costretti ad un ritorno con mezzi di
fortuna”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Casette basse, orti
coltivati e prato curato, passaggi a livello, tutto lascia pensare che
siamo in arrivo a Maniago. La stazione è composta da tre binari, uno
scalo merci, un vecchio serbatoio idrico per le locomotive a vapore,
l’edificio un po’ cadente e diverse erbacce. Nel complesso ci appare
meno curata delle precedenti. Un signore davanti a noi supera i binari,
lo fermiamo e ci guida verso la piazza del comune. “Poche le corse al
giorno ed in orari sbagliati, impossibile prendere le coincidenze per
Udine e Pordenone. Prima quando i collegamenti erano buoni lo prendevo,
ora ci sono solo le corriere ma i tempi di percorrenza sono più lunghi”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Maniago è una
cittadina di 12 mila abitanti famosa per la produzione delle coltellerie
che fin dal medioevo furono prodotte qui sia per la posizione
geografica che per la presenza di corsi d’acqua. Nel ‘900 la produzione
artigianale viene sostituita da quella industriale, oggi sono parecchie
le piccole e medie aziende. Il sindaco ci accoglie nel suo ufficio al
primo piano. “Questa linea deve essere concepita come parte di una rete
integrata di trasporti con collegamenti per tutta la regione e divenire
una sorta di metropolitana leggera per Pordenone”. Ci parla dello studio
di fattibilità commissionato dalla regione e della sua più grande
preoccupazione, cioè che la Sacile-Gemona possa fare la fine della
Pinanzo-Casarsa chiusa da trent’anni ed inutilizzata, un patrimonio
pubblico perso. “Sono molte le scuole che sorgono lungo la pedemontana e
quindi tanti i ragazzi che si spostano da un comune all’altro. Erano
molti quelli che prendevano il treno ma ora con i bus i tempi sono
maggiori e così sempre più si dirigono a Pordenone creando una vera
emorragia per il territorio. Poi ci sono le tante aziende dei coltelli
che hanno la necessità di trasportare i loro articoli destinati per
l’80% all’esportazione. Abbiamo anche la pista ciclabile fvg 3 e la
formula treno + bici potrebbe attrarre turisti”. Ci salutiamo con un
ricordo personale, “la littorina era un fantastico luogo di conoscenza e
socializzazione”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Riprendiamo il cammino
sotto un clima torrido ed afoso, è ancora diversa la strada ferrata da
calpestare. Un esteso impianto fotovoltaico a terra sorge appena fuori
la cittadina poi una grandissima fabbrica. Il cementificio Zillo, nel
territorio comunale di Fanna, ha al suo interno un esteso scalo merci
composto da diversi binari, peccato che il raccordo sia stato tagliato
all’altezza del cancello di separazione con la ferrovia e lo scambio
rimosso dal corretto tracciato. Sembra che l’opera sia stata finanziata
con soldi pubblici e qualcuno dubita anche che sia mai entrata in
funzione. Sarebbe servita ad eliminare i circa 100 camion al giorno che
portavano i prodotti, oggi ridotti grosso modo a 30, diminuendo così
l’inquinamento ed i rischi connessi alla gomma.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La vegetazione si fa
leggermente più fitta ma questo non ci impedisce di andare avanti. La
stazione di Fanna-Cavasso, che sembrerebbe più una fermata, è composta
da un solo binario, l’erba è alta anche se il fabbricato appare decente e
per la prima volta non troviamo una fontanella ad accoglierci. Usciamo
così alla ricerca di acqua. La cortese signora del civico 29 ci apre il
cancello della sua casa e, mentre facciamo rifornimento vicino a un
rigoglioso orto, iniziamo a chiacchierare. “Il treno lo usavo per
muovermi, quando i collegamenti erano congeniali andavo dai miei suoceri
a Mestre, negli ultimi anni invece era impossibile prendere una
coincidenza e così adoperavo la macchina”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il cippo chilometrico
segna 38, siamo a metà percorso ed un albero di medie dimensioni è
caduto sulle rotaie sbarrando l’intera sagoma. Siamo costretti a
scavalcarlo. Il fiume Meduno lo oltrepassiamo grazie ad un ponte che
ripropone in scala ridotta quello della mattina, subito dopo, appena la
linea corre in trincea, giungiamo al famoso punto incriminato. E’ qui
che alle ore 18.00 del 6 luglio 2012 avvenne lo smottamento, dovuto alle
forti piogge, che provocò lo svio del Minutto 6046 e la sospensione
della circolazione. L’argine è stato completamente rifatto con pietroni e
con un muretto di cemento, per circa 100 metri sono state rimosse le
traverse e le rotaie (probabilmente per consentire l’opera di recupero
del materiale rotabile) che ora si trovano depositate ai lati del sedime
pronte per essere riposizionate. La stazione di Meduno la raggiungiamo
in breve tempo. I marciapiedi sono pieni di erba alta, i due binari non
sono più collegati fra loro e lo scambio sembra essere stato rimosso di
recente, il fabbricato non è in cattive condizioni, appare addirittura
intonacato, infine notiamo i resti di un casotto demolito da poco.
Giusto il tempo di una pausa e si rivà, spediti verso la fine della
tappa. Al km 44 un casello in stato di abbandono e completamente avvolto
dalla vegetazione cattura la nostra attenzione, poi l’entrata a
Travesio che percepiamo essere stata una delle stazioni principali
composta da due binari e tronchino di ricovero, scalo merci e piano
caricatore ed una discreta estensione in lunghezza.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Un vero e proprio
comitato di accoglienza ci aspetta sul marciapiede. Insieme a Stefano ed
il figlio Francesco troviamo il sindaco con indosso la fascia
tricolore, un ex assessore e un ferroviere che vive nell’edificio. La
conversazione prende una lunga ed interessante piega. Travesio è un
piccolo comune di 1500 abitanti, ottima base per visitare le montagne e
fare escursioni, vanta inoltre una frazione inserita fra i borghi più
belli d’Italia. “La ferrovia è un patrimonio pubblico pagato dai
cittadini e se le FS non vogliono utilizzarla devono riconsegnarla ai
comuni” ci dice il sindaco che consapevole dei costi di gestione crede
sia necessario creare un’interazione fra i vari mezzi di trasporto al
fine di garantire il servizio sia agli abitanti che ai turisti. “La
frana è stata solo l’occasione, il pretesto per chiudere la linea, se
non ci fosse stata sarebbe avvenuta lo stesso, magari piano piano ma già
era in atto un processo di svuotamento e dismissione”. Gli interessi in
gioco non sono pochi, la stessa società che effettua il trasporto su
gomma è partecipata dalla provincia e da tutti i comuni che ottengono
dividendi sugli utili. “E’ inutile spendere soldi per i borghi se poi
diviene impossibile raggiungerli, la Regione dovrebbe investire
maggiormente sui comuni di montagna”. Anche lui ci fa notare che gli
studenti, principali utilizzatori, giungevano a scuola in ritardo a
causa delle partenze non proprio in orari confacenti. “Da bambino andavo
da mia nonna a Castelnuovo e nonostante fosse vicinissimo a me sembrava
un viaggio interminabile; poi ricordo la comodità e la libertà che
offriva muoversi con il treno”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il dipendente di RFI è
un impiegato degli uffici di Udine, sindacalista della Cisl ed ex
ausiliario proprio nella stazione di Travesio, ci fornisce qualche
prezioso dato. “Nel 1983 lavoravano qua 110 ferrovieri e passavano 21
treni al giorno. Poi gli investimenti tecnologici, la linea trasformata
in una a gestione remota con DCO e CCT, montate le sbarre ai passaggi a
livello, siamo rimasti solamente in 12 a lavorarci”. Prosegue con una
difesa a spada tratta dei vertici aziendali adducendo motivazioni per
cui la linea era ormai inutilizzata ed uno spreco di risorse, che la
manutenzione si aggira sul milione di euro e che c’è la disponibilità
alla riapertura se la Regione sborsa la metà dell’importo. Una posizione
che fatichiamo a comprendere considerato anche il ruolo sindacale, in
teoria in difesa dei lavoratori. E non afferrare che una dismissione
equivale a meno posti di lavoro appare una faccenda grave.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Francesco si sta
laureando in scienze tecniche e turismo culturale presso l’Università di
Udine e la sua tesi non poteva che non affrontare la vicenda della
Sacile-Gemona offrendo una possibile soluzione. “Un anno fa ho
partecipato ad un incontro proprio sul tema della ferrovia e sul
rilancio del territorio e da lì mi è venuta l’idea e l’incoraggiamento”.
La sua tesi è molto facile, bisogna rendere la linea utilizzabile per
fini turistici ed il treno non deve essere un semplice mezzo di
trasporto ma un richiamo vero e proprio, cioè deve divenire una parte
dell’offerta. Questo il punto di partenza per sviluppare una serie di
idee e progetti come gli eventi culturali da tenersi nelle ex stazioni o
un treno vivente su cui qualcuno racconta la storia della ferrovia e
delle zone attraversate. “Non sono un appassionato, pensate che ci ho
viaggiato sopra solo da piccolo quando mi ci portava mio padre”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Nel frattempo ci ha raggiunto anche
Enrico di Pordenone. Poche parole e si capisce subito che è un profondo
conoscitore, esperto ed appassionato di ferrovia, un personaggio
eclettico, simpatico e cordiale che mette sentimento in quello che fa.
Fra i promotori del Comitato Gemona-Sacile e membro del gruppo 835,
associazione di cultori del modellismo ferroviario a Vapore Vivo. Poche
battute e mette subito le cose in chiaro. “Lo studio di fattibilità è
uno spreco di soldi inutili” ed ancora “come Comitato abbiamo lanciato
nel novembre del 2013 una staffetta per la riapertura che al grido di
Trenitalia ridacci il nostro treno è partita da Gemona e ha toccato
tutte le stazioni coinvolgendo numerosi cittadini e tutti i comuni
attraversati dal tracciato”. E’ un fiume in piena, le sue parole ci
riempiono di informazioni e dati di cui ignoravamo l’esistenza.
Scopriamo così che, oltre le due di cui siamo a conoscenza, sono state
realizzate altre tesi di laurea sul riuso della linea, che nell’ex
stazione di S. Martino al Tagliamento fu realizzato uno spettacolo
teatrale e tanto altro ancora che, saturi dalla fatica, non riusciamo ad
immagazzinare. Una vera e propria enciclopedia vivente oltre che un
documentarista eccezionale. Può vantare infatti una preziosa raccolta di
materiali, documenti e foto riguardo la tratta Sacile-Gemona.
Scopriremo meglio Enrico ed il suo prezioso patrimonio nei giorni
successivi, infatti continuerà a raggiungerci ad ogni fine tappa. Con
lui l’appuntamento è già per domani sera.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-size: x-small; font-weight: normal;"><i>pubblicato il 4 luglio 2015 su "<a href="http://lacittafutura.it/" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-14399036235117807052015-07-05T18:59:00.002+02:002015-07-05T19:01:19.648+02:00CON L'ECO DEI TRENI. A piedi sulla strada ferrata<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqT0lfUlXRbkv2GLsbNg8kyY8TreWgEetyj2nGq0KL1R8VJsWlDy4XyVpHauVA-giV5LZq6RE0-VskB9f3yalKp5ktX46XshSiSCQfE9oA-MDqJ2zKmfWF4sgwInwccERVKu5QAi6zJUcu/s1600/casello.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqT0lfUlXRbkv2GLsbNg8kyY8TreWgEetyj2nGq0KL1R8VJsWlDy4XyVpHauVA-giV5LZq6RE0-VskB9f3yalKp5ktX46XshSiSCQfE9oA-MDqJ2zKmfWF4sgwInwccERVKu5QAi6zJUcu/s320/casello.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">foto Giuliano Guida</td></tr>
</tbody></table>
<h1>
<span style="font-size: large;">Questo treno deve ripartire</span></h1>
<h2 style="text-align: justify;">
<b><span style="font-weight: normal;"></span></b></h2>
<h2 style="text-align: justify;">
<b><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: small;"><b>Stefano è di Tarvisio ha 23 anni e fa
il macchinista, capiamo già dopo poche falcate sulla massicciata che
sarà piacevole avere la sua compagnia. Dopo aver scoperto del nostro
progetto ha deciso di unirsi e di percorrere con noi i restanti
chilometri.</b></span></span></b></h2>
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small; font-weight: normal;"><i>pubblicato il 26 giugno 2015 su "<a href="http://www.lacittafutura.it/italia/questo-treno-deve-ripartire.html" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></h2>
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><a name='more'></a></span></h2>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Stefano arriverà a
momenti. Da questo secondo giorno una piacevole novità. Mentre lo
aspettiamo fuori la stazione di Budoia incrociamo Sabino, operaio
pugliese di una ditta che costruisce distributori di benzina. “La
salvaguardia delle piccole stazioni è fondamentale, non sono rami secchi
ma centri importanti per lo spostamento di lavoratori e per visitare i
paesini. Quando ci sono i collegamenti c’è tutto”. Sono queste le parole
che ci lascia dopo essersi ricordato di aver letto di noi sul giornale.
Anche nella sua città natale è successo qualcosa di simile, i treni fra
Canosa e Barletta sono stati eliminati e così più di trentamila persona
si sono ritrovate senza la possibilità di muoversi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Stefano è di Tarvisio
ha 23 anni e fa il macchinista, capiamo già dopo poche falcate sulla
massicciata che sarà piacevole avere la sua compagnia. Dopo aver
scoperto del nostro progetto ha deciso di unirsi e di percorrere con noi
i restanti chilometri. E’ un appassionato di ferrovia e fa parte di
un’associazione che si pone l’obiettivo della salvaguardia e del
mantenimento in buono stato del raccordo ferroviario, chiuso dal 1998,
Carnia – Tolmezzo per un futuro utilizzo con carrelli a pedale e a leva o
con mezzi ferroviari storici.<br />
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ai nostri lati il
paesaggio si alterna in un ritmo che sembra accompagnare i nostri passi.
Graziose case con giardini ed orti, un campo di golf i cui giocatori ci
sdegnano con sguardi distratti, gente a cavallo che percorre la pista
ciclabile fvg3 che si distende parallela ai binari attraversando tutto
l’arco pedemontano friulano, territorio ricco di cultura, storia e arte
secolare. Caselli, numerosi caselli, in cui una volta risiedeva il
cosiddetto casellante, colui che aveva il compito di chiudere il
passaggio a livello, figura soppressa con la tecnologia e
l’automatizzazione. Alcuni li vediamo belli ristrutturati, qualcun altro
mostra tutto il tempo che ha, pochi sono chiusi. Fortunatamente,
terminato il loro scopo iniziale, questi edifici sono rimasti come
abitazioni di ferrovieri od ex ferrovieri ma anche di privati che hanno
acquistato questo patrimonio di cui le Ferrovie si stanno disfacendo.
Ogni tanto diventano l’occasione per fare due chiacchiere come con la
signora che stende panni in uno di questi graziosi stabili. “Una volta
lo usavo il treno, ci andavo a Sacile, ora prendo la macchina” o con la
coppia che meravigliata e perplessa ci chiede se stiamo facendo una
penitenza o qualcosa del genere perché per loro “il treno non è utile”.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Km 16 Aviano,
cittadina conosciuta in tutta Italia per la presenza della base
aeronautica della Nato e di un vasto contingente di truppe americane, è
la prima stazione odierna. Due binari, un discreto scalo merci,
fabbricato viaggiatori in condizioni accettabili, obliteratrici nuovo
modello e sala del dirigente movimento che si intravede dalle finestre e
che ti proietta nel passato. La vegetazione ha però ripreso il
sopravvento sui marciapiedi e sull’area antistante l’edificio. Più
avanti il raccordo con la zona sotto contro statunitense dove una volta
arrivavano e stazionavano i numerosi convogli militari, non erano pochi
infatti i treni merci destinati alla base. Ci refrigeriamo alla
fontanella e due signore con i rispettivi consorti che hanno
parcheggiato nel piazzale entrano anche loro per rinfrescarsi. Sono qui
per il mercatino dell’antiquariato e restano un po’ indifferenti e
increduli del nostro andare. Ai loro occhi sembriamo dei pazzi, forse
anche dei visionari e ci assicurano che “è molto meglio l’automobile
perché il treno è costoso”, ci lasciano con l’invito a provare
assolutamente la pizza con il kebab dagli albanesi e con qualche sfogo
razzista contro gli stranieri che sempre più vengono nel nostro paese.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ripartire con il sole
alto non è proprio il massimo, ma non possiamo aspettare di certo le ore
serali per rimetterci in marcia. Case e poi vigneti, campi coltivati e
qualche pascolo, la presenza umana è ancora visibile ai nostri margini,
la parte più selvaggia della tratta la troveremo più a monte. La fermata
di Marsure è un piccolo rudere in stato di abbandono, il servizio
passeggeri era già stato sospeso anni orsono e la vegetazione ha ripreso
il suo corso. La porta è aperta ed entriamo nel piccolo casello
probabilmente trasformato successivamente in fermata, quando la linea
vantava un lustro maggiore. Un po’ di oggetti sparsi qua e là, qualche
vestito buttato, immondizia, alcuni divani, un calendario del 1996 e un
libro sulle osterie italiane.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sulla nostra sinistra
compare al km 22 una bella costruzione di archeologia industriale che
cattura la nostra attenzione. 1908 l’iscrizione che reca sulla facciata
la ex centrale idroelettrica di Giais. La sete ed il caldo ci spingono a
suonare alla porta di un bel casello che sorge sulla sponda di un
ruscello con un giardino curatissimo, un luogo quasi paradisiaco.
Giuliano ci indica la fontanella, gli faccio un paio di domande e
capisco subito che ha un amore viscerale per la ferrovia, gli chiedo
così cinque minuti liberi e lui si scapicolla giù. Dopo qualche battuta
siamo già seduti nel suo incredibile soggiorno. E’ un pozzo di
conoscenza della linea avendo vissuto da sempre qui, la nonna infatti fu
la titolare del casello poi sostituita dalla zia. La sua vita è solcata
completamente dal ritmo dei treni di cui è profondo conoscitore e
grande appassionato. Che la soppressione della circolazione la viva come
un fatto prioritario e personale lo si capisce dalle sue parole molto
chiare e dirette. “Questo treno deve ripartire, perché il treno è vita”.
E’ scettico verso la possibilità della riapertura perché consapevole
che la questione è politica e che gli interessi della gomma sovrastano
quelli del ferro ma non si da per vinto. “Molti pendolari, studenti ed
insegnanti la utilizzavano e poi potrebbe incentivare il turismo
considerata la bellezza della zona e la pista ciclabile che la
costeggia. Infine non va dimenticato il trasporto merci, qui
praticamente in ogni comune ci sono zone industriali ed almeno due
grandi stabilimenti hanno dei raccordi”. Il tono della sua voce lascia
trasparire passione, delusione, speranza. Ci fa capire che la frana ed
il conseguente svio del Minuetto è stato solo un pretesto per dare il
colpo di grazie alla già agonizzante linea, il sipario di una tragedia
annunciata. Migliaia di euro vengono spesi per abbattere i caselli e lo
stesso studio di fattibilità commissionato dalla regione sembri
evidenziare dei costi di gestione così alti da far rinunciare
all’affidamento, costi che appaiono però sproporzionati. “Io sono figlio
della ferrovia, mia madre per partorirmi fermò proprio qui il primo
treno che passava” e poi “ fu un piacere veder transitare il treno
internazionale Vienna-Roma deviato su questa tratta a causa di lavori
sulla principale, trainato da due locomotori in testa ed uno in coda,
che emozione”. Oltre un’ora trascorsa nella sua graziosa casa, in realtà
un piccolo museo ferroviario, che ci sono apparsi solo pochi istanti.
Ripartiamo ma non prima di aver accettato la cortese proposta di
Giuliano di essere suoi ospiti per la notte, avendo così l’occasione di
riprendere più tardi l’interessante conversazione.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="text-align: justify;">Senza
gli zaini è tutto un altro passo e così percorriamo i 4 chilometri
restanti in breve tempo. La stazione di Montereale Valcellina tappa
odierna è composta da due binari, un terzo di cui se ne può immaginare
la traccia deve essere stato rimosso negli anni, un discreto scalo merci
ed un tronchino di ricovero per mezzi d’opera o carri. Il giardino è
curato e ben tenuto come l’edificio ormai vuoto. Qui ci aspetta Giorgia e
gli altri ragazzi del team A7. Sono un gruppo di sei giovani architetti
conosciutosi durante gli studi all’università di Trieste ed hanno
elaborato un progetto per il rilancio della ferrovia. Tutto è iniziato
qualche stagione fa proprio con la tesi di laurea di Giorgia. Secondo
loro bisogna ripartire dalla valorizzazione e riattivazione del
territorio ed investire su un turismo sostenibile, un turismo lento che
possa attrarre gente e creare occupazione. Affrontano il problema della
sospensione del traffico rotabile da un punto di vista diverso. “Gli
spazi ferroviari come stazioni e caselli vanno salvaguardarti e
valorizzati destinandoli ad uso della cittadinanza o per piccole
attività economiche. Si possono creare parchi giochi per bimbi,
foresterie, centri di assistenza per ciclisti e bici, ma anche campeggi o
luoghi di aggregazione per le associazioni”. Se si fa vivere il
territorio si crea un bacino di utenza che giustifica anche l’esistenza
di una ferrovia che viene così a trovarsi in un sistema integrato più
ampio, in cui il treno rappresenta una tappa necessaria. La loro idea è
come un salvagente che hanno voluto lanciare prima che la linea muoia
del tutto. “Purtroppo manca una cultura dell’uso del treno e dei mezzi
alternativa. Abbiamo molte bellezze da queste parti oltre che degli
itinerari cicloturistici, dobbiamo solo creare un’offerta ben
strutturata ed un’ospitalità adeguata, a quel punto sarà evidente a
tutti la necessità di avere un collegamento su rotaia”. Ermes, l’unico
ad essere di questa località, mentre ci allontaniamo ci ricorda di
quando da bambino veniva qui a giocare con il figlio del capostazione ed
insieme si arrampicavano sui carri in sosta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-size: x-small;"> <i>pubblicato il 26 giugno 2015 su "<a href="http://lacittafutura.it/" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-77080059281241310232015-06-27T14:16:00.002+02:002015-06-27T14:21:19.592+02:00CON L'ECO DEI TRENI. A piedi sulla strada ferrata<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6sN-yBp9cLMa3btD5aCntn0oGEopU-iVoSNa7IGZWlQ-19lCuwiArhlDwc5k9DeeMkXGzKVoKBYbwfrVv4xXiAeoJAvEG7FGPZUtqPdj6jL6luAl2KpPihyphenhyphenaGSTIrkEhvk8TsAF1GJnnJ/s1600/traversine.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6sN-yBp9cLMa3btD5aCntn0oGEopU-iVoSNa7IGZWlQ-19lCuwiArhlDwc5k9DeeMkXGzKVoKBYbwfrVv4xXiAeoJAvEG7FGPZUtqPdj6jL6luAl2KpPihyphenhyphenaGSTIrkEhvk8TsAF1GJnnJ/s320/traversine.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">foto Giuliano Guida</td></tr>
</tbody></table>
<h1 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Primi passi sulle traversine</span></h1>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-size: small;"><b>Emozione, preoccupazione, perplessità. I
primi metri sulle traversine. L’impatto iniziale è positivo, i binari
attraversano praticamente l’interno della città di Sacile, al cippo
chilometrico 2 la prima sosta.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small; font-weight: normal;"><i>pubblicato il 20 giugno 2015 su "<a href="http://www.lacittafutura.it/italia/primi-passi-sulle-traversine.html" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></h2>
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;"><i> </i></span></span></h2>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<h1 style="text-align: justify;">
<span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: small;"><a name='more'></a></span></span></h1>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">Emozione,
preoccupazione, perplessità. I primi metri sulle traversine sono un
cocktail di sensazioni. Ci guardiamo intorno per capire se tutto andrà
liscio, poi, ci lasciamo andare. Per Giuliano è tutta una novità, è la
prima volta che ci cammina sopra ma riesce ad alternare bene il passo
senza calpestare la breccia. L’impatto iniziale è positivo, i binari
attraversano praticamente l’interno della città di Sacile, al cippo
chilometrico 2 la prima sosta.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La fermata di Sacile
San Liberale, che rappresenta la nostra partenza simbolica, sorge di
fronte lo stadio da un lato e dall’altro davanti un grosso polo
scolastico. 1200 ragazzi che tutti i giorni, da tutta la zona
pedemontana e da alcuni comuni limitrofi del Veneto, vengono qui per
studiare. La fermata ci appare ben curata e molto pulita, il prato
tagliato di recente e con una bella fontanella con cui refrigerarsi.
Realizzata nel 1990 ed ultima opera ad essere eseguita sulla linea, è
stata ottenuta grazie ad una battaglia portata avanti da professori e
studenti. L’essenza di questa fermata è tutta qui, dare l’opportunità ai
giovani di potersi recare in maniera indipendente a scuola.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Incontriamo Ezio,
professore di matematica. “Un vasto bacino di utenti utilizzava questo
treno, anche se negli ultimi anni il numero era calato a causa degli
orari programmati da Trenitalia che non permettevano di arrivare in
tempo per la campanella e così spesso era la scuola a dover modificare
l’entrata”. Ci conferma che almeno sessanta studenti continuavano a
prendere il treno e che era strategico soprattutto per chi proveniva dal
comune di Orsago in territorio veneto. “Le Ferrovie la considerano un
ramo secco, una spesa eccessiva, ma ci sono anche i costi sociali da
valutare”. Ezio tiene a farci notare anche che, nonostante non venga più
utilizzata da tre anni, a ridosso della ferrovia sono stati eseguiti
degli ingenti lavori di recinzione con muretti in cemento e palizzate in
ferro e che l’illuminazione continua a restare accesa nonostante la
fermata sia ormai deserta.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Lo squillo della
campanella, una folla di adolescenti varca i cancelli, alcuni gruppetti
vengono a sedersi sulle panchine vicino a noi, molti altri restano sul
marciapiede stradale. Il colpo d’occhio è eccezionale, la vita sembra
essere tornata in questo spazio ormai abbandonato, purtroppo nessun
treno arriverà a raccoglierli. Incuriositi dalla nostra presenza qualche
coraggioso ci domanda chi siamo e cosa facciamo qui. Scopriamo così che
stanno ingannando il tempo in attesa dei bus che li riporteranno a
casa. Da quando il treno non c’è più i tempi di percorrenza sono
aumentati, si trovano costretti a fare un giro più lungo e la mattina
devono uscire molto prima. Alice, giovane studentessa di Montereale ci
viene a cercare per raccontarci che due anni fa gli studenti insieme ad
un gruppo di pendolari si erano mobilitati per riattivare la
circolazione, ma che da un po’ la situazione è stabile, poi corre via
perché la sua corriera sta per partire.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sacile, cittadina di
20 mila abitanti, ha il suo splendido nucleo storico su due isole sul
fiume Livenza, lungo le cui sponde si affacciano numerosi palazzi
nobiliari del periodo veneziano e graziosi ponti con scorci
indimenticabili. Il sindaco viene ad augurarci buon viaggio, è
l’occasione per scambiare qualche battuta. “Le Ferrovie dovrebbero avere
un senso di responsabilità e fare un bilancio economico complessivo del
trasporto regionale. Questo servizio ha un importanza fondamentale per
studenti e lavoratori ed il comune è favorevole alla sua riapertura”. Il
primo cittadino sottolinea che per la sua comunità è un vanto, un
elemento in più, essere uno dei due capolinea e non solamente una
stazione di passaggio come avviene per la direttrice Mestre-Pordenone.
Ci ricorda anche vi è un contratto di servizio che obbliga Trenitalia ad
effettuare le corse che infatti oggi vengono realizzate con bus
sostitutivi che nessuno usa. “La ferrovia potrebbe avere anche un
utilizzo a fini turistici, una mobilità dolce”. Ci salutiamo con un
ricordo personale:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">”Usai il treno per
visitare Gemona dopo il terremoto e poi non posso dimenticare la
disponibilità e gentilezza dei macchinisti che facevano viaggiare spesso
i bambini in cabina”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il sole è a picco ma
dobbiamo proseguire nel nostro lungo ma appena iniziato viaggio. I
programmi, come è giusto che sia, sono già stravolti. Faremo tappa a
Budoia, ci sono ancora 8 km da percorrere. Numerosi gli incroci con
strade e stradine, le sbarre dei passaggi a livello sono state rimosse e
le auto ormai hanno la precedenza indisturbate. Per qualche chilometro
continuiamo a costeggiare abitazioni, l’erba ai lati del binario è
tagliata e sicuramente qualcuno ancora se ne cura. Nulla fa pensare che
sia una ferrovia senza traffico. Circa al km 8 una grossa fabbrica
appare alla nostra sinistra, uno scambio permette di deviare il
materiale rotabile all’interno, un raccordo industriale ancora connesso
ed apparentemente efficiente. È la sede di Polcenigo della Cimolai,
azienda mondiale che realizza strutture in acciaio di carpenteria
leggera e pesante. Siamo un po’ sorpresi di vedere un simile impianto
industriale, eppure nessun carro merci trasporta i suoi prodotti nel
mondo, tutto è affidato alla gomma. Il segnale di protezione ci fa
comprendere di essere giunti finalmente alla nostra metà quotidiana,
ancora qualche centinaio di metri e la stazione di Budoia-Polcenigo è
pronta ad accoglierci. Il luogo sembra essere rimasto immobile nel
tempo, il fabbricato viaggiatori è in buona condizioni, il giardino è
curato e manutenuto, la fontanella sgorga acqua fresca, l’ufficio
movimento appare ordinato e pronto a regolare la circolazione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Budoia è un comune
virtuoso di 2600 anime impegnato soprattutto in tematiche ambientali e
sull’agricoltura biologica di cui anche la nota trasmissione di rai tre
Report ha parlato anni fa. Il sindaco ci viene a trovare in stazione per
raccontarci di quel che sta accadendo. Ha avuto diversi incontri con il
direttore della DTP di RFI riguardo le problematiche inerenti la
ferrovia e gli spazi ad essa connessi. ”L’ex stazione è stata ottenuta
in comodato d’uso gratuito ed ora ospita un’associazione del territorio
ed una famiglia in difficoltà che hanno l’obbligo di tenere curato lo
spazio circostante”. Ci informa dell’abbattimento di alcuni caselli e di
essere riuscito, solo per mantenerli intatti, ad ottenere anche su
quelli un comodato. “Ora la Regione ha affidato a FUC (ferrovie Udine
Cividale) uno studio di fattibilità della linea che potrebbe portare ad
un affidamento della stessa dallo Stato alla Regione”. Ritiene che la
ripresa e lo sviluppo del trasporto su ferro possa avvenire se vi sia
una regia unica regionale e una gestione diretta delle amministrazioni
locali, con un impulso del turismo slow come quello ciclabile. Fino agli
anni ottanta vi era un uso del treno da parte di stagionali che in
molti partivano da queste terre per andare a lavorare a Venezia nei
settori della ristorazione ed alberghiero.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ci salutiamo non prima
di ottenere un frammento di memoria personale. “Una volta fui
letteralmente sequestrato da un capotreno perché avevo il biglietto
sbagliato, mi tenne tutto il viaggio nello spazio fra il macchinista ed i
sedili tenendo con se la mia carta d’identità”.</span><br />
<br />
<span style="font-size: x-small;"> <i>pubblicato il 20 giugno 2015 su "<a href="http://lacittafutura.it/" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-20833939448934481052015-06-21T13:20:00.001+02:002015-06-21T13:25:05.822+02:00CON L'ECO DEI TRENI. A piedi sulla strada ferrata<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgefEsObF3WkIG-9RwJLObrZ_jeZ8-9eHxafc3BDCZnOpoBCt1V_3TIThoTJcNkNZ5TYrLxuP7vZa2knxZn0Z3jhJGkKt95XRAsM01HwNHw5bZM1tm9x_W1H92X_kA0HxM2SyXK2xO86DKm/s1600/eco.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgefEsObF3WkIG-9RwJLObrZ_jeZ8-9eHxafc3BDCZnOpoBCt1V_3TIThoTJcNkNZ5TYrLxuP7vZa2knxZn0Z3jhJGkKt95XRAsM01HwNHw5bZM1tm9x_W1H92X_kA0HxM2SyXK2xO86DKm/s320/eco.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">foto di Giuliano Guida</td></tr>
</tbody></table>
<h1>
<span style="font-size: large;">La Pedemontana del Friuli</span></h1>
<h2 style="text-align: justify;">
<b><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: small;"><b>Il viaggio di Claudio e Giuliano
continua. Località Meduno, dal luglio 2012 la circolazione dei treni è
stata sospesa a causa di uno smottamento del terreno che ha provocato lo
svio del Minuetto. Da quel giorno sui binari si sta depositando quello
strato di ruggine che rappresenta il segno inconfondibile dell'abbandono
di una ferrovia.</b></span></span></b></h2>
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: small;"></span><span style="font-size: x-small;"><i>pubblicato il 13 giugno 2015 su "<a href="http://lacittafutura.it/italia/la-pedemontana-del-friuli.html" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></span></h2>
<h2 style="text-align: justify;">
<span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: x-small;"><i><a name='more'></a></i></span><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Ore 6.50, l'intercity notte 774
Roma-Mestre ferma a Sacile, sorpresi prendiamo i nostri bagagli e
scendiamo di corsa. La stazione si trova sulla linea principale che
attraversa il Friuli e precisamente sull'asse Mestre – Pordenone – Udine
-Trieste. Dal binario I parte una deviazione che vira verso nord-est; è
l'inizio della Pedemontana del Friuli, ferrovia che nella sua tratta
più antica ha compiuto da poco i 100 anni di vita. I fogli informativi
affissi nel fabbricato viaggiatori riportano la linea in questione
insieme a tutte le altre che si snodano lungo la regione e nel tabellone
degli orari risultano alcune corse al giorno per Pinzano e Gemona,
peccato che osservando meglio si nota che tale servizio viene svolto
dagli autobus sostitutivi. E si, purtroppo dal luglio 2012 la
circolazione dei treni è stata sospesa a causa di uno smottamento del
terreno in località Meduno che ha provocato lo svio del Minuetto. Da
quel giorno sui binari si sta depositando quello strato di ruggine che
rappresenta il segno inconfondibile dell'abbandono di una ferrovia.</span></span></span></h2>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">La Pedemontana del Friuli è un tracciato
di circa 75 km a singolo binario e non elettrificato che inizia a
Sacile e termina a Gemona del Friuli, attraversando il Tagliamento, la
stretta di Pinzano e la Valcellina. E' costituita da due tronchi
ferroviari costruiti in epoche diverse: la Casarsa – Gemona di 51 km che
fu ultimata nel 1914 e la Pinzano – Sacile di 53 km inaugurata nel
1930. La cronaca del tempo diceva: "la folla che si assiepa nei dintorni
della stazione di Sacile ammira il primo convoglio che partirà
attraverso i paesi pedemontani a recare un nuovo soffio di civiltà e di
benessere morale materiale" e ancora "le popolazioni attendevano in
massa compatta a tutte le stazioni e gridavano la loro gioia col
trasporto di una esultanza incontenibile". Solamente nel 1967, con la
soppressione del tronco Casarsa - Pinzano, il ramo orientale compreso
tra Pinzano al T.nto e Gemona venne unito al ramo occidentale, quello
tra Sacile e Pinzano. Da quel momento, l'intera tratta tra Sacile e
Gemona venne chiamat<span style="font-family: inherit;">a</span> "la ferrovia Pedemontana".</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Usciamo dall'edifico e percorriamo a
piedi qualche centinaio di metri sulla stradina che costeggia la tipica
recinzione in cemento delle FS. In questa tratta i treni sfrecciano per
raggiungere le due province e non possiamo correre il rischio che
qualcuno ci veda camminare lungo la massicciata e far terminare così il
viaggio ancor prima che inizi. La Pedemontana si allontana dolcemente
dalla direttrice principale, è il punto buono per iniziare a calpestare
le traversine. Alle nostre spalle il segnale di protezione è acceso a
via impedita, il senso di marcia ci appare simbolicamente obbligatorio,
siamo pronti a partire per giungere all'altro capo della linea.</span></span><br />
<br />
<br />
<span style="font-size: x-small;"><i>pubblicato il 13 giugno 2015 su "<a href="http://lacittafutura.it/" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-33704260825275010962015-06-16T19:04:00.003+02:002015-06-21T13:16:54.492+02:00CON L'ECO DEI TRENI. A piedi sulla strada ferrata<div class="itemFullText">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz3Ct3scQxFq12thw1Ok1NNNedOMaDBHIkqKW4CvXbS-RIIGVIaFIsdBlfHs9is_eF3D2qgbp-SYBBY9Wijn1KSSEb-fUJdYhtvKQzd-kSHvHch7l0XcGAFWOjAVEf_i5KOr9bBrr5w81k/s1600/binari.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz3Ct3scQxFq12thw1Ok1NNNedOMaDBHIkqKW4CvXbS-RIIGVIaFIsdBlfHs9is_eF3D2qgbp-SYBBY9Wijn1KSSEb-fUJdYhtvKQzd-kSHvHch7l0XcGAFWOjAVEf_i5KOr9bBrr5w81k/s320/binari.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">foto di Giuliano Guida</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-large;">Sbuffi di memoria</span></div>
<br />
<b>Un viaggio meraviglioso attraverso la pedemontana del Friuli,
Claudio e Giuliano ci racconteranno, a puntate, la storia di quei luoghi
ma anche la storia delle strade ferrate abbandonate.</b><br />
<br />
<br />
<span style="font-size: x-small;"><i>pubblicato il 5 giugno 2015 su "<a href="http://lacittafutura.it/italia/sbuffi-di-memoria.html" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span><br />
<a name='more'></a><br />
<div align="justify">
C’era una volta la locomotiva, potente, massiccia,
simbolo dello sviluppo industriale. Un mezzo di trasporto
rivoluzionario che ha cambiato le sorti del modo di spostarsi per
uomini e merci.</div>
<div align="justify">
La storia delle ferrovie in Italia ha inizio il 3
ottobre 1839 con l'apertura del breve tratto di linea di circa sette
chilometri da Napoli a Portici. Nel corso dell’ottocento si è avuto un
piccolo ma costante incremento delle strade ferrate dovuto a piccole
società private finché, sull'ovvia constatazione che per il loro valore
strategico le ferrovie non potevano ulteriormente essere lasciate in
mano a gruppi finanziari privati, il 1º luglio del 1905 è nata
l'Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato con cui lo Stato
ne assumeva la gestione diretta. Per tutto il novecento si è assistito
in tutta la penisola ad uno sviluppo ferroviario ramificato che ha
raggiunto borghi e piccoli centri, contribuendo ad unificare
concretamente uno Stato che era nato da poco. A partire dagli anni ’60
con lo sviluppo dell'industria automobilistica si è avviato un primo
ciclo di dismissione delle linee. Oggi sono circa 6000 i chilometri di
binari smantellati, un patrimonio prezioso che nel corso degli anni ha
escluso una consistente parte della popolazione dall’utilizzo del
treno. Dismissione che a partire dagli anni novanta, in corrispondenza
della trasformazione in società per azioni dell’Ente Ferrovie dello
Stato e quindi di fatto della sua privatizzazione anche se lo Stato ne
resta l’unico azionista, ha subito una forte accelerazione in
particolar modo nel corso degli ultimi anni. Non è sicuramente una
coincidenza se la privatizzazione, lo smembramento delle ex FS in
molteplici società e la creazione della rete ad alta velocità abbiano
incrementato tale processo. Basti pensare che anche nelle pubblicità e
spot televisivi si sente parlare dei fruitori del treno solo
esclusivamente come clienti e non più come viaggiatori o passeggeri, un
piccolo dettaglio che però mostra il cambiamento da quello che
dovrebbe essere un servizio pubblico garantito a quello che è la
vendita di una merce<br />
.</div>
<div align="justify">
Un fenomeno che riguarda indistintamente tutto il
territorio nazionale anche se, specialmente recentemente, sono le linee
del nord, che poteva vantare una maggiore diffusione e presenza, ad
essere principalmente chiuse. Solo negli ultimi cinque anni sono oltre
1000 km e 10 linee ferroviarie secondarie ad essere state dismesse,
alcune delle quali con la motivazione che si è sospesa solo la
circolazione per problemi infrastrutturali o perché non economicamente
vantaggiosa. Ma è una tattica vista diverse volte che, associata
purtroppo al progressivo abbandono dei centri minori ed all’incremento
dei mezzi su gomma, inizia con l’innalzamento dei tempi di percorrenza,
prosegue con l’inserimento di orari inservibili, la riduzione dei
fondi alla manutenzione, il passaggio a bus sostitutivi ed infine lo
smantellamento definitivo. Si tratta di un patrimonio importante, che
si snoda nel territorio e collega città, borghi e villaggi rurali, di
opere d'arte (ponti, viadotti, gallerie), di stazioni e di caselli
(spesso di pregevole fattura e collocati in posizioni strategiche), che
giacciono per gran parte abbandonati in balia dei vandali o della
natura che piano piano se ne riappropria. Un patrimonio da tutelare e
salvare nella sua integrità, per rimettere in funzione collegamenti
esistenti ma abbandonati, per valorizzare le tratte minori situate in
aree marginali eppure indispensabili alla mobilità locale, ma anche
associandolo a percorsi verdi per la riscoperta e la valorizzazione del
territorio ed a un utilizzo del servizio ferroviario legato ad una
fruizione ambientale e dei luoghi. Ma c’è un’Italia che resiste a
tutto questo, un’Italia fatta di associazioni, comitati, di piccole
istituzioni locali che conoscono bene l’importanza e la necessità di
salvaguardare il patrimonio ferroviario italiano minacciato dalla
logica del profitto e dei continui tagli imposti dalle condizioni della
finanza pubblica e di proporre il treno non solo come mezzo di
trasporto sostenibile, economico ed universale ma anche come mezzo per
scoprire le inestimabili ricchezze naturali ed artistiche di cui siamo
ricchi.</div>
<div align="justify">
E’ con questo spirito che abbiamo deciso, essendo
comunque amanti del viaggio lento, del viaggiare per conoscere
territori, raccogliere storie, incontrare gente, certi che l’essenza
non è arrivare da un punto A ad un punto B ma tutto quello che vi è in
mezzo, il percorso che si fa strada e che diventa storia, di camminare
lungo una di queste ferrovie. Percorreremo completamente a piedi 74 km
della pedemontana del Friuli che dal 2012 sono chiusi alla circolazione
dei treni con la motivazione ufficiale di uno smottamento
raccontandovi degli uomini, donne e paesaggi che incontreremo in questa
avventura.</div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div align="justify">
<span style="font-size: x-small;"><br /></span></div>
<div align="justify">
<span style="font-size: x-small;"><i>pubblicato il 5 giugno 2015 su "<a href="http://lacittafutura.it/" target="_blank">La Città Futura</a>" settimanale on line</i></span></div>
</div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-58719318173735576382015-05-28T15:09:00.001+02:002015-05-28T15:16:26.168+02:00Sarajevo, l’anima dei balcani<div style="text-align: justify;">
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="//img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" />
<style>
st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]-->
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqN6OUnZ_9N_NUIzUq1ihTikvX8LYmbOpwVEBY9oTDk5BJQbaVvfdjCOB-hENlxu3KvCWPdy__p-JHupfLXTYwffqBTbeW5i8BGVpVu2dFLABfCGs9c_PerXAjYYv6waOpsb2cuwpst976/s1600/1+728.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqN6OUnZ_9N_NUIzUq1ihTikvX8LYmbOpwVEBY9oTDk5BJQbaVvfdjCOB-hENlxu3KvCWPdy__p-JHupfLXTYwffqBTbeW5i8BGVpVu2dFLABfCGs9c_PerXAjYYv6waOpsb2cuwpst976/s320/1+728.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--></div>
<div style="text-align: justify;">
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="//img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" />
<style>
st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]--><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Ore 11, il treno
si ferma al binario 1, da Mostar a qui tre ore di viaggio attraverso uno dei
più suggestivi ed affascinanti itinerari ferroviari dell’Europa. La stazione è
un enorme edificio, altissimo e per lo più vuoto e spoglio. Pochi i passeggeri
presenti, purtroppo non sono moltissimi i treni che partono ed arrivano nella
capitale bosniaca.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">L’impatto iniziale è piacevole, la città è ricca di vita, i
tram percorrono il viale centrale ed alcuni bambini per viaggiare gratis si
siedono sull’organo di aggancio delle vetture.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Nella parte occidentale della città vecchia appare evidente la presenza
della dominazione austro-ungarica sia nello stile degli edifici che nella
disposizione regolare delle strade ma piano piano si avverte il passaggio alla
zona </span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">ottomana. Stretti viottoli acciottolati, intrighi di stradine e ci si
ritrova nella Bascarsija, l’antico mercato e nucleo originario di Sarajevo. La
città rappresenta benissimo quel punto di incontro fra oriente ed occidente, un
luogo dove oggi tornano a convivere ed integrarsi culture differenti. Stupisce
vedere giovanissime ragazze con abiti mozzafiato di fianco a donne con il velo
in testa, uomini che bevono il tradizionale caffé turco e moderni bar dove la
birra è sorseggiata come acqua e ancora chiese cattoliche ed ortodosse,
sinagoghe e mosche a poca distanza una dall’altra. Sarajevo, capitale culturale
dell’ex Jugoslava, è stata per anni l’incrocio fra le diverse anime del paese,
un luogo di tolleranza e convivenza e ciò la rese un centro effervescente e
pieno di vita. Poi l’odio e la distruzione di una guerra fratricida foraggiata
e sostenuta da alcune potenze Occidentali. Le vie del centro portano ancora
visibile le ferite del recente conflitto, in alcuni punti, come monito, sono
stati lasciati sull’asfalto i buchi fatti dalle granate e riempiti di vernice rossa per
ricordare il sangue delle vittime, le Rose le chiamano qui. Le guardo e la mia
mente torna alle immagini dei molti edifici ancora devastati della seconda
città bosniaca e ai racconti di quei tragici giorni fatti da Miran. Giungo in
una grande piazza, le estremità laterali sono occupati da una lunga fila di
gazebo con ricami orientaleggianti, sotto diverse persone intente a cucinare.
Siamo in pieno Ramadan, il mese nel quale dall’alba al tramonto per gli islamici
si pratica il digiuno e qui si sta preparando il pasto che al momento
consentito i fedeli consumeranno tutti insieme. L’estremità inferiore è
occupata da un gruppo di uomini messi in circolo, gli occhi concentrati su una
scacchiera gigante disegnata per terra. Silenzio interrotto da qualche
commento, al centro i due giocatori con i volti seri e riflessivi, pronti a
ragionare su ogni singola mossa dell’avversario. Sono principalmente uomini di
mezza età ma vi è anche qualche giovane. Scacco matto, una stretta di mano,
qualche marco, le valutazioni dei presenti ed avanti il prossimo. Noto sullo
sfondo la grande cattedrale ortodossa che completa questo stravagante
quadretto. La voce del muezzin che risuona dal minareto della moschea attira la mia attenzione. Le diverse cupole
che ricoprono il luogo di culto splendono di azzurro lucente quasi accecante,
al suo ingresso una folla di credenti e curiosi. Vado oltre e mi ritrovo in uno
dei luoghi che ha segnato la storia del secolo appena trascorso. E’ qui che il giovane
studente Gavrilo Princip uccise l'erede al trono di Austria e Ungheria
l'arciduca Francesco Ferdinando, costituendo il <span style="mso-bidi-font-style: italic;">casus belli</span> della prima guerra mondiale. Conflitto al quale
seguirono gli orrori della seconda con l’occupazione nazifascista e il massacro
della popolazione slava, per arrivare poi agli anni novanta e a quello scontro
impensabile e imprevisto. Un filo lega tutti questi eventi che evidenzia come
nazionalismo e imperialismo siano all’origine di tale barbarie. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Adisa vive a Sarajevo da
anni ma è originaria di una città qua vicino, tra una birra e l’altra mi
racconta del suo paese. “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Gli stipendi
sono molto bassi, la disoccupazione alta, è difficile arrivare a fine mese, una
casa poi quasi proibitiva ed i servizi</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">come
sanità ed istruzione una volta gratuiti e garantiti oggi sono sempre più rari”.
</i>La conversazione procede piacevole, i ricordi personali si incastrano uno
con l’altro, “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">sai io sono musulmana ed
avevo dei vicini serbi, eravamo ottimi amici, poi da un momento all’altro ci
volevano nemici, non ci è interessato nulla, conoscevamo quella gente da sempre
e ci siamo aiutati come potevamo uno con l’altro. Per decenni musulmani, serbi,
croati hanno vissuto pacificamente insieme, come era possibile che
all’improvviso ci ritrovavamo a combatterci?” </i>e poi ancora “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">quando ero piccola mio padre, musicista, mi
portava spesso in tour con lui, ricordo l’Italia e gli altri paesi europei, era
bello girare tranquillamente ed essere rispettati come popolo”. </i>Prima di
salutarci gli chiedo di Tito, “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">avevo 5
anni quando è morto, me lo ricordo quel giorno, giocavo con una amichetta, poi
i miei genitori che piangono come molti altri per strada, noi che non
comprendevano e la mamma che mi richiama a casa. Un giorno molto triste per la Jugoslavia, l’inizio
della fine di quel sogno che è durato quasi cinquantanni”</i></span><span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: "Courier New";"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-weight: bold;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="mso-bidi-font-style: normal;"><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]-->* pubblicato nell’antologia del IV concorso “Poetiche
Ispirazioni” indetto dal Comune di Vigano (Lc)</span></span></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i></span><span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: "Courier New";"></span></div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-84784285448105997462014-10-21T18:26:00.000+02:002014-10-21T18:34:03.475+02:00Sicilia 2014 .....Sulla via dei Mille<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1vV0zTHGShVn2a46TxGG16GAPtoczTW_vhh5rSjPgraxWt8hAKfuswfxjoquozFFYffYbMJqo2vFNL-SYd4r5DXAzoeISUKg7nBGzbZbGO3EJ441veWadPG9bzGT8rydoCqf5i5Wujt5P/s1600/IMG_20140717_144723.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1vV0zTHGShVn2a46TxGG16GAPtoczTW_vhh5rSjPgraxWt8hAKfuswfxjoquozFFYffYbMJqo2vFNL-SYd4r5DXAzoeISUKg7nBGzbZbGO3EJ441veWadPG9bzGT8rydoCqf5i5Wujt5P/s1600/IMG_20140717_144723.jpg" height="300" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span class="userContent" data-ft="{"tn":"K"}">I tappa:<br /> Messina-Ali Terme-Taormina-Riposto-Acireal<wbr></wbr><span class="word_break"></span>e<br /> 100km 6h circa</span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span class="userContent">II tappa:<br /> Acireale-Catania-Priolo Gargallo-Siracusa <br /> 93km 4h 50' 19.2 media 55 Vmax</span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span class="userContent"></span><span class="userContent">III tappa:<br /> Siracusa-Fontane Bianche-Avola-Noto-Marzamemi-Loc Morghella-Portopalo di Capo Passero</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span class="userContent">80km 5h 60Vmax 16 media</span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span class="userContent">IV tappa:<br /> Porto Palo-Pachino-Ispica-Modica-Ragusa<br /> 70km 5h 14media 54Vmax</span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span class="userContent" data-ft="{"tn":"K"}">V tappa:<br /> Palermo-Montelepre-Partinico-B<wbr></wbr><span class="word_break"></span>alestrate-Castellammare del Golfo-Custonaci-S.Vito lo Capo<br /> 120km 7h 26' 16vmedia 65vmax</span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span class="userContent">VI tappa:<br /> S.Vito lo Capo-Custonaci-Valderice-Erice-Trapani-Marsala<br /> 105km 6h 13' 17vmedia 58vmax</span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span class="userContent">VII tappa:<br /> Marsala-Petrosino-Mazzara del Vallo-Punta Granitola-Campobello di Mazzara-Castelvetrano<br /> 80km, 4h 50', 16.5 vmedia</span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span class="userContent"></span><span class="userContent" data-ft="{"tn":"K"}">VIII tappa:<br /> Palermo-Addaura-Mondello-Capo Gallo-Palermo<br /> 60km 4h 05' 15vmedia</span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span class="userContent" data-ft="{"tn":"K"}">Totale 708km 43h 38' </span></div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-22440803290039303622014-01-11T11:45:00.002+01:002014-01-11T11:51:47.784+01:00Italia 150, viaggio in bici dalla Serenissima alla Lanterna.....le tappe<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDrx2KGgY0QyJZE1UnQXGM8iHLEaX1gUowGU5OoDlu42Y8pit9GtrrOeAK1EMr1gtK8s82ht7k2037HwwK1WdWJCuMQlXy-dJUizZ48OmB2cv_rTATifgoQsUsMdVyDuVw46LF01h5xPxA/s1600/Percorso-google-maps.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDrx2KGgY0QyJZE1UnQXGM8iHLEaX1gUowGU5OoDlu42Y8pit9GtrrOeAK1EMr1gtK8s82ht7k2037HwwK1WdWJCuMQlXy-dJUizZ48OmB2cv_rTATifgoQsUsMdVyDuVw46LF01h5xPxA/s1600/Percorso-google-maps.jpg" height="320" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]--><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">1) VeneziaMestre, Mirano, Cadoneghe, Padova, Montegaldella,
Montegalda, Longare, Vicenza</span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> tot. 88Km 4h 12'</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">2) Vicenza,
Lonigo, San Bonifacio, S.Michele, Verona, Porcella , Bussolengo, Bardolino.</span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">tot. </span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">102 km 4h 52'</span><br />
<br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="//img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" />
<style>
st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]--><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">3) Bardolino, Garda, Riva
del Garda, Lago di Ledro, Storo. tot. </span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">94 km 5h 47'</span><br />
<br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="//img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" />
<style>
st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]--><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">4) Storo, Idro, Vestone, Casto, Lodino,
Gardone Val Trompia, Polaveno, Iseo. tot. </span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">91 km 5h14'</span><br />
<br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="//img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" />
<style>
st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]--><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">5) Iseo, Sarnico,
Chiuduno, Seriate, Bergamo, Ponte San Pietro, Pontida, Calolziocorte, Lecco,
Bellaggio, Menaggio</span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">. tot. 109 km 5h 55'</span><br />
<br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]--><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">6) Menaggio, Ossuccio, Como,
Olgiate Comasco, Tradate, Castiglion Olona, Azzate, Daverio, Ternate,
Travedona Monate, Ispra. tot. </span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">107 km 5h58'</span><br />
<br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]--><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">7) Ispra, Angera, Sesto Calende, Arona, Borgomanero, Castellazzo Novarese, Casaleggio Novara, Borgo Vercelli, Vercelli</span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">. tot.103 km 5h32'</span><br />
<br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]--><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">8) Vercelli, Asigliano Vercellese, Balzola, Casale Monferrato, Pontestura, Cantavenna, Gabiano, Pomaretto, Gassino Torinese, San Mauro Torinese, Torino. tot. </span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">122km 6h 34'</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">9) Torino, Moncalieri, Poirino, Santo Stefano Roero, Canale, Alba, Manera, Castino, Cortemiglia</span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">. </span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> tot. 100km 5h 54'</span><br />
<br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]--><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">10) Cortemiglia, Castelletto Uzzone, Cairo Montenotte, Carcare, Savona, Varazze, Arenzano, Genova.</span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">tot. </span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">116 km 6h38'</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">km totali 1032 </span>cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-61818682576927763262013-12-27T18:53:00.001+01:002013-12-27T18:54:28.714+01:00Italia 150, viaggio in bici dalla Serenissima alla Lanterna<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4CD5VJjDpzGdTp9Me9bu6HscVUCFzuJTAD5TvtGHiQ4szzZR5ibHNJ4TDJAj3MOkmMCiow4vvYsDqw0sz4gfBNt4gbrpiuBceGZdYoV-Hlww7MYV3jL182Dw-rE3ZtCGjvpS-neHyzNvx/s1600/Percorso-google-maps-politico.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4CD5VJjDpzGdTp9Me9bu6HscVUCFzuJTAD5TvtGHiQ4szzZR5ibHNJ4TDJAj3MOkmMCiow4vvYsDqw0sz4gfBNt4gbrpiuBceGZdYoV-Hlww7MYV3jL182Dw-rE3ZtCGjvpS-neHyzNvx/s400/Percorso-google-maps-politico.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Georgia;">E sono tre, con questo viaggio si conclude, o
forse no, la scoperta della nostra bellissima penisola. Dopo il centro ed il
sud era la volta del nord. Partiti da Venezia senza nessuna idea precisa di
dove arrivare ma con la voglia di costeggiare i vari laghi, alla fine passando
per Torino siamo giunti fino a Genova. Poco più di mille chilometri percorsi in
dieci giorni di bicicletta, un nuovo record per noi, con una media
poco superiore ai 100 km giornalieri. Incontri con persone sconosciute che ci hanno
offerto la loro gentile ospitalità, che ci hanno confortato con semplici parole
o qualche prezioso consiglio, o semplicemente che si sono imbattuti sul nostro
percorso. Ricordi, emozioni e sensazioni che restano per sempre dentro di te, come
i dolori, il sacrificio e la fatica delle salite ripagate da quegli istanti di
follia mentre ad oltre 50 km/h si affronta la discesa. Tutti gli sforzi fatti
anche questa volta sono stati ampiamente ripagati, e si ritorna a casa con la
certezza che l’anno prossimo un altro viaggio ci aspetta.</span></div>
<span style="font-family: Georgia; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Georgia; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Quest’anno ho avuto anche la fortuna di affrontare il
viaggio con una nuova bici, una sorta di via di mezzo fra una da corsa e una
montainbike. Devo essere onesto, se è vero che un viaggio del genere lo si può affrontare benissimo
con una bici decente, averne una buona può dare un aiutino in più. In effettivi
il rendimento della mia nuova bicicletta, acquistata il giorno prima di partire
dall’amico Roberto che me la consigliava da tempo, è stato eccezionale.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Più leggera della precedente, ottimi rapporti
e velocità maggiori.</span>cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-23214289289975856682013-07-28T16:58:00.003+02:002013-07-28T17:11:27.152+02:00Ritorno in Bulgaria<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4PeWSUS8bmJpUs_tKAvb15ou6fcwPDbRPoGnHgsPX9mS0m9MQEUrPHqlwdvEXsKDUkCLBjoixeTkkoq3A2T1wt4wxcqRrxcTqzplVMjBjsZ8lr7ifAiu3lHUSvQk_eOoaI2WpgeFOgQ7i/s1600/DSCN0779.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4PeWSUS8bmJpUs_tKAvb15ou6fcwPDbRPoGnHgsPX9mS0m9MQEUrPHqlwdvEXsKDUkCLBjoixeTkkoq3A2T1wt4wxcqRrxcTqzplVMjBjsZ8lr7ifAiu3lHUSvQk_eOoaI2WpgeFOgQ7i/s400/DSCN0779.JPG" width="400" /></a></div>
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="//img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" />
<style>
st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sono tornato in Bulgaria e scrivo alcune informazioni che possono essere utili per altri viaggiatori.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La bulgaria resta ancora un paese
molto economico e bello da visitare. Spostarsi in treno non costa praticamente
nulla, dal mare alla capitale solo 12 euro, i treni sono lenti e vecchi ma
puntuali e si possono fare molte conoscenze, certo sarebbe meglio parlare il bulgaro; con i bus si accorciano leggermente i tempi ma si spende di più. Le
principali città Sofia, Plovdiv, Veliko Tarnovo e Varna meritano tutte una
visita. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>A Sofia, Plovdiv e Varna vi sono
dei giri turistici gratuiti della città organizzati da un’associazione,
chiedete al vostro ostello per maggiori informazioni...</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br />
<a name='more'></a><br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Un’ottima catena di ostelli
presenti in ben 3 città è Hostel Motel. Si trovano a Sofia, Plovdiv e Veliko
Tarnovo e tutti forniscono compresi nel prezzo lenzuola ed asciugami, colazione
a buffet e una cena leggera (birra e pasta o altro piatto)</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Hostel Most Sofia si trova in Blvd
Makedonia 2A, vedrete l’insegna ma la porta di entrata è piccola e un po’
nascosta. Ottima atmosfera e personale simpatico, dispone di camere in
dormitorio e di doppie in un appartamento li vicino. Situato in posizione
centrale. Dalla stazione si raggiunge con 4 fermate di tram (diverse linee)
dall’aeroporto prendere bus 84 (scendere fermato parco vicino università,
fermata Gurko) e da lì o un camminata a piedi di circa 15 minuti oppure
prendere dall’altro lato della strada i filobus 1 o 5 (6/5 fermate scendere </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Hostel Mostel Plovdiv, Petar
Parchevich 13, in
una carina palazzina vicinissimo alla piazza centrale. Attraversate usando il
sottopassaggio il Boulevard Boris III e prendete la prima stradina a sinistra,
l’ostello è poco dopo e vedrete l’insegna. Dalla stazione dei treni o dei bus
sud sono 10 minuti a piedi in direzione della piazza centrale. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Hostel Mostel Veliko Tarnovo. Iordan
Indjeto 10, in
una piccola stradina vicino alla fortezza che scende verso il fiume. Un
bellissimo edificio e un ostello fra i più belli della Bulgaria con un ottimo
personale. La stazione dei pulman e dei treni sono a qualche chilometro. Potete
prendete per arrivare in ostello un autobus (chiedete per la fortezza es. il
20), oppure un taxi(3-4 leva) o chiamare l’ostello e farvi venire a prendere
gratuitamente.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
A Varna invece è consigliato il
Yo Ho Hostel, Ruse 23, di fronte il teatro dell’opera. Ostello in stile
piratesco e surf. Personale simpatico e cordiale. 10 Minuti a piedi dalla
stazione del treno.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La cucina bulgare è ottima e
costa pochissimo, vi consiglio quindi di mangiare cibo locale e tradizionale
evitate i posti internazionali e le trappole per turisti. Degli ottimi posti
sono le due catene di caffetterie presenti in tutto il paese, Trops Kashta
(house) e BMS che effettuano nell’ultima ora di chiusura sconti consistenti e
in cui vedrete mangiare tutti bulgari.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sono caffetterie stile tavola calda
con i cibi dietro il bancone e basta indicare quello che si vuole, sono tutti
ottimi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
A Sofia sono sparse per la città,
ve ne è una nel viale Maria Luisa e una nella via Alabin che collega Piazza
Macedonia (dove si trova ostello) al viale pedonale Vitosha.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
A Varna sono entrambi sul viale
pedonale Boris I a pochi metri di distanza una dall’altra ed effettuano sconto
del 30% dalle 20 o dalle 21.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
A Veliko Tarnovo invece vi è una
piccolissima trattoria familiare all’inizio della via dell’ostello (Iordan Indjeto)
purtroppo chiude alle 18. Da non perdere.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sofia, Plovdiv e Veliko Tarnovo
vantano una movimentata vita notturna, soprattutto nel weekend. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per gli amanti del rock a Sofia
vi sono due ottimi locali, il Rockit in via Benkovski, una traversa del viale
Knyaz Dondukov e il Rock a Rolla in Aleksander I angolo Gurko vicino piazza
Garibaldi. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
A Varna invece d’estate feste
tutte le sere sul lungomare, diverse discoteche ed alcuni club bar sulla
spiaggia. Un club che consiglio è il Cubo, di giorno spiaggia libera con
grazioso baretto e tavoli sulla sabbia oltre che su un terrazzo al primo piano,
di sera musica con Dj e con i live, ambiente tranquillo e rilassato con un
frequentazione adulta. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
A Veliko Tarnovo, se capitate
alle fine di luglio non perdetevi l’annuale festival del folclore che si svolge
nel parco vicino alla posta e ufficio informazioni. Vi sono anche alcuni
chioschetti che vendono cibo e bevande.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-16149478333888577872013-01-30T22:32:00.002+01:002013-01-30T22:33:51.513+01:00italia 150. Viaggio nelle regioni "minori"<div style="text-align: center;">
VERSO SUD....</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--></div>
<div style="text-align: justify;">
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="//img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" />
<style>
st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]-->
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyd3cOrmp4RU1US9wZRVF_IX9KKV1nCpBliuJnAa3bmzOkrQdiUumIvUIaQttw2kdF28lorS1lc-17yY_OpbFMu9AoLkal29ro1vxeqRBxaWbDEEy1puLrfnnhi43OulbJbENq1W5F-W1T/s1600/italia+127.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyd3cOrmp4RU1US9wZRVF_IX9KKV1nCpBliuJnAa3bmzOkrQdiUumIvUIaQttw2kdF28lorS1lc-17yY_OpbFMu9AoLkal29ro1vxeqRBxaWbDEEy1puLrfnnhi43OulbJbENq1W5F-W1T/s320/italia+127.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">E’
ora di riprendere il viaggio. Ce la prendiamo comoda anche questa volta.
L’abbondante colazione del Bed and Breakfast ci dà l’energia per poter partire,
il sole è già alto da tempo. Pedaliamo lungo la via centrale di Villetta
Barrea, poi subito una deviazione. Salita, 2 km per giungere a Civitella Alfedena, una
partenza non proprio ideale. Incrociamo un gruppo di ciclisti in senso inverso,
salutano e mi incitano ad andare avanti, Francesco è già in fuga. Il piccolo comune
è proprio sulla sommità. Arrivo accusando un po’ la breve ma rapida ascesa.
Sostiamo nel </span></div>
<a name='more'></a>parco cittadino dove alcuni bimbi giocano a pallone. La vista
sull’intera vallata, dominata dal lago di Barrea ed immersa nel verde di
rigogliose foreste, è eccezionale, gli sforzi sono ripagati. Percorriamo le graziose
vie medievali, poi giù in discesa, un attimo e siamo sulle azzurre acque del
bacino idrico. Ci fermiamo per qualche foto sul lungo ponte che collega le due
sponde contemplando la pace e tranquillità del luogo. <br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">Barrea
è il terzo comune della zona e sorge un centinaio di metri al di sopra dell’omonimo
lago. Borgo medievale costituto da una cinta difensiva formata da case-mura
prive di aperture verso l'esterno e dotato di due soli accessi ben difesi. Entriamo
nel centro storico dalla porta di sopra, scendiamo dalle bici e passeggiamo per
le strette vie pedonali. I vicoletti si inerpicano fra le mura di pietra degli
edifici con numerosi gradini ricavati dalla roccia, un piccolo slargo in cui
sorge la chiesa di S. Tommaso la cui campana suona in continuazione. Antiquarium
della Civiltà Safina, è scritto su un cartello, ci fermiamo a guardare, una
simpatica signora ci invita ad entrare. L’esposizione raccoglie corredi funerari
risalenti al VI secolo a.C., rinvenuti durante gli scavi alla necropoli in
località "Colle, Ciglio" di Barrea. Guardiamo gli oggetti custoditi e
Lucia ci racconta la storia del paese. L’alta valle del Sangro è stata
periodicamente frequentata dall’uomo preistorico come dimostrano i numerosi
strumenti rinvenuti nel suo territorio.<span class="ff2fc0fs10"> In epoca
preromana il fondovalle fu colonizzato ed abitato dalla tribù sannita dei
Pentri. I Sanniti erano una potente popolazione italica, organizzata in una
confederazione di tribù che controllava, nella parte centro-meridionale della
penisola il più esteso "stato". L’espansione dei Romani portò
inevitabilmente alla scontro che si concluse con la terza guerra sannita (298-290 a.C.), e che segna il
declino dei fieri guerrieri italici e l'affermarsi della trionfale egemonia di
Roma, avviata a diventare padrona del Mediterraneo e del mondo. E’ una donna a
cui piace molto parlare, cortese, intelligente e simpatica. Prosegue nel suo
racconto descrivendo le altre epoche da quella medievale a quella moderna. Nel
novecento l’emigrazione spopolò Barrea, nella seconda guerra mondiale qui
passava la famosa “linea Gustav” ed infine l</span>a creazione del lago
artificiale, agli inizi degli anni ’50,<span class="ff2fc0fs10"> </span>cambiò
radicalmente l’aspetto della valle ed ebbe un forte impatto sull’economia locale
determinando la perdita dei terreni più fertili e di diversi impianti
produttivi, in particolar modo <span class="ff2fc0fs10">gli opifici che per
secoli avevano caratterizzato questo scorcio di Appennino meridionale</span>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">Passiamo
più di un’ora dentro il museo in sua compagnia, l’orologio segna già l’una e
per noi è ora di riprendere il viaggio. Chiediamo cortesemente indicazioni per
Isernia, ci suggerisce di proseguire e poi di prendere la vecchia stradale che
ormai è poco o nulla trafficata. Si sale, l’ambiente diventa più selvaggio e
brullo, il sole comincia a farsi sentire e togliamo le magliette per prendere
un’abbronzatura quasi decente. Nessun rumore intorno a noi, è piacevole
pedalare in questo contesto se non fosse per il troppo caldo. Sotto di noi
compare Alfedena, in lontananza una lunga e dritta lingua d’asfalto costeggiata
da alberi, deve essere la strada che ci conduce all’incrocio con la statale.
Attraversiamo il centro della cittadina di origine sannitica e proseguiamo
verso il molise.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">La
vecchia statale, la n.17 che risale al periodo napoleonico, costeggia una nuova
e moderna strada a 4 corsie dove le auto sfrecciano veloci diritte a
destinazione senza curarsi del tragitto. Noi ovviamente optiamo per la strada
ormai in stato di semiabbandono, poco traffica e a cui margini nascono le prime
piante. Solo il rombo di alcuni motociclisti, che su questi percorsi possono
godere appieno dei loro bolidi, rompe quella cappa di silenzio che ci avvolge. Siamo
ormai in terra molisana nei pressi di quello che viene considerato il confine
fra centro e sud Italia. Intravedo le prime abitazioni e comincia un discreto
dislivello, un piccolo “strappo” che allunga notevolmente la distanza fra me e
Francesco. Lo raggiungo sulla piazzetta di Rionero Sannitico dove lo trovo
intento a conversare con un vecchietto. Dopo le domande di rito sulla nostra
provenienza e destinazione, un po’ sorpreso di scoprire che veniamo in bici da
Roma, ci indica una fontanella dove rifornirci e ci comunica che ad Isernia
manca poco e che è tutta discesa a parte il Macerone. Poco più avanti
immortaliamo il cartello che recita “Valico Rionero Sannitico m 1057 s.l.m.” è
il secondo passo che attraversiamo in questo viaggio. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">Si
procede a folle velocità, in discesa come piace a me. Il tachimetro segna 60
orari, l’adrenalina scorre nelle vene, ma un istante di lucidità ti spinge a
frenare prima di ogni curva. Maciniamo chilometri, ma svariati bivi ci
costringono a fermarci per capire che direzione prendere. E’ ad uno di questi
incroci, mentre siamo impegnati a discutere sul da farsi, che compare da una
stradina laterale un omino con un cappello ed un lungo bastone. Ci saluta
cortesemente e si offre di aiutarci. Dice che possiamo girare per Forlì del
Sannio e prendere la superstrada oppure proseguire dritti ma alla fine della
discesa vi sono alcuni chilometri di salita molto tosti, poi aggiunge che su
quest’ultima strada c’è una ottima trattoria e che magari può ospitarci per la
notte. Ringraziamo il signore che intanto ha ripreso la sua camminata. Guardiamo
l’orologio, ancora diverse ore di luce, si prosegue.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">La
discesa termina bruscamente dopo un tornante, davanti ai miei occhi un “muro”,
una pendenza intorno al 10%, le gambe che faticano, il fiatone dalla bocca, il
sudore che inzuppa la maglietta. 500 metri e devo già fermarmi, arranco e
soffro. Francesco se ne va in solitaria ci vedremo sulla cima. L’incubo
prosegue, la media è intorno a 4 orari ed è un miracolo che non scenda a
spingere. Ogni mezzo chilometro una sosta, i tempi di ripresa che si dilatano
ed i minuti che scorrono inesorabili. 3,5 km che in realtà mi sembrano un centinaio,
una pendenza media del 7.5% e la cima che non arriva mai. Poi ecco la “luce”,
sull’asfalto disegnati a gesso i metri che mancano, Francesco in lontananza che
sorride e mi spinge a continuare, la linea del gran premio della montagna
dell’ultimo giro d’Italia che ha fatto tappa da queste parti. Distrutto, poggio
la bici e mi sdraio sull’asfalto a rifiatare, solo dopo mi guardo intorno. Il
cartello con la scritta del passo, Isernia ai nostri piedi ed un monumento al
genio ferrovieri per il contributo all’unità d’Italia nella battaglia del
Macerone. Battaglia vinta dalle forze unitarie e decisiva per la compromissione
delle sorti militari del Regno delle Due Sicilie. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">Ormai
è un planare fin dentro la città di origine sannita e tappa odierna. L’euforia
dell’essere arrivati a destinazione e potersi concedere così un po’ di riposo,
un alloggio e la visita del capoluogo è interrotta dalla prima foratura del
viaggio. La ruota posteriore della bici di Francesco è a terra proprio sotto il
cartello che recita “Isernia”, un ultimo sforzo per questa giornata ricca di
eventi. Giornata che terminerà molto tardi, scopriamo infatti che oggi si terrà
la notte bianca.</span></div>
cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-61821191142096617772012-09-19T17:01:00.000+02:002013-01-30T22:16:55.584+01:00Italia 150. Viaggio in bici nelle regioni "minori"<div style="text-align: center;">
SALIRO' SALIRO' FINO A QUANDO......</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglKmQxb33kxTm39EhqE65_TdFazEdCF8hCEN434Ptpw6zSNEoGyt8epsJWdfaf007njDYf-iig40v9I984PRRqDqgN3Ck_F8w-M7nThy9v9CaU1ALVF6sdCXzp_WYkvsX_torhs-muEo4q/s1600/italia+063.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglKmQxb33kxTm39EhqE65_TdFazEdCF8hCEN434Ptpw6zSNEoGyt8epsJWdfaf007njDYf-iig40v9I984PRRqDqgN3Ck_F8w-M7nThy9v9CaU1ALVF6sdCXzp_WYkvsX_torhs-muEo4q/s320/italia+063.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--></div>
<div style="text-align: justify;">
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="//img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" />
<style>
st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]-->
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">Non
sono un ciclista, non lo sono mai stato. Ma amo viaggiare, vedere luoghi,
incontrare gente, conoscere culture e tradizioni. Mi piace muovermi in treno,
utilizzare i trasporti locali, insomma quei mezzi che ti permettono di avere un
contatto con il tempo e con i luoghi e che ti offrono la possibilità di una
semplice conversazione. La bicicletta coniuga ancor meglio tutto ciò ed in più
apre una breccia particolare nel cuore delle persone. Non so perché ma si è percepiti
in maniera diversa, si è visti quasi come degli alieni e tutti sono disposti ad
aiutarti...</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">Smadonnare ad ogni salita, abbrustolirsi sotto un sole cocente ed un
caldo inclemente, trascorre ore sul sellino con il culo dolorante per tutta la
giornata sono solo alcune delle fatiche che si è disposti a fare e che
inspiegabilmente sono ripagate da piccole e semplici gioie: uno scorcio di
panorama, un piccolo borgo di cui non conoscevi l’esistenza, un fontanella
comparsa quasi per miracolo o un incontro imprevisto. E’ tutto questo che mi fa
andare avanti, che mi convince a rifarlo affrontando un nuovo viaggio. Un
viaggio lento, molto lento che ti fa entrare in sintonia con l’ambiente e con
gli uomini.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">Così
dopo la prima esperienza partire per un’avventura a due ruote è diventata una
costante. Stesse bici, stesso team, stesso spirito di libertà. Nessun
itinerario ma solo un obiettivo, visitare le stupende terre minori del nostro
paese percorrendo strade secondarie, poi saranno le gambe ed il cuore a segnare
la rotta. Quale occasione migliore per farlo se non l’anniversario dei 150 anni
dell’unità d’Italia?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">Stazione
di Anversa-Villalago-Scanno, siamo gli unici a scendere, il nostro viaggio in
bici comincia da qui. Il capostazione ci racconta un po’ di queste terre. I
viaggiatori sono diminuiti a causa degli orari dei treni e della riduzione
delle corse, una volta c’era un buon passaggio ma ora sempre meno e spesso si
ritrova solo in quel luogo sperduto fra i monti. Ci invita a fare scorte della
fredda acqua che sgorga dalla fontana e poi ci domanda dove siamo diretti. “La
salita è lunga e abbastanza dura, se non ce la fate e vi serve un passaggio per
tornare indietro chiamatemi che vi vengo a prendere”. Le sue parole non sono
proprio di conforto, davanti a noi circa 30 km di salita, speriamo solo che non vi siano
pendenze eccessive.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">Anversa
degli Abruzzi, primo paesino e prima sosta. Uscendo dal villaggio la strada
prosegue in uno splendido itinerario che costeggia le aspre gole del sagittario
ed è piacevole proseguire per questa via nonostante la salita. Infine compare
alla nostra destra il bacino di Villalago e l’antico borgo in alto, sulla
sommità del Monte Argoneta, siamo già a quota 930. Proseguiamo diretti fino al
lago naturale di Scanno con le sue azzurre acque, circondato da alte vette e
rigogliosi boschi dove ci concediamo un po’ di meritato riposo. L'ascesa di
pochi chilometri fino al centro di Scanno, arroccato su uno</span><b><span style="font-family: Arial; font-size: 10.0pt;"> </span></b><span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-weight: bold;">sperone del Monte
Carapale,</span><span style="font-family: Georgia;"> mi lascia senza fiato. Si
apre alla nostra vista l’incantevole borgo, fra i più belli d’Italia, con le
sue strette vie, gli archi e le ripide scalinate. Vagabondiamo piacevolmente
perdendoci nelle stradine del centro, sono le 14 e lo stomaco si fa sentire e
così un ragazzino ci guida in un alimentari dove facciamo provviste. La nostra
attenzione è catturata dalla biscotteria artigianale Antichi Sapori, suoniamo
il campanello e una simpatica signora si affaccia dal balcone. Scorta di
mostacciuoli ed amaretti, tipici dolci di queste terre, qualche domanda sul
nostro viaggio e lasciamo soddisfatti la bottega mentre incuriosite altre
persone imitano la nostra decisione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">E’
ora di riprendere la strada, la parte più dura ci aspetta. Passo Godi dista
ancora molti chilometri. Le nubi che vedevano in lontananza ci colgono di
sorpresa, una lieve ma costante pioggia cala sulle nostre teste. La salita è
costante, continua, un tornante dopo l’altro scaliamo il pendio. Sporadiche le
auto che incontriamo, il valico è un miraggio. Ormai le ascese non mi
terrorizzano più come una volta, certo continuo a non amarle ma ho preso
coscienza delle mie, seppur limitate, capacità. Salgo rilassato con il mio
passo, ho bisogno di soste abbastanza frequenti ma sono in grado di raggiungere
la meta. Francesco come sempre va su in scioltezza, lo osservo e ho
l’impressione che stia pedalando in piano. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">Il
tempo scorre inesorabile e ad ogni promontorio ho la sensazione, o forse la
speranza, di essere giunto. La strada finalmente si fa meno ripida, gli alberi
l’avvolgono in una semioscurità e sulla destra il tipico cartello stradale.
Passo Godi 1630 m,
l’altezza più alta che abbia mai toccato in bici, dentro di me una discreta
soddisfazione, un dislivello di oltre 1000 metri e la
consapevolezza di avercela fatto. Confortato lo spirito ma soprattutto il
corpo, o forse a rincuorarmi è l’idea che ora sarà tutta discesa.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia;">A
folle velocità con il vento sul volto, le curve che si alternano con la scelta
delle traiettorie migliori, padroni incontrastati della strada. Sembriamo
bambini a cui hanno regalato un giocattolo, la gioia esce da ogni poro e le
fatiche paiono dimenticate. Ci fermiamo nei punti più panoramici, osserviamo le
montagne boscose che ci aspettano e in fondo alla vallata un lago artificiale.
La discesa a 60 orari provoca brividi lungo la schiena, i freni sono messi a
dura prova, fulmineo il pensiero che per un nulla potrei sfracellarmi
sull’asfalto ma l’adrenalina ci spinge ad andare oltre, a toccare quasi il
limite.</span></div>
<span style="font-family: Georgia; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Siamo ormai nelle terre dei sanniti, l’antico
popolo italico che si oppose ai romani, e che attraverseremo per tutto il
viaggio. Villetta Barrea, immersa nel parco nazionale d’Abruzzo, ci accoglie
con il suo piccolo ma gradevole borgo affacciato sull’omonimo lago, è il posto
ideale per fermarsi e godere della gastronomia locale.</span>cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-60699267784839032542012-07-18T14:31:00.002+02:002012-07-18T14:38:41.200+02:00Italia 150. Viaggio in bici nelle regioni "minori"<div class="caption">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRqIxaoZkL8z3hV6O7AB8Dh5sEYM4exxSZZKl5kZlySsaXmQYJy49g4o4jLZzQ-A4uX7D5we0INpeQTZU5Rtu31MMcd1_B5ozov1hVMbrhwlU6bbQbiKxKRwmVhLb8pf6oWHkPuumiJjl6/s1600/Viaggio-in-Italia-sud-2012.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="284" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRqIxaoZkL8z3hV6O7AB8Dh5sEYM4exxSZZKl5kZlySsaXmQYJy49g4o4jLZzQ-A4uX7D5we0INpeQTZU5Rtu31MMcd1_B5ozov1hVMbrhwlU6bbQbiKxKRwmVhLb8pf6oWHkPuumiJjl6/s640/Viaggio-in-Italia-sud-2012.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
</div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
I TAPPA – 29 giugno<br />
Stazione FS di Anversa-Scanno - Anversa degli Abruzzi (AQ) - Lago di Scanno- Scanno- Passo Godi – Barrea - Villetta Barrea<br />
<i>Km 65</i><br />
<br />
II TAPPA – 30 giugno<br />
Villetta Barrea – Cividella Alfedena – Barrea – Alfedena - Rionero Sannitico (IS) – Vandra - Passo del Macerone – Isernia<br />
<i>Km 59</i><br />
<br />
III TAPPA - 1 luglio<br />
Isernia – Carpinone – Castelpetroso – Bojano (CB) – Campobasso<br />
<i>Km 68 </i><br />
<br />
IV TAPPA - 2 luglio<br />
Campobasso
- Taverna del Cortile - Taverna Mariano - Taverna di Clemente – Bonefro
- Santa Croce di Magliano – Torremaggiore (FG)<br />
<i>Km 91</i><br />
<br />
V TAPPA - 3 luglio<br />
Torremaggiore – Lucera – Giardinetto - Podere Mondello – Candela<br />
<i>Km 91 </i><br />
<br />
VI TAPPA - 4 luglio<br />
Candela – Melfi (PZ) – Rapolla – Barile - Rionero in Vulture - Ginestra – Venosa<br />
<i>Km 72 </i><br />
<br />
VII TAPPA - 5 luglio<br />
Venosa – Palazzo S. Gervasio - Irsina scalo (MT) - Lago di S. Giuliano – Matera<br />
<i>Km 118 </i><br />
<br />
VIII TAPPA - 6 luglio<br />
Matera – Montescaglioso – Metaponto - Metaponto Lido<br />
<i>Km 76</i><br />
<br />
<b>Tot. km 640</b>cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-86850322264219564192012-04-07T11:46:00.000+02:002012-04-07T11:46:50.762+02:00Terza classe<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkTpOnKbC4WJ5O_bCpeZ7OEhVMMPfGXms4vl8g9zrkiuXvd22Qxxro3BzkpNsdUp5OzW2wFH8dRPpTBfuPbszUKwu0m_9ydGo8naZeTb2umck6T3uJaOnxVHgiyjNMRpvXUOMRSYus9Xzn/s1600/2012-03-31+19.48.21.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkTpOnKbC4WJ5O_bCpeZ7OEhVMMPfGXms4vl8g9zrkiuXvd22Qxxro3BzkpNsdUp5OzW2wFH8dRPpTBfuPbszUKwu0m_9ydGo8naZeTb2umck6T3uJaOnxVHgiyjNMRpvXUOMRSYus9Xzn/s400/2012-03-31+19.48.21.jpg" width="252" /></a></div>Racconto <a href="http://www.affarincitta.com/article.asp?CatID=175&ID=811" target="_blank">finalista</a> del concorso letterario "In Carrozza" e pubblicato nella V RACCOLTA ANTOLOGICA della Montegrappa Edizioni "LES CAHIERS DU TROSKIJ CAFE'<br />
<br />
<br />
<!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> </w:Compatibility> <w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
</style> <![endif]--> <br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">Caldo insopportabile ma anche freddo impensabile, un odore inconfondibile e un vociare ininterrotto. Donne e bambini, giovani ed anziani, un miscuglio di gente proveniente da ogni dove. Così è apparso ai nostri occhi un treno russo. Viaggeremo in terza classe, viaggeremo in<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> platskart</i>. Non esiste modo migliore, più emozionante ed economico, per scoprire questo smisurato paese che va dai confini con l'Unione Europea alla Cina, attraversando fusi orari e paesaggi diversi, passando dalla metropoli moscovita alla deserta Siberia.</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><br />
</div><a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">Le avventure iniziano ben prima di salire a bordo e anche comprare un biglietto non è cosa da tutti i giorni. Dopo una lunga e paziente fila l'impiegata, una bella e giovane ragazza, resta colpita dal foglietto che le consegno. L’inglese qui è poco diffuso e non parlando russo ci siamo dovuti organizzare nel migliore dei modi possibili. Ho scritto su un foglio di carta, in cirillico perfetto, tutte le informazioni necessarie per l'acquisto del biglietto. Giorno, orario, destinazione e soprattutto la classe del treno. Restiamo in attesa del fatidico <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Da</i>. Dopo un rapido controllo al terminale è<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> Niet </i>il suono che ascoltiamo. Ci rendiamo conto che qualcosa non va ma le spiegazioni della cortese addetta restano parole incomprensibili per noi. Con gesti vari e pochissimi rudimenti di russo cerchiamo di risolvere la questione. I nostri modi goffi, gentili e divertenti e il nostro gesticolare provocano ilarità e compiacenza, tanto che incredibilmente riusciamo a comprenderci. La nostra fatica è ricompensata con i due posti desiderati.</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><br />
Ammiro fra le mie dita il biglietto verificando che tutto sia a posto. Imparare l'alfabeto cirillico è stata la prima necessità. Ormai il tabellone degli orari non ci appare più come uno scarabocchio di simboli incomprensibili e riesco a trovare agilmente le indicazioni per il binario. Il lungo treno dondola dolcemente davanti i miei occhi mentre lo sfregare delle rotaie riecheggia nelle orecchie. Cerchiamo il nostro vagone perché è solo su quello che potremo salire. Il primo impatto con la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">provodnitsa</i> (l’addetta alla carrozza) ferma sulla porta è un po' brusco, ma solo più tardi capiremo il ruolo fondamentale di queste donne. Nessuno sale se prima non mostra il biglietto e il passaporto.</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">Ogni vagone dispone di 54 posti collocati in gruppi di quattro su un lato e di due sull'altro. Tutti i convogli ferroviari a lunga percorrenza non hanno dei normali sedili ma esclusivamente delle cuccetta. Ogni passeggero dispone quindi di quello che diventerà un vero e proprio letto. In terza classe però non ci sono scompartimenti separati né tanto meno porte. E' come viaggiare in un'unica grande cuccetta collettiva con zero privacy e tanta compagnia.</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">Ci sistemiamo nelle nostre postazioni, di fronte una coppia di pensionati e una signora con la figlia piccola. Ci guardiamo intorno per capire cosa fare e come comportarci. Nella parte riservata ai bagagli ci sono arrotolati dei materassini, dei cuscini e delle coperte. E' presto e nessuno si è ancora preoccupato di sistemarsi per la notte. Le cuccette inferiori al momento sono usate come delle normalissime panche con i vari passeggeri che si accomodano lì per parlare, solo più tardi si trasformeranno in comodi letti.</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">Ecco tornare la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">provodnitsa</i> che ci consegna una busta con tutto il necessario per la notte comprendente lenzuola, federa e asciugamano. Nel frattempo davanti ai nostri occhi increduli si sta consumando un banchetto. Piano piano dalle molte buste dei diversi viaggiatori fuoriesce ogni sorta di ben di dio. Carne, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">pelmeni</i>, pane, affettati, verdure, non manca proprio nulla. Il pasto si protrae per lungo tempo e così la simpatica signora dai capelli rossi offre anche a noi del cibo. Non possiamo rifiutare, qui non si può non condividere quel che si ha, non si può non accettare, sarebbe una grave offesa. A dirla tutta ne siamo lieti, un semplice gesto che avvicina e accomuna e che consente di superare le barriere linguistiche che ci separano. Analogo risultano ottengono i nostri cordiali sorrisi e gli <i style="mso-bidi-font-style: normal;">spasibo</i> pronunciati, azioni banali che però illuminano il suo cuore e il suo volto.</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">Il caldo diventa sempre più insopportabile e i numerosi finestrini chiusi complicano ulteriormente la situazione. Gli altri passeggeri si sono messi comodi cambiandosi gli abiti e ora girano liberamente in pantaloncini, canottiere e ciabatte. Cerchiamo un po' di refrigerio davanti alla porta del bagno dove si trova l'unico finestrino aperto. L'aria fresca ci asciuga addosso il sudore provocando quel leggero stato di piacere. Qui è un via vai. Ad un metro da noi, dietro la pesante porta che delimita la fine della carrozza, si trova, completamente isolato, un piccolo lembo di vagone dove si può tranquillamente fumare. Sasha e Ivan sono là dentro e stanno fumando e bevendo birra. Scambiamo due parole in un misto di inglese, russo e italiano. Il primo ragazzo è serbo, sono due anni che vive in questa nazione ed ora si sta trasferendo da un amico in cerca di lavoro. L'altro è di Mosca e sta andando in vacanza. Quando scoprono che siamo italiani la prima parola che proferiscono è mafia, al che un sorriso ironico si stampa sui nostri volti. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Rim, </i>Roma ripetiamo noi, tutti conoscono la città eterna e ne provano fascino e attrazione. Gradualmente la discussione si sposta sull' argomento in cui gli uomini di tutto il mondo si ritrovano: il calcio. Così una lunga lista di nomi di squadre e giocatori russi ed italiani permettono alla conversazione di proseguire. Ci rivelano che possiamo comprare la birra dalla <i style="mso-bidi-font-style: normal;">provodnitsa,</i> che scopriamo essere sempre più la vera protagonista del viaggio e la completa responsabile di tutto quello accade.</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><br />
Mezz'ora, è il tempo che il treno starà fermo nella nostra prima lunga sosta. La padrona di casa chiude i bagni e noi seguiamo gli altri viaggiatori. Scendendo dal treno subiamo l'ennesima sorpresa. Lungo il marciapiede ci sono diverse <i style="mso-bidi-font-style: normal;">babushke</i> con dei carrelli che vendono cibo, bevande e sigarette. Siamo incuriositi in particolar modo da dei pesci essiccati e affumicati di un colore fra il rossiccio ed il marrone. Nonostante il particolare odore non proprio gradevole e l'aspetto poco invitante, qui sembrano essere la specialità locale e molti non esistano a comprarli. All'arrivo di un altro convoglio gli improvvisati venditori ci abbandonano e si spostano in massa in cerca di ulteriori acquirenti.</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">Stendiamo il materassino, apriamo le lenzuola e tentiamo di prepararci il letto. Impresa non proprio agevole soprattutto per la cuccetta superiore. Arriva in nostra aiuto Elena, una cordiale signora russa. In poco meno di due minuti sistema i nostri giacigli e ci invita a sederci vicino a lei per prendere un tè. Accettiamo di buon grado lieti di fare una nuova conoscenza. Come negli altri incontri comunicare non è agevole, fra monosillabi e gesti riusciamo però a presentarci e a sapere che sta ritornando a casa, dove arriverà fra due giorni. Ci chiede il motivo del nostro viaggio e resta un po' perplessa e meravigliata di scoprire che siamo qui per turismo e non per affari, come generalmente accade. Vorremmo spiegarle che più che turisti siamo dei viaggiatori, che vogliamo confrontarci e comprendere le diverse culture, e che lo scopo finale non è la meta ma il viaggio in se stesso e tutto quello che comporta, come il nostro incontro. Elena si alza con in mano la sua tazza per preparare la bevanda calda. Raggiunge l'inizio dello scompartimento dove si trova il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Samovar</i>, un grosso contenitore di acqua bollente, oggetto immancabile e necessario per fare il tè, bibita senza la quale nessuno affronterebbe la lunga traversata. Il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Samovar</i> viene mantenuto pieno ed in funzione dalla <i style="mso-bidi-font-style: normal;">provodnitsa</i> che provvede anche a noleggiare la tazza nel caso non la possediate, ma per i russi è difficile muoversi senza questo utensile.</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><br />
E’ notte ormai e sdraiato sul mio giaciglio rifletto su questo mezzo di trasporto lento ed umano che mantiene un contatto costante con lo spazio ed il tempo. Un mezzo che da un secolo è luogo di incontro delle genti e che nel corso degli anni mi ha portato a viaggiare per tutta l’Europa, dall’Atlantico agli Urali, dal Circolo Polare Artico al Mediterraneo. E’ sul treno che ho incontrato migliaia di persone condividendo con loro dei semplici sguardi, qualche frase o giornate intere.</div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><br />
</div><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Viaggiare in Russia però è un po' come abitare nello stesso alloggio con zero intimità e tante possibilità di socializzare, di vedere stranezze, di apprendere. Le distanze siderali e l'arte russa di sentirsi a casa ovunque fanno si che ci si porti dietro di tutto: cibo a volontà, bevande, vestiti. Il tempo scorre con un ritmo lento senza frenesie ed ansie di arrivare ma con la consapevolezza di affrontare un lungo viaggio. E poi c’è lei, la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">provodnitsa</i>, regina assoluta che come una vera e propria donna di casa bada e cura la sua abitazione e tutti i suoi ospiti.</span>cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-56167361782200820972012-03-10T15:32:00.001+01:002012-03-10T15:36:05.885+01:00Raccontaestero, Party...con chi viaggia<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDQ2AUwMqhG3knw5m0pZ77pSnPhuZFG_4iedValnVGzWutWoEmGI3SqecY5SaJzZuyvJo89UGZ99rlqL4prP7UbNbaH5i4zrQ6m1kJQWNWQiwhgj3r94wzG0XeCBwno-vIavHCFU13HDsv/s1600/3+001.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDQ2AUwMqhG3knw5m0pZ77pSnPhuZFG_4iedValnVGzWutWoEmGI3SqecY5SaJzZuyvJo89UGZ99rlqL4prP7UbNbaH5i4zrQ6m1kJQWNWQiwhgj3r94wzG0XeCBwno-vIavHCFU13HDsv/s320/3+001.jpg" width="227" /></a><span style="font-family: inherit;">Ogni occasione che offre la possibilità di affrontare un nuovo viaggio è sempre ben accetta. Certo decidere di recarsi a circa 600 km dalla propria città trascorrendo la quasi totalità delle 24 ore in treno non è proprio l’ideale, ma è pur sempre una circostanza in cui fare nuovi incontri. Con molto piacere e anche con grande sorpresa avevo infatti ricevuto una gradevole comunicazione che mi ha portato ad effettuare questo tragitto.</span></div><div class="MsoNormal" style="font-family: inherit; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="font-family: inherit; text-align: justify;">Sabato 25 febbraio sono quindi andato a Pordenone per partecipare alla festa di <a href="http://www.fvgnews.net/view.php?t=n&k=9067" target="_blank">premiazione</a> del concorso <a href="http://www.centroculturapordenone.it/irse/concorsi/Raccontaestero" target="_blank">Raccontaestero</a> organizzato dell’Istituto Regionale di Studi Europei del Friuli Venezia Giulia. Il concorso, giunto alla decima edizione, è dedicato a racconti brevi che affrontano il tema dei viaggi o soggiorni all’estero. Il mio racconto “<a href="http://cileno80.blogspot.com/2010/08/terza-classe.html" target="_blank">Platskart, attraverso la Russia in terza classe</a>” si è classificato al secondo posto ex-aequo.</div><div class="MsoNormal" style="font-family: inherit; text-align: justify;">Una bella esperienza, uno staff cordiale e simpatico ed un’iniziativa importante che andrebbe ancor più valorizzata e fatta conoscere. Una giornata piacevole in cui i ricordi, i luoghi, le emozioni e le avventure vissute dai vari partecipanti si sono fuse in un unico racconto collettivo.</div><div class="MsoNormal" style="font-family: inherit; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">Ma è stata anche un’opportunità per visitare, molto velocemente, la piccola città friulana che vanta un grazioso centro storico. Da evidenziare soprattutto la via principale della zona vecchia affiancata da palazzi porticati e affrescati di stile gotico e rinascimentale e il bel trecentesco Palazzo Comunale. Una cittadina gradevole lasciata solo dopo una capatina alla casereccia Osteria Tre di Coppe con ottima degustazione di salumi e formaggi locali.</span></div>cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-11283367857729643802012-01-15T19:12:00.003+01:002012-01-15T19:13:31.464+01:00informazioni sulla Bosnia Erzegovina<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAICYzons_uderzcrHZF-LDUOwuX40BKb0jVMYSLUgQ66_ir2EUkg_s66GAwcyCOpNVxDkpzBu0cFCdSCtTJuk94PFRtoSnYalRPS06yOp-W2YbZLB1pEH2gC5yPUC6jYUZyStNnbPNiTM/s1600/1+728.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAICYzons_uderzcrHZF-LDUOwuX40BKb0jVMYSLUgQ66_ir2EUkg_s66GAwcyCOpNVxDkpzBu0cFCdSCtTJuk94PFRtoSnYalRPS06yOp-W2YbZLB1pEH2gC5yPUC6jYUZyStNnbPNiTM/s320/1+728.jpg" width="320" /></a></div>Alcuni consigli utili sulle principali destinazioni della Bosnia <br />
<br />
Mostar:<br />
Hostel Miran, via Pere Lazetica 13, nei dintorni di piazza musala e il ponte tito, abbastanza centrale praticamente a metà strada tra la città vecchia e la stazione treno/autobus. letto in camerata a 10 euro. E' un ostello a gestione familiare se ne occupa Miran insieme alla moglie e alla madre. Un bel posto, anche perchè avrete modo di parlare con Miran, è un ragazzo di 32 anni che ama divertirsi, stare in compagnia e confrontarsi. Vi racconterà della guerra che ha distrutto la città e di come si vive prima della dissoluzione della jugoslavia. Inoltre organizza, credo solo la domenica in quanto gli altri giorni fa un altro lavoro, delle gite di una giornata nei dintorni di mostar. Passerà tutta la giornata con voi portandovi a visitare Blagaj, piccolo villaggio a soli 12 km dove sorge il fiume Buna, Pocitelj antica cittadina con una bellissima fortezza arroccata sulla roccia, e alle cascate di Kravice dove potrete farvi un bagno e nuotare nel fiume...<br />
<a name='more'></a>altro buon ostello è l'Hostel Miturno, edificio nuovissimo in piena città vecchia, situato sulla via principale Brace Fejica 67, cmq abbastanza visibile con la scritta ostello ovunque. Costo 11-13 euro.<br />
<br />
per mangiare vi consiglio gli ottimi cevapcici, piatto tipico della cucina balcanica che consiste in polpettine cilindriche del diametro di un paio di centimetri e della lunghezza di 7/8 centimetri composti di carne di maiale, manzo e agnello, cipolla tritata finemente, pepe e paprica e cotti sulla griglia o alla piastra. Un buon ed economico posto dove prenderli è un piccolo posticino situato in piazza Musala.<br />
<br />
Centro Culturale Okc-Abrasevič<br />
Questo Centro culturale vanta oltre settanta anni di attività. Dopo essere stato chiuso per quasi dieci anni, nel 2003 è tornato a svolgere le sue funzioni, grazie alla rete di associazioni giovanili non governative che si è costituita intorno al MIF (Mostar Intercultural Festival). Una manifestazione che, da undici anni ormai, durante l'estate, promuove un modo nuovo di fare cultura basato sullo scambio, il confronto e la multiculturalità. Sono quasi 2000 gli artisti, provenienti da tutta Europa, che hanno contribuito in questi anni alla realizzazione del MIF, usando come mezzo di comunicazione ed espressione: cinema, video, teatro, mostre, concerti e molto altro ancora. Durante il Festival, tutta la città diventa una scenografia aperta a concerti, spettacoli e mostre, dove tutti, bambini e adulti, si lasciano coinvolgere da suoni, immagini, colori e allegria. Capitare a Mostar durante il MIF è un'esperienza davvero unica.<br />
Indirizzo e contatti: Alekse Šantića 25<br />
<br />
<br />
Sarajevo:<br />
per raggiungere la città da mostar vi consiglio di prendere il treno, partenza alle 8 e costo 5 euro, ma il viaggio è stupendo con la ferrovia che scorre tra il fiume neretva e le montagne e dopo prosegue al di sopra di queste. forse uno dei più suggestivi percorsi in europa.<br />
A sarejevo ci sono molti ostelli ma consiglio su tutti l'hostel city center, di qualità superiore e in pieno centro, c'è la cucina, internet e la colazione è compresa.<br />
Per bere ci sono numerosissimi pub e bar, assaggiate la locale birra Sarajevsko, e la vita notturna della città è abbastanza movimentata. <br />
Altro alimento tipico di tutta la bosnia sono i burek e le diverse varianti. in ogni città potrete trovare decine di panetterie/fornai che qui si chiamano pekara dovre assaggiare i burek, sorta di torta rustica alla carne e la versione con formaggio, chiamata sirnica, o alle verdure.<br />
<br />
Zenica:<br />
raggiungibile da Sarajevo con numerosi bus o con pochi treni. Da Zenica partono molti bus per la vicina cittadina di Vranduk, dite all’autista che andate là. La via più breve per raggiungere il borgo dalla fermata è superare il ponte e prima della galleria salire sulla stradina alla vostra destra, percorrendola tutta arriverete direttamente al minuscolo castello. Paesaggio idilliaco e panorama stupendo, vi immergerete nella pace assoluta. La fermata del bus è di fronte a quella dove siete scesi, nella piazzola della statale, ma nessun orario o informazione. Aspettate che passi un bus e fermatelo oppure fate autostop, sicuramente qualcuno vi darà un passaggio come è successo a me<br />
<br />
Travnik:<br />
raggiungibile da Zenica con alcuni bus, costo circa 2-3 euro. Per dormire sistemazione più economica è il motel abba, via Sumece 166, praticamente rispetto al centro del paese dall’altro lato della statale, vicino a Plava Voda, camera singola 18 euro, doppia 26.<br />
Per mangiare diverse cevabdzinica(locali specializzati in cevapi) situate vicino all’arco dove si entra nella via principale della cittadina, su quella via trovate anche pekara aperte fino a tardi e nei dintorni del mercato alcuni ristoranti economici (ascinica)<br />
<br />
Jajce:<br />
dalla stazione del bus andate a destra prendendo la strade che costeggia fiume e roccia, vi troverete davanti un ponte pedonale, passatelo e andate a destra, poco tempo la porta di entrata alla città vecchia. Proseguite sulla strada principale e pochi metri sulla sinistra trovate un negozietto che vende di tutto. Li potrete trovare delle camere in affitto, c’è anche un cartello, al costo di 8-10 euro. Le camere in questione si trovano fuori dalla città vecchia ma molto vicino, circa 800 metri, uscendo dall’arco di prima e proseguendo su quella strada. Per andare al lago, pochi o nessun bus, quindi soluzione migliore è percorrere a piedi i 4-5 Km, basta proseguire sulla strada dove si trovano le stanze. Nella città vecchia qualche ristorantino, bar, caffè e una cevabdzinica(di fronte arco entrata)<br />
<br />
Banja Luka:<br />
città più simile a Zagabria o Budapest che a Sarajevo. Grandi viale alberati, parchi e numerosissimi bar nelle vie del centro, e ovviamente scritte quasi esclusivamente in alfabeto cirillico.<br />
Per alloggiare vi consiglio il City Smile Hostel, aperto i primi di luglio 2010, nuovissimo, ancora da finire in posizione centrale ed ottimo prezzo(11 euro). Personale cortese e simpatico. Si trova in via S. Kulenovica la prosecuzione della via principale Kralja Petra al numero 16, ma al momento si entra dalla strada precedente, via Koscice, ci sono le insegne comunque. Per mangiare nessun problema con un’infinità di posti e di forni, come per bere dell’ottima ed economica birra, come la locale Nektar(1-1,5 euro).<br />
Per andare a ballare due locali in pieno centro, il Club Kruna vicino alla piazza centrale e all’inizio di via Jevrejska e il Boom Boom Club, situato nella via pedonale all’interno di un arco.<br />
<br />
Il treno da Banja Luka a Zagabria parte alle 15.45 e costa 14 eurocilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-62578445045022434562011-12-27T20:19:00.001+01:002011-12-27T20:19:56.610+01:00informazioni su Serbia e Montenegro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-BKuPapiopqY/TvoZ92ZQ_uI/AAAAAAAAADk/YGbSpFd5ot4/s1600/3+044.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-BKuPapiopqY/TvoZ92ZQ_uI/AAAAAAAAADk/YGbSpFd5ot4/s320/3+044.jpg" width="320" /></a></div>Di seguito alcune informazioni utili riguardo le principali mete di Serbia e Montenegro.<br />
<br />
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Belgrado:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Negli ultimi anni il numero di visitatori è aumentato esponenzialmente e fortunatamente sono stati aperti una serie di ostelli. Fra i molti vi cito il Jasmin Hostel in Karadordeva 69, vicino alla stazione dei bus e dei treni. L’ostello situato al primo piano dell’edificio è stato aperto recentemente, da poco più di un anno, dispone di due camerate e di una camera privata. Pulito, economico (10€) è gestito da ragazzi simpatici e gentili. Nello stesso palazzo vi sono anche altri due ostelli il Green Hostel e lo Sweet Dream, insomma un indirizzo da tenere in mente. Nella stessa via ad un centinaio di metri in direzione della stazione ce ne sono altri due...</div><a name='more'></a>Per mangiare a tutte le ore potete recarvi nella zona di Zeleni Venac, qui troverete diverse chioschi che preparano pleskavica e cevapi, costo circa 1,50 €. Nel sottopassaggio si trova una delle più buone palacinkerie della città, ottima qualità e prezzi intorno a 1€. <br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La città offre molti divertimenti notturni, in estate vanno assolutamente provati gli splav ( i barconi su Sava e Danubio), passato il ponte ne trovate decine, scegliete quello che più preferite. Un altro buon locale è il KST(klub studenata tehnike) locale alternativo situato vicino l’università. Ambiente spartano e prezzi economici, sempre ben frequentato e con musica rock. Si trovan in Bulevar Kralja Aleksandra 73 e l’ingresso costa 1,50 €. Altro club che consiglio è Tramvaj (tram) in Ruzveltova 2.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Nis:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La stazione degli autobus si trova a nord vicino al mercato, qui trovate anche numerosi negozietti dove poter mangiare pleskavica e burek. Diversi gli ostelli in città, fra tutti l’ottimo Hostel Nis, Dobrička 3°, che occupa una piccola palazzina di fronte l’università e vicinissimo alla stazione dei bus. Ben tenuto dispone di alcune camerate oltre ad una cucina e accesso internet, prezzo circa 11€. Per le serate un paio di locali con musica anche dal vivo si trovano all’interno della fortezza. Molti i bar invece lungo il viale pedonale, dove trovate anche alcuni posti dove mangiare.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Novi Pazar:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La stazione degli autobus si trova a nord del centro uscendo da qui prendete a destra e poi la prima a sinistra e vi trovate nel lungo viale che vi condurrà in centro, circa 1 km. Sul viale trovate un’infinità di posto dove mangiare con prezzi bassissimi. Arrivati alla piazza centrale avrete a sud il fiume al di là del quale si sviluppa il quartiere musulmano. L’unico ostello della città (hostel Khan) si trova vicino la piazza in via Rifata Burdzevica 10, posti letto a 10€. Pochi i turisti lungo le vie della città, l’inglese qui non è molto diffuso. Non molto da vedere oltre ad alcuni particolari edifici che fondono diversi stili architettonici e poi laona musulmana.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Novi Sad:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">In pieno centro diversi ostelli fra cui il Downtown hostel in Njegoseva 2 un po’ vecchiotto e da risistemare, il Lazin Hostel in Laze Teleckog 10 è la via dei bar e locali notturni quindi consigliato per i nottambuli. Le stazioni di autobus e treni si trovano a nord del centro a circa 2 paio di Km dove parte il lungo viale Bulevar Oslobodjenja. A sud lungo la sponda del Danubio vi sono piste ciclabili e pedonali, campi di basket, calcio e pallavolo e zone attrezzate per fare sport. Da visitare il bel centro, la maestosa fortezza che ospita anche l'exit festival e il lungo Danubio.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Subotica:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Città a 10 Km dal confine con l'Ungheria, potrete infatti notare diverse scritte anche in magiaro.Molto grazioso lo stile art nouveau di gran parte degli edifici del suo piccolo centro storico, imperdibile il palazzo municipale. La stazione dei treni si trova in pieno centro, qualche centinaio di metri ad est del viale pedonale.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Negli ultimi anni in Montenegro il numero di visitatori è aumentato esponenzialmente e pur restando un paese molto economico i prezzi sono in rialzo. Fortunatamente sono stati aperti una serie di ostelli, soprattutto nelle città più turistiche, fra i molti voglio segnalare la catena Hostel Montenegro che ha sedi in tre centri, e che offre sconti se si soggiorna in un ostello del gruppo prima di recarsi negli altri.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Hostel Montenegro Budva, via Vuka Karadzica 12, collocato nella splendida città vecchia, nel vicoletto proprio di fronte l’ufficio informazioni. L’ostello, nuovo e ben tenuto, dispone di 3 camere con 8 letti ciascuna ed è gestito da due sorelle, proprietarie anche della boutique accanto. Costo 15€ e reception aperta dalle ore 10. </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Hostel Montenegro Kotor, piazza del Museo, anche questo è situato nella città vecchia, nella piazza dove ha sede il museo marittimo. L’ostello dispone di due edifici vicini con diverse camerate al costo di 14€. Il personale è simpatico, disponibile e gentile.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Hostel Montenegro Podgorica, Djecevica 25, 150 metri dalla stazione degli autobus e treni.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Budva:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">vanta una città vecchia affascinante ed un panorama incantevole ed è la perla del turismo montenegrino. Diverse splendide spiagge, consiglio la piccole ma stupenda situata dietro il centro antico alle spalle del promontorio. Piena di bar, ristoranti e locali, che dalla zona vecchia si prolungano per tutto il lungomare. La stazione degli autobus si trova circa 1,5 km a nord, all’interno vi è un’economica tavola calda. I bus per Kotor e Cetinje sono numerosissimi e costano 3.50 € Podgorica costa circa il doppio 6€.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Kotor:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Incastrata nella baia omonima con alla spalle il monte su cui sorgono i resti delle mura di cinta. Incantevole città vecchia dovuta alla lunga dominazione Veneziana. Piacevole perdersi nei vicoletti ed osservare tutta la baia che ricorda un po i fiordi norvegesi. Salite i numerosi scalini che vi portano a visitare le antiche mura e la fortezza, accesso 3 €. Ci sono numerosi pub e ristorantini. La stazione dei bus si trova sulla strada principale circa un 1 km a sud della città vecchia. Vicino alla stazione un ottimo chiosco dove poter mangiare pleskavica e cevapi. Moltissimi bus per Herceg Novi 3,50€.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Herceg Novi:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">vanta un centro storico gradevole ma non bello come Budva o Kotor, invece vi è una lunga e piacevole spiaggia dove rilassarsi. Si consiglia una gita di una giornata da Kotor con fermata anche a Perast</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perast:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">circa a metà strada fra Herceg Novi e Kotor, e conviene fermarsi qui al rientro verso quest’ultima.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Una piccola perla che merita assolutamente di essere visitata, con una città vecchia priva di mura ma piena di vecchi edifici in pietra e decine di chiese. Sorge proprio sulla baia e di fronte vi sono due piccole isolette raggiungibili in barca. Il panorama e l’atmosfera sono eccezionale e se avete la fortuna di esserci al tramonto il gioco di luci la rende ancor più particolare. Vi sono anche piccole spiagge dove potete fare il bagno. Prendete uno dei bus che da Herceg Novi va a Kotor e chiedete di scendere a Perast, dallo stesso luogo dove scendete potete riprendere il primo bus che passa, ricordatevi di fermarlo.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Cetinje:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Già solamente la strada che da Budva vi porta all’antica capitale vale la pena del viaggio. Un percorso che si arrampica sui monti e che offre un eccezionale panorama su tutta la costa e che in pochi km vi porta ad una notevole altezza. Improvvisamente la costa sparisce e si apre un’ampia vallata sui monti.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Incastonata fra verdi monti la vecchia capitale appare ora più come un tranquillo villaggio che una città. Da vedere alcuni musei, il monastero e la chiesa. Particolari gli edifici che ospitavano le ambasciate ed oggi luoghi dedicati alla cultura come scuole di arte-musica, biblioteche ecc.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La stazione dei bus è praticamente fantasma e consiste in un piccolo edificio abbandonato, si trova vicinissimo al centro, andate a destra, passata la piazza e poi girate a sinistra e vi ritroverete nel viale pedonale principale. Vi sono solo bus che vanno in due direzioni podgorica e budva.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Vicino alla stazione vi è un posto economico dove managiare.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Podgorica:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Una città nuova con molti parchi e poco da vedere. Il centro città offre alcune vie pedonali dove si può passeggiare, numerosi bar e posti per mangiare. Tutte queste vie si trovano nei dintorni della grande piazza Repubblica. La stazione dei treni e dei bus, affiancate sono ad est e per raggiungere il centro basta attraversare la strada prende il lungo viale Octorbaske Revolucije e poi girare a destra in Kralya Nicola, passate il fiume ed eccovi arrivati.</div><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt;">Da qui si può prendere il treno notturno per Belgrado, costo 19 € con qualche euro in più si può avere la cuccetta.</span>cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-7053057240980626942011-09-25T23:17:00.001+02:002011-11-06T11:39:06.421+01:00Il festival della letteratura di viaggio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizaFeCnuhHSRjltoZycwE7PBw73T0FtCKUPZERdnSEh4ghPh3DA_a3dXGKkzs8Vi_4IzThjeVriypyKpoflE7sE5czgNqCQPKs74X0r0jTm3Q7YFX-SA-EEIt3in4RzK7-2CZRgI4M1gp7/s1600/11.+Logo+FLV.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="249" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizaFeCnuhHSRjltoZycwE7PBw73T0FtCKUPZERdnSEh4ghPh3DA_a3dXGKkzs8Vi_4IzThjeVriypyKpoflE7sE5czgNqCQPKs74X0r0jTm3Q7YFX-SA-EEIt3in4RzK7-2CZRgI4M1gp7/s320/11.+Logo+FLV.jpg" width="320" /></a></div><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Si svolgerà dal 29 settembre al 2 ottobre la quarta edizione del festival della letteratura di viaggio di Roma organizzato dalla Società Geografica Italiana e da Federculture. Quattro giornate dedicate al racconto del mondo attraverso le diverse narrazione del viaggio: incontri, dibattiti, mostre, proiezioni e tanto altro. </span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Come ormai di consueto l’evento si svolgerà essenzialmente nella splendida cornice di villa Celimontana, idilliaco parco romano sulla sommità del Celio. Si terranno nei giardini di questa villa gli eventi principali con un palco allestito proprio davanti al cinquecentesco Palazzetto Mattei, sede dal 1926 della S.G.I, nel cui portico sarà allestita la Libreria del Viaggiatore con adiacente caffè letterario...</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;"></span></div><a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">In occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, il tema scelto nell’edizione del 2011 sarà “Viaggio in Italia, viaggi degli italiani”. Oltre trenta gli appuntamenti con viaggiatori e narratori a diverso titolo: scrittori, poeti, geografi, storici, filosofi, antropologi, giornalisti, fotografi, musicisti, registi, attori. A condurre gli incontri troviamo, anche per quest’anno, la brava giornalista Giovanna Zucconi.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Tra i numerosi appuntamenti si segnala la giornata di sabato pomeriggio ricca di presenze degne di nota. Si partirà alle 17.30 con lo scrittore bolognese d’adozione e conoscitore di latinoamerica Pino Cacucci, seguirà poi l’incontro con due dei migliori giornalisti-scrittori italiani, Michele Serra e Paolo Rumiz, che parleranno dei viaggi fatti lungo il Belpaese in particolare quello in Panda da Ventimiglia a Trieste (1985) il primo e quello in Topolino sulle strade secondare degli Appennini (2006) il secondo. A concludere la giornata i due autori televisivi Patrizio Roversi e Syusy Blady che indagheranno su grandi misteri storici e geografici intorno al mondo.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Da non perdere giovedi l’omaggio-ricordo dedicato a Tiziano Terzani con la partecipazione della moglie Angela Staude Terzani; venerdi il confronto con i direttori italiani di National Geographic e Geo; domenica la chiacchierata con i cronisti di importanti quotidiani sul mestiere di inviati-viaggiatori.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Si terranno nei giardini del parco anche il laboratorio di scrittura e fotografia e cinque lectio magistralis (storia, geografia, fotografia, letteratura, musica). Infine sempre a Villa Celimontana vi sarà la mostra documentaria e fotografica “Sul Tetto del Mondo e nell’Impero di Mezzo” dedicata ai viaggiatori marchigiani in Asia Matteo Ricci e Giuseppe Tucci.</span><span style="font-family: Georgia;"></span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Lo Spazio Fontana di Palazzo delle Esposizioni ospiterà invece le mostre fotografiche “Encerrados, viaggio nelle carceri sudamericane” e “The Liquid Stage, storie di uomini e acqua”.</span><span style="font-family: "Palatino Linotype"; font-size: 11pt;"> </span><span style="font-family: Georgia;">Sempre a Palazzo delle Esposizioni ma nella sala cinema si terrà una rassegna televisiva dedicata agli sceneggiati d’autore sui grandi viaggiatori italiani.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><span style="font-family: Georgia; font-size: 12pt;">Un programma denso di eventi, tutti gratuiti, che porteranno per quattro giornate a Roma angoli di mondo e della penisola, trasformando Villa Celimontana in una piccola casa del viaggio.</span><br />
<br />
<br />
<span style="font-family: Georgia; font-size: 12pt;"><span style="font-size: xx-small;">(pubblicato su Il Report, quotidiano on line)</span> </span>cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-2100104111950647032011-08-16T20:56:00.002+02:002011-08-17T20:33:44.877+02:00Italia 150. Viaggio in bici nel centro dello stivale<div style="text-align: center;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia;">Nel cuore della penisola fra borghi medievali, piccoli paesi e le asprezze dell’Appennino</span></span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAA-x5JisWgVJiMWDwcnkI_ruJBSkjd1go1ERSBe09Ejp44lGJfC1iF2W6uDlAuFuL-QyPMgS-eOmw7DRHJtMMYuqZWKpegEkdszt7QeIzENlIzVkyQYnDckKGcRZPJpx-uNTIITGh_qjS/s1600/italia150mappa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="301" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAA-x5JisWgVJiMWDwcnkI_ruJBSkjd1go1ERSBe09Ejp44lGJfC1iF2W6uDlAuFuL-QyPMgS-eOmw7DRHJtMMYuqZWKpegEkdszt7QeIzENlIzVkyQYnDckKGcRZPJpx-uNTIITGh_qjS/s320/italia150mappa.jpg" width="320" /></a></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Come ormai di consueto ci ritroviamo seduti ad un tavolo a confrontarci per il viaggio estivo. Cartine sparse qua e là, qualche guida e tanta confusione. Nessun dubbio sul fatto che anche quest’anno ci troveremo a trascorrere una decina di giorni in sella alle nostre bici. Il difficile resta stabilire il dove.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Le idee e le proposte spaziano praticamente per tutti i luoghi d’Europa, ma nessuna appaga entrambi. Francesco boccia le mie numerose proposte estere e alla fine ripropone di visitare la penisola e fare rotta in Sicilia.</span></div><br />
<span style="font-family: Georgia;">Si apre un’incrinatura nelle mie difese. Questa volta mi ritrovo in parte sensibile alla richiesta. Alcune letture degli ultimi mesi mi hanno convinto che i numerosi piccoli borghi del nostro paese meritano di essere riscoperti, che non vanno abbandonati e che hanno molto da offrire. L’anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia offre un buon pretesto per dedicarci alla visita del nostro paese, nonché un titolo da consegnare al viaggio...</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
<a name='more'></a></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Penso al libro di Paolo Rumiz <i style="mso-bidi-font-style: normal;">La leggenda dei monti naviganti</i>, a quello di Emilio Rigatti <i>Italia fuorirotta </i>e a Wu Ming 2 con <i>Il sentiero degli dei</i> che hanno suscitato in me quella curiosità per i centri minori e così rilancio la proposta. “Vada per lo stivale però ci facciamo l’Appennino ed escludiamo le grandi città”. Immediatamente mi rendo conto della mia affermazione e mi mordo le labbra mentre un ghigno soddisfatto compare sul volto del mio compare. Porca miseria, ci sarà da faticare, chissà quante maledette salite dovrò affrontare, ma quel che è detto è detto.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Alla fine tra una birra e l’altra decidiamo che orientativamente percorreremo le strade di Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Marche ma tutte le opzioni restano aperte. Si pensa addirittura di raggiungere Venezia o perché no Trieste. Altra grande novità che non stabiliremo nessun itinerario ma decideremo il percorso giorno per giorno, in base agli umori e ai dolori del momento e a quello che ci suggerirà la strada lasciandoci trasportare da un nome o da un panorama. Un viaggio molto <i style="mso-bidi-font-style: normal;">easy</i>, senza tappe fisse e troppi pensieri.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Anche quest’anno mi presento al nastro di partenza con un allenamento scarso, anzi per dirla tutta praticamente inesistente. Un’unica uscita ciclistica degna di nota, mentre tutte le altre che avevamo progettato sono, per un motivo od un altro, saltate. Confermata la bicicletta del precedente viaggio, una mountain bike affidabile e robusta ma purtroppo eccessivamente pesante. So già che mi pentirò dell’eccessivo peso ma resto legato alla mia fida compagna, non mi sento pronto di mollarla per una da corsa.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Non sono un ciclista, è la frase che mi ripeto e che ripeterò sicuramente spesso durante il vagabondaggio, ma un viaggiatore. Un globe trotter che usa i diversi mezzi di trasporto per scoprire lentamente i luoghi che attraversa, e così come molte volte ho preso treni e bus altre monto sulla sella o adopero i piedi.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">D’altronde basta osservarmi per rendersene conto. Una bici che molti ciclisti snobberebbero, guardandomi con quell’aria che lascia intendere che tutte le rotelle a posto non devo averle e che non riuscirò mai nell’impresa; uno zaino legato sul portapacchi piuttosto che le utili, graziose e apposite sacche; un abbigliamento da uomo comune più adatto ad una passeggiata che ad una pedalata; qualche chilo di troppo che conferma il mio non essere un professionista.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Domani è il gran giorno, ultime concitate telefonate con Francesco. “Va bene allora deciso, treno fino a Chiusi e poi si inizia a pedalare. Ok ci vediamo alle 8.30 a Tiburtina”. Preparo lo zaino, controllo la bici, prendo i pochi attrezzi del mestiere. Ormai tutto è pronto, non resta che partire.</span></div>cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2534245971829062035.post-38444485639018372822011-07-31T20:43:00.001+02:002011-09-11T17:18:16.124+02:00Mostar, un ponte fra le culture<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcTQmMnujn9Q1SjLH14fBoRIMCbYkoo8MB-7b8RI369XimYRy6gQ53ANB53ImepsoJr2k2Df_WKq1xSwweOeSfcMKWtjY_wkxNl4AKv1iIGXW1z7qql0TNAwO4u2CU5tH064VNcONBSXTI/s1600/1+517.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcTQmMnujn9Q1SjLH14fBoRIMCbYkoo8MB-7b8RI369XimYRy6gQ53ANB53ImepsoJr2k2Df_WKq1xSwweOeSfcMKWtjY_wkxNl4AKv1iIGXW1z7qql0TNAwO4u2CU5tH064VNcONBSXTI/s320/1+517.jpg" width="320" /></a></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Sono circa le 12 quando arrivo a Mostar, fa un caldo torrido e la città mi sembra deserta. Lascio la stazione e mi incammino alla ricerca di un letto per la notte. Trovo posto in un piccolo ostello a gestione familiare.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Giungo in centro e un via vai di persone mi circonda, i bar sono pieni di uomini e donne che bevono caffè e parlottano. I numerosi edifici che supero sono tutti crivellati di colpi, probabilmente schegge di mortai o proiettili di armi di grosso calibro. A 16 anni di distanzi restano ancora là, sotto gli occhi di tutti, i segni della tragedia che si è consumata in questa magnifica terra... </span></div><a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">L’incontro con la prima moschea e con l’imponente minareto dal quale risuona la voce del muezzin, mi avvisa che sto per entrare nella città vecchia. Le vie acciottolate dell’antico quartiere di epoca ottomana, pieno di negozi di artigiani, restano tuttora un piccolo gioiello. </span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Spettacolare, affascinante, meraviglioso. Lo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">stari most,</i> il ponte vecchio che collega le due sponde della Neretva e che dà il nome alla città, si apre davanti ai miei increduli occhi. Quello che fu per secoli il simbolo di questo luogo, e che poi divenne l’emblema della tragedia che si stava consumando nei Balcani, è stato oggi ricostruito in maniera fedele all’originale. Realizzato nel 1566 venne distrutto nel 1993 dai bombardamenti croati, ma fortunatamente nel 2004 fu eseguita l’opera di restauro riconsegnando alla città un patrimonio fondamentale.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Oggi è l’attrazione turistica principale e vede centinaia di persone visitarlo ogni giorno, purtroppo molti di essi scappano via senza ammirare le altre meraviglie ma soprattutto senza vivere le atmosfere che offre questo luogo. Proseguendo una vecchia tradizione, i membri del club dei tuffatori si cimentano in spettacolari salti proprio dalla balaustra del ponte, non prima però di aver raccolto intorno a sé gli incuriositi turisti ed aver racimolato una determinata somma in denaro.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Poco più avanti l’ultimo lembo della zona musulmana, pieno di ristorantini e caffè, prima di giungere in Bulevar/Starcevica, quella che fu la linea del fronte. La via, parallela al fiume, divide i quartieri bosniaco-musulmani situati ad oriente da quelli croato-bosniaci situati ad occidente. E’ qui che i segni della guerra sono maggiormente vivi e palpabili. </span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Una lunga serie di edifici completamente distrutti, un’immagine di devastazione totale. Fabbricati senza tetti, muri abbattuti, cumuli di macerie, solo scheletri di quello che furono. La follia umana appare chiara, come in un flash la realtà ti porta a pensare a quei lunghi giorni di guerra, a quelle che erano le abitazioni e le vite di centinai di esseri umani.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Avventurandosi all’interno, oltre ai detriti e immondizia è ancora abbastanza facile trovare numerosi bossoli. Nessuno ancora è stato in grado di recuperare quei luoghi, di restituirli ad una vita migliore, ma forse è bene così. Un monito costante per le future generazioni.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Miran è un ragazzo di 32 anni, è lui il gestore e proprietario del mio alloggio. Un tipo simpatico ed intelligente che ama parlare e conoscere persone. Nel piccolo e grazioso giardino del suo ostello, dove su un muretto campeggiano delle granate, mi racconta la sua storia.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">Poco più che ragazzo durante il conflitto ricorda bene quei difficili momenti. Non ha combattuto ma ha dato il suo contributo portando viveri, medicinali e aiutando i feriti. Il suo volto diventa serio e triste quando mi parla dei parenti e degli amici che non ci sono più, uccisi in un conflitto fratricida. Uomini e donne che fino a poco tempo prima vivevano insieme, in pace ed armonia, in un unico grande paese e che poi furono travolti da una follia etnica e nazionalistica.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">La tragedia non riguarda solamente gli anni della guerra ma anche i seguenti. Il suo racconto prosegue infatti con il periodo della difficile e dura ricostruzione in cui svolse il servizio militare. La sua rabbia esplode quando mi parla dell’Onu e dei caschi blu, pronti ad offrire qualche migliaio di dollari al mese a chi si fosse offerto di partecipare allo sminamento di zone isolate e fuori città, mentre a Mostar uomini e donne continuavano a morire sulle mine antiuomo. Risentimento e dolore si alternano sul suo volto, “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">io volevo aiutare i miei concittadini, salvare vite umane, ma a loro questo non importava</i>”. Ormai non riesce più a trattenersi, il pensiero va alle persone care perse e sulle sue guance scorrono le lacrime.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia;">“<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Quelli si che erano bei tempi</i>”, la repubblica Jugoslavia è rimpianta e ricordata come un periodo felice. “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Potevamo girare tranquillamente in tutta Europa ed eravamo rispettati come popolo</i>”. “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Lavoro, casa, istruzione, sanità, avevamo tutto e non importava se eri serbo, croato o musulmano, si viveva insieme con rispetto ed armonia e tutti con le stesse opportunità</i>”. Ringrazio Miran per la preziosa chiacchierata, uno sguardo di intesa poi la stretta di mano e gli auguri per una vita felice.</span><br />
<br />
<span style="font-family: Georgia;"><span style="font-size: x-small;">(pubblicato su <i>Il Reporter</i> quotidiano on line)</span> </span></div>cilenohttp://www.blogger.com/profile/05479182577178439187noreply@blogger.com1